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Sorpresa di Pasqua. Quando il Papa passò dal Mugello...

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Sorpresa di Pasqua. Quando il Papa passò dal Mugello... Sorpresa di Pasqua. Quando il Papa passò dal Mugello... © n.c.
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 Nella vigilia di Pasqua, sui nostri Appennini si usava illuminare la notte con dei falò....questo doveva essere uno spettacolo suggestivo. Ma questi "fuochi" furono visti in un'altra dimenticata occasione.

Nel settembre 1857, quando la maggior parte dei “galantuomini” mugellani - infischiandosene delle discussioni “risorgimentali” che animavano i grandi centri - trascorrevano la loro monotona vita tra le amene realtà agresti, una notizia, giunta da Firenze all'improvviso, suscitò una certa emozione. All'osteria, nelle piazze e sui sagrati delle chiese un discorso, da leggero brusio si fece sempre più insistente, rubando ben presto la scena ai pettegolezzi “seppur piccanti” delle donnette: “Sua Santità il Pontefice Pio IX, sarebbe passato dal Mugello”. Nelle piccole e medie "frazioni" i notabili del luogo, per saperne di più - spronati dalle devote mogli - scrissero e interrogarono parroci e funzionari statali lì di passaggio. Finalmente, dopo un convulso scambio epistolare, la veridicità dello straordinario evento venne ufficialmente confermata.

Si venne a sapere infatti che Sua Santità Pio IX, preoccupato per il dilagante malcontento politico serpeggiante nelle Romagne, allora sotto lo Stato Pontificio, aveva preso la decisione nell'agosto di quell'anno - onde stemperare gli animi più accesi - di recarsi in visita a quei luoghi. Il Pontefice, prima di tornare a Roma, si era fermato per qualche tempo a Bologna dove era stato raggiunto da Leopoldo II, Granduca di Toscana, il quale lo aveva pregato insistentemente di passare - nel ritorno verso Roma - da Firenze. Quindi il Papa, accettando la richiesta, il 17 settembre con un lungo seguito di carrozze avrebbe transitato dal Passo della Futa e la sua "Strada Regia-Postale". Si seppe che la corte lorenese aveva stabilito - al fine di non stancare il Pontefice - che il corteo si sarebbe fermato a pernottare a Villa “Le Maschere” di proprietà dei Marchesi Gerini.

L'emozione per il fausto evento si trasformò in allegra agitazione e nonostante la notte tra il sedici e diciassette fosse stata teatro di un terribile temporale che aveva reso inagibili sentieri e vie, fin dalle prime luci dell'alba, dai paesi e dalle abitazioni più sperdute una moltitudine di persone si mise in viaggio per poter assistere al passaggio di una tale Personalità. La strada che di lì a poco avrebbe visto giungere l'Augusto "Papa-Re" venne letteralmente assaltata dal popolo festante. Parrocchiani, famiglie, bambini, anziani, religiosi, Confraternite, stendardi, croci, crocifissi e semplici curiosi si disposero in ordine. Si allinearono anche alcune bande filarmoniche, che suonando in continuazione allietarono l'attesa dei “contadini”. Tutti presenti, tranne la banda di Borgo S. Lorenzo che, a seguito di un acceso dibattito tra "mangiapreti" e "baciapile"- dove probabilmente si giunse anche alle mani - decise di andare a disporre i propri strumenti a Pratolino, donde sarebbe transitato prima il figlio del Granduca, Ferdinando. Si era infatti sicuri che, festeggiando lui e non il Papa come tutti gli altri, se ne sarebbe ricevuta una lauta mancia. L'entusiasmo e la voglia di assistere alla venuta di Pio IX fu tale che ci furono anche numerosi ed incontrollati falsi allarmi, come quello delle dieci di mattina, quando al grido di “Eccolo, eccolo!!!”, le trombe iniziarono a squillare ed un furore collettivo fece prostrare tutti in ginocchio, per poi accorgersi con qualche sarcastico sorriso che dalle carrozze era sceso solamente ... Leopoldo II, proveniente da Cafaggiolo. Ma come scrive il Padre Leto Chini, testimone oculare dell'evento, alle undici antimeridiane, accompagnato dal sole, finalmente Pio IX comparve ai fedeli dirigendosi frettolosamente nella "cappellina" di Villa Gerini . Dopo, in un salone della solita Villa il Papa ammise al “bacio del piede” tutti i preti ed i notabili del circondario, per poi mostrarsi da un balcone per impartire agli astanti - in sua attesa da ore - la propria benedizione. Le bande di S. Piero e Barberino accompagnarono i canti inneggianti all'importante ospite e Pio IX più volte, visibilmente commosso, si affacciò alle finestre per ringraziare il suo “gregge”. Da quelle stesse finestre il Pontefice - giunta la sera - poté ammirare uno spettacolo unico nel suo genere, che lo lasciò positivamente scosso. Dalle alture del Falterona, fino alla Calvana e dai colli di Montesenario fin intorno al poggiolo delle "Maschere", da ogni casolare o "aia", erano stati accesi dei falò che con le loro flebili luci, testimonianza di un credo autentico, illuminarono di un'atmosfera fiabesca l'oscurità. Il giorno seguente, Pio IX ed il suo seguito ripartirono verso Firenze, seguiti nel percorso da tantissime persone. Il Pontefice, grato per l'accoglienza ricevuta in Mugello, volle fermarsi per un'ultima volta a Pratolino, da dove impartì un'altra benedizione a quella "terra" e al suo popolo per poi scollinare verso Montorsoli.

Quasi mi dimenticavo....a titolo di cronaca, la banda musicale di Borgo S. Lorenzo rimase tutto il 17 settembre a Pratolino, dove il figlio del Granduca, diretto di gran fretta a Palazzo Pitti, non dette nessuna mancia. Ed i poveri musici borghigiani, rimasero gabbati.... non ricevendo nè soldi nè benedizioni.........
Pier Tommaso Messeri

 

 

 

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