Tre idrovore al lavoro e un robottino galleggiante per ispezionare e verificare l’entità delle infiltrazioni d’acqua. Così è partito lo svuotamento dello storico tunnel sotto l’Arno che collega la torre della Zecca Vecchia a piazza Poggi di fronte alla torre di San Niccolò, sulla riva sinistra del fiume
Un tunnel originario del Rinascimento che serviva per far passare i militari da un lato e l'altro dell'Arno, utilizzato nell'Ottocento quando c'era la "fabbrica dell'acqua" e narravano fra leggenda e realtà i nonni percorso anche da qualche partigiano durante la liberazione di Firenze.
Un tunnel da ripristinare a fini turistici che è un vecchio pallino di Eugenio Giani fin dai tempi in cui era giovane assessore al comune di Firenze.
Ieri Giani, dopo averlo già percorso parzialmente a bordo di un canotto con l'allora sindaco Nardella (leggi qui) per capirne la fattibiità nel luglio dello scorso anno
ha fatto un nuovo lungo sopralluogo sull’intera allo scopo di approfondire il quadro conoscitivo in vista del progetto di riapertura dell’antico camminamento pedonale di 250 metri di lunghezza, posto 5 metri sotto il livello del fiume.
Insieme al presidente anche la sindaca di Firenze Sara Funaro, i tecnici della Regione con il direttore del settore opere pubbliche Michele Mazzoni e il direttore del settore Difesa del suolo e Protezione civile Giovanni Massini.
Adiacente al percorso infatti, proprio sotto piazza Poggi sorgerà anche la nuova centrale idroelettrica i cui lavori sono in grave ritardo dato che, come si legge nel cartello affisso e come sottolineano i residenti di San Niccolò privati dal 2020 della loro piccola area verde e dalle panchine utili ai tanti anziani del rione dovevano terminare entro il 31 dicembre 2022 e non entro il dicembre 2024 come sottolineato dopo il sopralluogo di ieri in cui, a precisa domanda il Presidente della Regione ha sottolineato come l'opera sia una delle 13 pescaie (gli impianti sono 12) lungo l’asta dell’Arno oggetto dei lavori di recupero voluti dalla Regione Toscana, destinati a creare energia pulita dal fiume e finanziati attraverso Project Financing di cui alcune già pronte come quella dell'Isolotto e di Incisa ma niente ha detto su una precisa data di fine lavori della "traversa di San Niccolò".
Tornando al tunnel sotto l’Arno, il presidente Giani ne ha sottolineato la straordinarietà: “E’ un intervento a cui tengo che vuol creare una nuova direttrice per il turismo, ma non solo. Da ieri abbiamo cominciato a svuotare il tunnel che nel corso dei decenni ha perso l’impermeabilizzazione. Le idrovore sono al lavoro per ripulirlo e per evidenziare così i punti in cui l’acqua si infiltra. Dobbiamo capire lo stato di conservazione del manufatto dall’interno, - ha proseguito - conoscenza che renderà possibile programmare i futuri lavori di recupero della galleria con apposito studio di fattibilità".
Galleria fotografica
"Lo sviluppo della nostra città, - ha aggiunto la sindaca Funaro- con le nuove linee tramviarie che stanno crescendo e che collegheranno questa zona di Firenze, dove ci sarà una fermata della tramvia proprio in corrispondenza di via Malcontenti, e i nuovi parcheggi scambiatori, offrirà la possibilità sia ai cittadini sia ai turisti di avere più punti di accesso al centro storico. Avere anche questo camminamento ci consentirà di deviare i flussi che partono tra lungarno della Zecca e piazza Santa Croce. Questo tunnel sarà quindi per i turisti ma anche per i cittadini una preziosa opportunità di raccontare un'altra storia della città e anche di offrire un altro passaggio per l'altra sponda".
Il presidente Giani ha ripercorso la storia del tunnel, la sua funzione a servizio della fabbrica dell’acqua che allora sorgeva in piazza Poggi, sottolineando come questo luogo rimanga legato a quell’antica funzione: “Negli anni settanta dell’ottocento – ha sottolineato Giani- il tunnel serviva a far passare i tubi funzionali alla fabbrica dell’acqua che oggi stiamo in qualche modo facendo rinascere con la nuova centralina idroelettrica che entrerà in funzione a dicembre. La fabbrica dell’acqua era un sistema all’avanguardia, – ha aggiunto Giani- era il sistema tecnologico che portava l’acqua nelle case dei fiorentini e che a Firenze, che nel 1870 era capitale d’Italia, si poteva attuare. E se il tunnel sotto l’Arno allora serviva come elemento di passaggio per operai e di servizio, ora servirà a turisti e residenti che vorranno fare un percorso alternativo e affascinante, che permetterà a coloro che arrivano con i bus sui lungarni, di riemergere, facendo pochi passi a piedi, in Oltrarno, visitando così una parte di Firenze importante e suggestiva”.
La ditta che sta lavorando su piazza Poggi sta intervenendo contemporaneamente anche nella scala di discesa sul lungarno della Zecca: fruttando l'abbassamento d'acqua nel tunnel ha infatti potuto iniziare a rimuovere il vecchio tubo dell'acquedotto che stava sotto il livello dell'acqua. L’intervento è possibile grazie allo stanziamento di 7 milioni e 500 mila euro deciso dalla Regione nell’ambito del piano di interventi del Fondo di sviluppo e coesione.