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Chiuse le urne. Anche Officina Vicchio 19 attacca il sindaco per il post pro-Giani

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Spiega una nota della lista civica: Ci scusiamo per la lunghezza del post ma vi preghiamo di aver pazienza e vi invitiamo a legger tutto fino alla fine, ne vale la pena. Abbiamo aspettato la chiusura delle urne, a differenza di chi delle regole sembra fregarsene, per esprimere la nostra condanna al mancato rispetto del silenzio elettorale da parte del sindaco di Vicchio Filippo Carlà Campa.

Utilizzare due profili personali e addirittura uno riconducibile alla sua amministrazione, che dovrebbe solo fungere da volano per le attività delle associazioni paesane, per fare campagna elettorale ad urne aperte ci sembrano gravi mancanze da parte di chi, come primo cittadino, è chiamato a dare l'esempio.

Dichiararsi stupito della bassa affluenza ed invitare a chiamare cinque persone ciascuno per far vincere un candidato è quanto meno grottesco. Indipendentemente dal candidato indicato. Invocare una sorta di catena di S. Antonio fatta con un numero di telefonate da completare rimanda a una politica e una comunicazione approssimativa, grottesca “un tanto al chilo, che faccio lascio?”. 40 anni di televisione commerciale in effetti hanno permeato il tessuto politico, questa mossa infatti ricorda più un abile venditore di pentole e materassi sul piccolo schermo che un primo cittadino. Il prossimo consiglio verrà convocato a Milano 2?

Per non parlare della gravità di rompere il silenzio elettorale.

Il risentimento più grande però ce lo regala Vicchio online, una pagina Facebook molto vicina a questa amministrazione con un buon seguito. Tale pagina è utilizzata per promuovere attività della realtà associazionistica paesana e per comunicazioni di eventi e notizie da parte dell’amministrazione.

Durante il lockdown facemmo una sottoscrizione interna e destinammo risorse per l’acquisto di materiale scolastico da offrire alle famiglie in difficoltà. Chiedemmo alla pagina in questione di divulgare l’appello, vale a dire la possibilità di chiedere materiale contattandoci. Era il modo per raggiungere più persone possibili che avessero bisogno di una mano.

Ci venne risposto che la pagina non poteva assolutamente discostarsi dalle finalità per la quale era nata, vale a dire promozione attività delle associazioni e comunicazioni dell’amministrazione. Una pagina lontana dalla politica.

Ecco, ieri quella pagina ha condiviso l’appello al voto del primo cittadino.

Aiutare le famiglie in difficoltà era forse meno nobile? O il problema forse è che quell’iniziativa l’avevamo pensata, realizzata e pagata noi? Ognuno col contributo che poteva dare.

Questa è soltanto una delle dimostrazioni di come si gestisce la comunicazione in questo paese. Canali che nascono per essere almeno in teoria pubblici vengono usati in un personalistico Cicero pro domo sua.

Non è una novità nel panorama vicchiese. Sempre in periodo di fine lockdown l’amministrazione non si fece scrupoli ad utilizzare la pagina Facebook ufficiale del comune per stigmatizzare un nostro voto contrario, raggiungendo abissi di bassezze da fossa delle Marianne.

Che si tratti di elezioni o del come e dove indossare correttamente una mascherina, gli eletti devono essere un riferimento per la comunità e tale riferimento non può fregarsene bellamente delle regole basilari.

Il tempo dello show è bene che finisca presto e si torni alla sobrietà che più si addice a chi deve amministrare un paese.

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