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Un ricordo dell’eccidio di Padulivo

La lettera dove il figlio dell’ufficiale tedesco chiede perdono

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1954 – Nel decennale dell’eccidio si riconosce il Cav. Ugo Jona presidente all’epoca dell’Ass. Vittime Civili 1954 – Nel decennale dell’eccidio si riconosce il Cav. Ugo Jona presidente all’epoca dell’Ass. Vittime Civili © A.Giovannini
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Lo scorso mercoledì 10 luglio 2024 in occasione dell’80° anniversario dell’eccidio nazi-fascista di Padulivo, nel Comune di Vicchio, dove 15 martiri innocenti, furono fucilati dai tedeschi, si è svolta la cerimonia commemorativa alla presenza del  Sindaco Francesco Tagliaferri, con alcuni consiglieri, del Cav. Aurelio Frulli, presidente dell’Associazione Nazionale delle Vittime Civili di Firenze, il comandante della Stazione dei Carabinieri, la Polizia Municipale, i rappresentanti della locale sezione dell’Anpi, il Gruppo Alpini, oltre a qualche lontano congiunto delle vittime civile di quella tragica rappresaglia. 

“- Dieci anni sono passati da quel tragico 10 luglio del 1944 - scriveva il 10 luglio del 1954 il Signor Ernesto Galardi padre di Aldo e zio di Pietro Bastianelli trucidati insieme ad altri 13 martiri, dai tedeschi dopo una rappresaglia - che molti presenti ricorderanno; e particolarmente coloro per i quali, al pari di me, tale data è rimasta infissa come una spina nel cuore. E’ superfluo che elenchi i nomi delle vittime, ormai ben conosciuti, sono quelli di 15 persone semplici ed oneste, quasi tutte giovanissime, che aspiravano soltanto ad essere lasciate al lavoro che amavano e che per loro e per le loro famiglie costituiva un bisogno materiale e morale. Benchè non fossi presente – continuava Ernesto Galardi– è sempre vivo nella mia mente quel luminoso giorno di piena estate, quando per la grande trasparenza dell’aria, da questa ridente collina si poteva dominare l’immensa distesa della campagna fino alla catena degli Appennini: immensa distesa che ci appare nelle più varie e smaglianti gamme di colore –“.

Per non disperdere memoria i caduti furono Bastianelli Pietro, Calzolai Valeriano, Fibbi Attilio, Gabellini Antonio, Aldo Galardi, Maria Giudici, Landi Annibale, Menicucci Aurelio, Parigi Giovacchino, Poggiali Renato, Sartoni Nello, Zagli Nello, Zagli Ettore, Mario Banchi e Renzo Gottardi. Quest’ultimo era un giovane seminarista di Borgo San Lorenzo (suo fratello don Mario è stato per 40 anni parroco della Chiesa di Legri sopra Calenzano), sfollato con la sua famiglia sui contrafforti del Monte Giovi. Anch’esso innocentemente catturato, come sempre raccontato dal fratello sacerdote, Renzo chiese ai suoi carnefici di recitare insieme a tutti gli altri il Padre Nostro (peccato non c’era nessuno della chiesa vicchiese, ma erano stati invitati?), poi una raffica di mitraglia pose fine alla vita di questi poveretti, morti innocenti, come scrisse Ernesto Galardi, e come urlò quattro  anni orsono il figlio (che allora aveva sei anni) di un caduto, per una rappresaglia che si poteva evitare.

Questa è la storia, anche se ormai lontana nel tempo e nello spazio; resta il dolore dei congiunti dei caduti e del figlio del Capitano Luley che diede l’ordine di fucilare gli ostaggi, che chiedeva perdono del folle gesto del padre. Così scrisse il figlio Bijorn Luley quattro  anni orsono 2018.

“ - Il Capitano Luley, corresponsabile del massacro di Vicchio, era mio padre. È morto nel 1997, come suo figlio, mio fratello, nato nel 1949; vorrei scusarmi con tutti i discendenti delle vittime per l'azione di mio padre. Possa mai più la guerra tra i nostri popoli e nessun fascismo o nazionalsocialismo. Per la pace, la libertà e il rispetto reciproco. Björn Luley; Francoforte / Germania- domenica 25 febbraio 2018“

Parentesi di vita vissuta, in tutti i lati e in tutti i sensi, veramente drammatica e ingiusta. Il tutto, come ci raccontava il figlio di un caduto che abita a Firenze, per un cavallo zoppo!”  Domenica prossima 21 luglio 2024 ci sarà la cerimonia a Crespino sul Lamone con i suoi 44 morti. I ricordi continuano. 

 

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Commenti 1
  • Xlu

    Leggendo il commento che di seguito riporto si capisce il livello delle persone davanti alle tragedie......cosa vuol dire chiedere di più??? soldi...... Stefano Capecchi: Sarebbe utile anche per ricerca storica avere documentazione sul padre , ancora non e stata dichiarata e individuata l unità che ha perpetrato l eccidio. Magari si poteva indagare e chiedere di più

    rispondi a Xlu
    gio 11 luglio 16:35