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Stati Generali del Patrimonio Italiano Dopo il blitz a Palazzo Vecchio: “subito condanna per gli autori”.

Cosa rischiano e come potrebbero essere utilizzati. Venerdì prossimo incontro a Villa Spadolini di Pian dei Giullari.

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Palazzo Vecchio Palazzo Vecchio © ufficio stampa
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 “In giudizio ci riserviamo di chiedere la condanna e l’affidamento dei colpevoli per lavori socialmente utili. Potranno essere impegnati per interventi di conservazione e restauro del patrimonio italiano” è quanto afferma Ivan Drogo Inglese presidente degli Stati Generali del Patrimonio Italiano, l’ente nato per collaborare, concorrere e partecipare alla valorizzazione dei beni e del patrimonio culturale italiano, all’indomani del raid vandalico che ha interessato lo storico Palazzo Vecchio di Firenze.

Gli Stati Generali del Patrimonio Italiano indicano la strada di una “condanna esemplare” in forza dell’articolo 54 della Legge 274 del 2000 e del cosiddetto Decreto Fassino del 2001 (Piero Fassino era l’allora ministro della giustizia).
Entrambi i dispositivi prevedono la possibilità di una condanna ai lavori socialmente utili, non retribuiti, per un periodo fino a 6 mesi.

“Insieme al Ministro della cultura Gennaro Sangiuliano abbiamo espresso solidarietà al sindaco di Firenze Dario Nardella” dichiara il Presidente degli Stati Generali del Patrimonio Italiano Ivan Drogo Inglese.

Palazzo Vecchio di Firenze è solo l’ultima delle incursioni vandaliche.
In precedenza era toccato anche a Palazzo Madama di Roma, sede del Senato della Repubblica, e al Teatro della Scala di Milano.

E’ il codice penale con l’articolo 518 duodecies che norma il reato e dispone le pene per il deturpamento e imbrattamento dei beni culturali.
In tal caso la legge prevede che il reato sia punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da 1.500 a 10.000 euro.
La strategia è quella di individuare edifici monumentali che siano anche simbolici (per esempio sedi istituzionali) e che pertanto assicurino la più alta eco e visibilità al blitz.

Drogo Inglese svela anche le tecniche adottate “Le incursioni vengono accuratamente preparate poiché devono durare una manciata di secondi. I consulenti legali di cui dispongono questi movimenti di attivisti fanno il resto suggerendo un atteggiamento passivo e nessuna reazione neppure in caso di risposta decisa da parte di cittadini o forze dell’ordine. E, soprattutto, utilizzo di prodotti che non possano arrecare danni permanenti al manufatto. Due elementi che hanno un peso considerevole dinnanzi ad un giudice”.

L’ente da tempo richiede l’adozione di un piano di difesa, prevenzione e protezione dei beni e del patrimonio culturale e proprio il prossimo 24 marzo, a Villa Spadolini, si terrà l’incontro tra il presidente Drogo Inglese e il presidente della Fondazione Spadolini Cosimo Ceccuti. Il senatore Giovanni Spadolini fu il primo ministro dei beni culturali nella storia della Repubblica Italiana.

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