Si sono spenti da pochi giorni, l'8 di marzo, i riflettori sulla Festa della Donna. Purtroppo i femminicidi continuano con un ritmo a dire poco impressionante, una inaudita violenza che si abbatte sulle donne, una furia ceca che annichilisce, i modi e i mezzi per colpirle sono tanti e tutti vergognosi e terribili. L'amore tra l'uomo e la donna in questa nostra era ultramoderna e supertecnologica mostra, spesso, risvolti oscuri e, alla sua ombra vengono perpetrati crimini di una ferocia unica. Dall'inizio dell'anno, in Italia, sono state uccise 24 donne e non sempre ad ucciderle è stato il marito o il compagno, ma anche il padre. Una mattanza che non si ferma.
Quando capiremo noi uomini, che è finito il tempo, per fortuna, quando la donna girava come un satellite attorno al pianeta uomo e si modellava secondo i suoi desideri: che la volevano umile, laboriosa, devota, tenera, fedele e senza pretese di essere contraccambiata. L'angelo del focolare, che doveva tenere sempre accesa la fiamma dell'amore, che dava senza nulla chiedere: una società ad hoc per il maschio dominante.
Molti sostengono, che gli autori di tali crimini dovrebbero essere perseguiti con punizioni esemplari e che solo così potremmo fermare i femminicidi. Fermo restando la giusta condanna giudiziaria, credo che ciò non sia sufficiente e che non sia la soluzione, perché le violenze sulle donne hanno motivazioni diverse, variano da quelle di ambito culturale, che le vorrebbero ancora sottomesse al potere del maschio; a quelle di non saperle considerare ancora ciò che in realtà sono e cioè nostre pari, ma con una “marcia” in più.
Eppure è da questa Luce, che noi uomini dovremmo essere capaci di riscoprire quel fascino e quell'amore di cui esse sono depositarie in maniera assoluta. Nel fondo dei nostri sentimenti e istinti noi uomini dovremmo andare alla ricerca dell'impulso che ci lega a loro e seguirlo, come fosse la stella polare, perché il nostro equilibrio e la nostra felicità non possono che essere uniti strettamente all'intesa e al legame che riusciamo a stabilire con le nostre donne.
Per fare questo, come spesso mi piace ripetere, non servono tanto le leggi dei tribunali, che sono utili, ma quelle dell'anima o se vogliamo della cultura, sempre meno valutata.
Alfredo Altieri