OK!Valdisieve

Varlungo e quel restyling recente già da buttare via

Stufi delle promesse non mantenute e dal degrado insorgono i residenti.

  • 395
Via Aretina Via Aretina © Street View
Font +:
Stampa Commenta

Il Quartiere 2, oltre alla nota piazza "fantasma" Nannotti (ancora irrisolta dopo un decennio di promesse e di cui abbiamo parlato più volte), annovera nel suo territorio un'altra area di recente realizzazione ma già fatiscente, simbolo non solo di degrado, ma anche di una pessima politica progettuale. Siamo a Varlungo, dove l'area di via Aretina, dall'incrocio col sottopasso di via del Gignoro e fino alla strettoia che doveva diventare l'agorà del rione, è un simbolo di mala amministrazione.

Una riqualificazione fatta spendendo migliaia di euro per marciapiedi allargati e pavimentati, aree pedonali con aiuole, fioriere e panchine di design per la socialità che, come per altri progetti, si sono rivelati belli solo nei rendering e giusto nel momento del taglio del nastro. Poi solo abbandono, incuria e degrado.

Un primato che non entusiasma nemmeno il Presidente Michele Pierguidi, il quale, a dire il vero, è il primo, come si legge sulle pagine de La Nazione, a sottolineare "che i cittadini hanno ragione a sentirsi presi in giro quanto me," ricordando come, dopo una riunione specifica a giugno con gli Assessori Albanese e Giorgetti, si fosse garantito un intervento a breve. "Non si è mosso niente, benché da subito abbiamo sollecitato e continuiamo a farlo, la Direzione Ambiente e la Direzione Nuove Infrastrutture."

L'agorà di Varlungo è ignorata anche da questa amministrazione, oltre ad essere stata mal progettata da alcune facenti parte? Oggi è fatta di panchine (sottolineiamo ancora di design) spaccate, sbucciate, sgangherate e sbullonate, laddove non sono transennate perché pericolose; di aiuole senza piante, ma ricche di rifiuti, dove a qualche commerciante volenteroso che si offriva di adornarle è stato detto, a suo dire, di non farlo; di pavimentazione già degradata, di una fontanella triste priva d'acqua, quasi come simbolo dell'abbandono, e di aiuole mai curate in un'area poco pulita, dove le strisce pedonali realizzate sopraelevate e con pavimentazione sono del tutto invisibili, perché sbiadite e scarsamente illuminate. Infine, come ciliegina sulla torta, dato che il degrado chiama degrado, le aiuole e i polloni degli alberi vengono abitualmente usate, come riferiscono abitanti e commercianti, dagli spacciatori per il loro mercato.

Gli ideatori e autori di questi "restyling-scempio" sono già "passati" per la politica, e speriamo di cuore lo siano anche per gli uffici tecnici, grazie alla meritata pensione, poiché questo ampio uso di arredi di design, così amati da certi architetti ma poco pratici e utili, che si degradano in breve tempo come quelli di piazza Nannotti, via Aretina e via Gioberti, tanto per fare alcuni esempi, sono uno scandalo di superficialità e sperpero dei soldi pubblici che meriterebbe un approfondimento ad hoc.

I rioni vanno vissuti ogni giorno, anche come contrasto al degrado, e tanti cittadini di Varlungo si erano illusi in quel 2007 di avere ottenuto finalmente uno spazio bello e vivibile e si sono illusi a giugno di vederlo riqualificare.

Lascia un commento
stai rispondendo a