Foto archivio Movimento 5 Stelle © Movimento 5 stelle
Un gruppo di attivisti del Movimento 5 Stelle in Toscana ha diffuso un duro comunicato in cui denuncia la perdita dei principi fondanti del Movimento, accusando i vertici di aver tradito trasparenza, partecipazione e democrazia dal basso. Gli attivisti contestano le modalità di formazione delle liste per le elezioni regionali, segnalando presunte irregolarità e scarsa chiarezza nei processi decisionali. Al centro delle critiche, anche l’alleanza con Eugenio Giani, giudicata politicamente incoerente e causa di malcontento diffuso tra i gruppi territoriali.
Ecco la nota diffusa:
In tempi non sospetti abbiamo inviato ai Coordinatori territoriali un documento dettagliato invitandoli al rispetto dello Statuto, del Codice Etico e del Regolamento riguardante le procedure per le autocandidature e per la formazione delle liste elettorali in vista delle prossime elezioni regionali. Oggi, alla luce di quanto accaduto per la formazione delle liste, riteniamo che quei principi fondanti di trasparenza, partecipazione e democrazia diretta auspicati dal Movimento possano essere stati messi in secondo piano di fronte a scelte e procedure che destano perplessità.
Non siamo né invidiosi né isolati, non siamo “quelli che non sono stati candidati”, né “quelli che fanno solo i bastian contrari”. Siamo attivisti rattristati da quello che sta accadendo nelle tornate elettorali e delusi dal comportamento dei Coordinatori territoriali. Il Regolamento del M5S, che prevede la possibilità di candidarsi sia nel comune di residenza sia in quello del domicilio lavorativo, non risulta applicato in alcuni casi, mentre sarebbero state ammesse pluri-candidature non contemplate.
Le scadenze perentorie appaiono non pienamente rispettate, con candidature comunicate oltre i termini e senza la pubblicazione tempestiva delle relative liste. Una diffida, amara e dettagliata, è stata inviata ai vertici del Movimento per segnalare presunte irregolarità rispetto al Codice Etico e al Regolamento interno in materia di composizione delle liste. Una diffida che, di fatto, si configura come una denuncia politica interna e che intendeva aprire un confronto leale “in famiglia”. La risposta ricevuta è stata invece generica e priva di riferimenti puntuali alle criticità sollevate, suscitando profonda delusione e portando molti attivisti a valutare iniziative a tutela degli iscritti.
Al centro della critica vi è il rischio di smarrire uno dei principi cardine del M5S: la partecipazione dal basso, quella stessa partecipazione che aveva rappresentato la vera rivoluzione nella politica italiana. Guardando indietro, l’alleanza con Eugenio Giani – ritenuto da molti politicamente incompatibile con il progetto del “campo largo” che avrebbe dovuto unire le forze progressiste su valori condivisi – ha segnato uno spartiacque politico interno.
Diversi gruppi territoriali hanno scelto di non presentare alcuna candidatura nel processo avviato per le regionali: una presa di posizione netta, espressione del disagio verso un percorso percepito come poco democratico e non del tutto credibile, che ha contribuito alla scarsità di candidature necessarie alla formazione delle liste. Dopo la votazione degli iscritti – che, pur con un margine significativo, ha lasciato emergere un forte dissenso interno – sono emerse ulteriori criticità nella gestione interna: processi decisionali poco trasparenti, attivisti esclusi senza motivazioni chiare e una dichiarazione ufficiale di voto sulle liste non perfettamente coerente con le modalità effettive della loro compilazione. «Oggi assistiamo a decisioni calate dall’alto e all’emarginazione di chi è attivo da anni nei territori.
Veniamo a conoscenza dei candidati scelti da una pagina web», dichiarano alcuni attivisti, richiamando il mancato rispetto del principio previsto dal Regolamento, secondo cui “d’intesa con i coordinatori regionali, che hanno preventivamente attivato un confronto con i coordinatori provinciali, i portavoce eletti e i rappresentanti dei gruppi territoriali” devono essere definite le liste elettorali. Molti rappresentanti dei Gruppi Territoriali lamentano di non essere stati coinvolti nella fase di formazione delle liste, cosa questa che sembra contraddire quanto comunicato agli iscritti, ignari delle operazioni interne.
Intendiamo qui denunciare non singole responsabilità che pure possono esserci, ma un metodo che rischia di contraddire lo Statuto stesso del M5S, là dove afferma che “il Movimento assicura la massima trasparenza nelle proprie attività, garantendo agli iscritti il diritto di informazione e partecipazione”. Gli iscritti meritano regole chiare, uguali per tutti e un percorso realmente partecipato. La forza del M5S non è mai stata l’opacità, ma la trasparenza e la centralità degli attivisti.
I risultati delle Marche e della Calabria che hanno visto il Movimento stentare o decrescere nei consensi, sembrano indicare che il progetto del “Campo Largo” -troppo accelerato nei tempi e privo del necessario confronto con i territori, senza una reale condivisione di valori e programmi- non solo non stia convincendo l’elettorato, ma, soprattutto, che una parte consistente dell’elettorato del Movimento 5 Stelle stia imboccando la via dell’astensione. Fra l’altro, la stampa toscana continua a sfornare decise prese di posizione da parte del Partito Democratico, riguardanti l’Aeroporto di Peretola e la gestione dell’acqua, che appaiono in contrasto con quanto siglato fra i rappresentanti del Movimento e il candidato Presidente Eugenio Giani.
Ombre scure sembrano quindi incombere sulla coalizione ancora prima che le elezioni abbiano luogo. Questi erano, ahimè, i rischi che in ogni occasione e in ogni sede quasi tutti i Gruppi Territoriali avevano segnalato a tutti i livelli. Non è con le alchimie di vertice che si riconquista fiducia, ma tornando a parlare il linguaggio dei cittadini, nei territori, con la forza delle idee e non delle alleanze.
Alla luce dei risultati ottenuti nelle ultime due competizioni regionali nelle quali ha influito anche il metodo con cui le scelte di coalizione sono state costruite e portate avanti senza tenere conto della contrarietà degli attivisti del movimento riteniamo sia opportuno considerare il cambiamento del Coordinatori territoriali e l’azzeramento anche del direttivo nazionale. Attivisti del Movimento 5 Stelle – Toscana


