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'La mia storia'. Il Verdi di Firenze esaurito per la Vanoni

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'La mia storia'. Il Verdi di Firenze esaurito per la Vanoni 'La mia storia'. Il Verdi di Firenze esaurito per la Vanoni © n.c.
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Tutto esaurito al Teatro Verdi di Firenze per la signora della canzone: trionfo per Ornella Vanoni in “La mia storia”. È un fiume in piena quello che si riversa in via Ghibellina al termine del concerto di Ornella Vanoni al teatro Verdi di Firenze, un fiume di persone di tutte le età in estasi per aver assistito ad un evento veramente unico. Sul palco Roberto Cipelli al pianoforte, Bebo Ferra alla chitarra, Loris Leo Lari al contrabbasso, Piero Salvatori al violoncello e naturalmente Lei, acclamata dal pubblico di un teatro che l’ha vista debuttare ad ogni tour e che, anche questa volta ha voluto regalarle un “Tutto esaurito” eccezionale. “Ma mi...” la canzone scritta da Giorgio Strehler e musicata da Fiorenzo Carpi nel 1959, apre il concerto ed il capitolo “Cantante della mala” sulla quale Ornella si scherza addosso proseguendo con “Le mantellate”. Prosegue con il periodo genovese con “Che cosa c’è”, “Senza fine” poi passa al Brasile con “Io so che ti amerò” (forse un po’ troppo riarrangiata) e “Tristezza” e ancora “L’appuntamento” “Domani è un altro Giorno” ed il pezzo che ha portato all’ultimo festival di Sanremo “Bisogna imparare ad amarsi”. Il pubblico le riserva applausi assordanti e lei canta “Rossetto e cioccolato” e “ Love is a losing game” di Amy Winehouse, “Una sigaretta” di Fred Buscaglione ed apre la parentesi dedicata agli amici, “Vengo anch’io no tu no” di Iannacci, un’interpretazione da brividi di “Caruso”, “Destra-sinistra” di Giorgio Gaber poi intona “S.o.s.” che dichiara di aver scritto in venti minuti, realizzando una dei più bei testi di tutta la sua carriera. "Si invecchia quando si smette di essere curiosi - sorride - e io sono sempre stata molto curiosa". E canta: “E’ poi tutto qui” che si conclude con:

“Non sono ancora pronta per quest’altra delusione Perché io so, come so d’essere qui davanti a voi, miei cari, che quando verrà la mia ora, io tirerò l’ultimo respiro, io dirò a me stessa E’ poi tutto qui? E’ poi tutto qui? Perché se è così, vabbè, lasciamo andare, non vale la pena di provare s’è poi tutto qui.”
Tra gli applausi assordanti il sipario si chiude per poi riaprirsi con “Io che amo solo te” il “Bis” dopo un’ora e quaranta di un concerto bellissimo . Al Verdi sembra il terremoto, gli applausi, le ovazioni ed una standing ovation generale per salutare Ornella Vanoni che, nonostante una carriera di quasi settant’anni, riesce a mantenere una freschezza scenica, un’eleganza ed uno stile inconfondibile (e quelli che a 83 anni se la immaginavano a casa con i ferri ed i gomitoli si sono dovuti ricredere, la signora non è ancora da ferri e gomitoli, ma da Rossetto e Cioccolato!)

 

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