
«Aberrazioni Comunitarie. A partire dalla tragedia del Forteto». E’ il titolo del nuovo libro (Antigone Edizioni) sulla comunità del Mugello teatro di abusi sessuali e violenze su minori, curato del prof. Paolo Curci (psichiatra) e con contributi dei coautori Mauro Bertani (storico e filosofo) e Vittorio Borraccetti (già procuratore della Repubblica a Venezia e componente del Csm). Il volume sarà presentato venerdì 26 maggio, alle 17.30, nella sala del consiglio comunale di Borgo San Lorenzo. Assieme agli autori e Pietro Mercatali (direttore del Galletto, che coordinerà), saranno presenti: Paolo Omoboni, Sindaco Borgo San Lorenzo, Cristina Becchi, Assessore alla cultura dello stesso comune, Massimo Braganti, direttore della società della salute del Mugello, ed Eugenio Giani, presidente del consiglio regionale. E proprio il nome di Giani, assieme a quello del sindaco Omoboni, sta ad indicare un importante riconoscimento istituzionale di una storia che ha inciso (e incide) in Toscana. L’iniziativa (di rilievo sotto il punto di vista scientifico) è promossa all'interno del Progetto Oltre – un aiuto concreto alle persone uscite o in uscita dalla comunità – ed è patrocinata dalla Regione, dal comune di Borgo San Lorenzo, dall’Unione montana dei comuni del Mugello, dalla società della salute e dall’Anci Toscana. Di cosa si tratterà, quindi? Uno spunto lo forniscono le motivazioni della sentenza di primo grado, a pagina 153, depositate a seguito della condanna inflitta il 17 giugno 2015 a 16 imputati (poi ridotti a 10 in appello). I giudici scrivevano: “Le sofferenze, le delusioni, le amarezze, gli stati d’animo che sono riecheggiati nelle decine di udienze di questo processo da parte dei minori collocati al Forteto nel ricordare le esperienze para-familiari vissute è lì a dimostrare il totale fallimento del modello educativo che ha prodotto separazioni tra coniugi, separazioni tra fratelli, rotture parentali, depressioni, che hanno coinvolto almeno un migliaio di persone tra membri, ospiti del Forteto e i loro famigliari». Ecco perché la cittadinanza, sottolineano gli organizzatori, è invitata a partecipare: e capire cosa è stato ed ha significato il Forteto. Un’aberrazione, appunto.