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Teatro - Da Scandicci un virtuoso esempio di riqualificazione.

Partiranno a ottobre di quest’anno i lavori di riqualificazione del Teatro Studio Mila Pieralli, da decenni centro culturale della cittadina.

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Teatro Scandicci Teatro Scandicci © NN
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Tre milioni di euro: è questa la cifra stanziata per i lavori di riqualificazione del Teatro Studio Mila Pieralli, nel cuore di Scandicci. Il progetto, che è stato approvato dalla Giunta comunale lo scorso dicembre, punta ad ammodernare e a rendere maggiormente efficiente la struttura, privata da tempo della sua attrattiva iniziale. Il nuovo assetto comprenderà infatti più ingressi, un migliore sistema audio, predisposizioni per i sistemi video e multimediali, l’adeguamento degli impianti tecnologici, un bar e molto altro ancora. Si stima che i lavori dureranno poco più di un anno. Il teatro: luogo che evoca epoche passate ma che rimane ancora oggi un epicentro culturale importante, pur avendo nel corso dei secoli ampliato le sue attività. Il primo edificio teatrale della storia fu edificato a Londra con il nome The Theatre, la cui nascita coincide con la data del contratto d’affitto del terreno su cui sarebbe sorto: 13 maggio 1576.

Al tempo l’Inghilterra, governata da Elisabetta I Tudor, conobbe un importante sviluppo economico per merito dei commerci con i paesi dell’oceano indiano e con quelli del Medio oriente. Il paese riuscì perfino a sconfiggere la Armada Invencible, la flotta spagnola inviata da Filippo II dopo che Elisabetta condannò a morte Maria Stuart, la cattolica regina di Scozia, costretta a evadere in Inghilterra dopo che gli scozzesi aderirono al calvinismo, divenendo un punto di riferimento per i cattolici inglesi. Dopo il The Theatre sorsero molti teatri pubblici,  chiamati playhouses, e privati. Tra i teatri pubblici più celebri ricordiamo il Globe, della compagnia Chamberlain’s man, finanziata da Shakespeare. 

Il teatro era, ed è, un luogo di divertimento e di cultura, e come tale va incentivato. Una rappresentazione teatrale comprende diverse arti performative, come il canto, la danza e la recitazione, talvolta anche in contemporanea. E’ una vera e propria manifestazione d’arte, con dietro ore e ore di prove. Prove fatte di tagli, aggiunte, insuccessi, malumori, gratificazioni. Il tutto in un continuo e delicato gioco di squadra. 

L’arte implica fatica, quella del gesto e del pensiero che lo precede; una fatica gratificante, ma essenziale per qualificarsi artisti. In questo senso, il teatro sta agli antipodi di quelli che io chiamo guru dei soldi facili, che promettono a chi li ascolta sul web montagne di denaro con investimenti minimi, che poi si traducono in somme ingenti e infruttuose; di chi vende il proprio corpo su OnlyFans; di chi spera di raggiungere la fama pubblicando video in cui fa del male agli animali, urina sulle macchine dei carabinieri e si ingozza di cibo spazzatura. Il teatro insomma si trova al polo opposto di chi mira a diventare ricco senza doversi misurare con la fatica dello studio e dell’apprendimento di una mansione o di un mestiere.
E’ la fatica sana e agognata che fece togliere a Freddie Mercury il microfono dalla bocca durante il Festival di Sanremo nel 1984, in segno di protesta contro l’obbligo del playback, la stessa che pervase i pittori fiamminghi del Quattrocento, ponenti attenzione non soltanto al protagonista della scena tramite l’utilizzo della prospettiva centrale - come usavano fare i fiorentini per merito di Brunelleschi - ma anche al paesaggio sullo sfondo, dando vita a un effetto unitario di grande fascino. 

Per diventare ciò che già siamo dobbiamo metterci in moto, ma chi pensa solo al guadagno finale si dimentica del tragitto. E’ nel tragitto che si manifesta il nostro destino, non nel conto in banca. Le vacanze solo tali soltanto se ci si riposa da un’attività. Una vacanza perenne diventa la normalità, e alla lunga stanca. I contenuti che spesso vengono propinati sui social network vanno nella direzione edonistica dell’avere molto senza fare niente. Ma così a rimetterci è la nostra parte più profonda, che da noi, ovvero il nostro io razionale, desidera fiducia, affinché ci porti a realizzare ciò che più ci è congeniale, e che la smettiamo di porci mete effimere. Assistere a esibizioni teatrali significa specchiarsi in quel fare che ci cerca ininterrottamente. A fine spettacolo gli attori sono esausti, ma felici. Educazione alla vocazione: questo apprendiamo dal teatro. Non sono soltanto ore di svago, ma di contatto con noi stessi.

Oggi i teatri offrono svariate attività; oltre ai classici spettacoli teatrali vengono infatti organizzate presentazioni di libri e trasmessi film su maxischermo. Cinema, libri, spettacoli, concerti: un vero e proprio ambiente culturale in cui confrontarsi, riflettere, svagarsi e trovare il proprio posto nel mondo. Riqualificarli e promuoverli significa vivificare l’ambiente e strappare i più giovani alla noia, al degrado e a percorsi di vita che finiscono in un vicolo cieco. 

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