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“Turbine alte come grattacieli sui crinali? No, grazie”: la coalizione TESS contro Valbonesi e il progetto Montebello

“Gli Appennini non sono idonei agli impianti eolici industriali”. Dura replica alle affermazioni del consigliere regionale dell’Emilia-Romagna

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Eolico Eolico © nc
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“I crinali appenninici non possono ospitare pale eoliche alte 200 metri, come se fossero zone degradate o prive di valore ambientale e culturale.” È netta e documentata la posizione della Coalizione TESS – Transizione Energetica Senza Speculazione, che insieme al Gruppo Civico Salviamo l’Appennino Faentino-Forlivese risponde duramente alle recenti dichiarazioni rilasciate alla stampa dal consigliere regionale Daniele Valbonesi.

Al centro dello scontro c’è il progetto Montebello, che prevede l’installazione di 8 turbine eoliche di grandi dimensioni tra i comuni di Modigliana, Tredozio e Rocca San Casciano, su un territorio già colpito da oltre 6000 frane e interessato da eventi alluvionali devastanti nel maggio 2023 e nel settembre 2024.

Secondo TESS, le parole di Valbonesi, che ha affermato che i parchi eolici non sono meno impattanti delle centrali elettriche e che la Regione andrà avanti con i progetti in Appennino “rispettando i vincoli esistenti”, sono inaccettabili. “Proprio per quei vincoli – replica TESS – questi territori dovrebbero essere dichiarati in toto non idonei. La biodiversità, la fragilità idrogeologica, la ricchezza culturale e la vocazione turistica rendono i crinali appenninici assolutamente incompatibili con impianti industriali invasivi”.

A rafforzare la posizione della coalizione ci sono anche i documenti ufficiali della stessa Regione Emilia-Romagna, che nel settembre 2024 aveva inviato al Ministero dell’Ambiente (MASE) una serie di osservazioni fortemente critiche sul progetto Montebello, dichiarandone la non idoneità paesaggistica, ambientale e idrogeologica, in base alla normativa vigente e alla Delibera Regionale n. 717/2025 sulle aree non idonee.

Crinali tutelati, boschi, fasce fluviali, aree di interesse pubblico, parchi, frane attive: tutte caratteristiche presenti nel sito prescelto per l’impianto. Eppure, osserva il Gruppo Civico, “Valbonesi non ha preso una posizione chiara contro il progetto Montebello, mentre la stessa Regione – in modo coerente – si è opposta con forza all’analogo impianto toscano di Badia del Vento. Perché due pesi e due misure?

TESS ricorda inoltre che, secondo gli studi ISPRA, la transizione energetica si può e si deve fare senza devastare i territori: è possibile raggiungere gli stessi obiettivi ambientali investendo su fotovoltaico diffuso, installato su tetti, aree già urbanizzate o degradate, generando posti di lavoro stabili, riducendo i costi in bolletta e valorizzando l’autoproduzione energetica.

La replica si chiude con una domanda che è anche un appello alla coerenza e alla responsabilità politica: “Perché difendere l’Appennino toscano e abbandonare quello romagnolo? È davvero questo il modello di transizione che vogliamo?”.

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