"Voci del XV Libro Bianco sulle Droghe" questo il titolo della serie podcast lanciata dall'Associazione Luca Coscioni e prodotto in collaborazione con Eumans, che dopo aver lanciato una serie di ben 102 diffide alle Direzioni generale per le ASL delle città che ospitano i 189 istituti penitenziari italiani, torna a denunciare le gravi carenze e le pessime condizioni igienico-sanitarie dovute al sovraffollamento delle carceri. Il podcast si sofferma sull'impatto che la "guerra alle droghe" e la legislazione sul consumo di stupefacenti in Italia, che criminalizza tale comportamento invece di inquadrarlo in un'ottica sanitaria, ha sul sovraffollamento nelle carceri.
Nonostante la Toscana sia agli ultimi posti nella classifica nazionale per il sovraffollamento delle carceri, "solo" il 99% sulla media nazionale (3.059 uomini e 85 donne), sono comunque drammatiche le condizioni dei detenuti documentate e raccontate anche sulle pagine di questo giornale (questo l'articolo).
Il podcast prende le mosse dalla quindicesima edizione del Libro bianco sulle Droghe dal titolo "Il gioco si fa duro, quindicesima edizione del Libro Bianco sulle Droghe, un rapporto indipendente sugli effetti del Testo Unico sugli stupefacenti (DPR 309/90)", promosso da numerose realtà impegnate nella difesa dei diritti civili e del diritto alla salute come: La Società della Ragione, Forum Droghe, Antigone, CGIL, CNCA, Associazione Luca Coscioni, ARCI, LILA e Legacoopsociali con l’adesione di A Buon Diritto, Comunità di San Benedetto al Porto, Funzione Pubblica CGIL, Gruppo Abele, ITARDD, ITANPUD, Meglio Legale e EUMANS.
I dati emersi dalla quindicesima edizione del Libro Bianco raccontano di 61.133 presenze in carcere, con oltre un terzo per reati di droga. Si tratta di una significativa pressione sul sistema penitenziario, dove 12.946 detenuti – pari al 34,1% del totale – sono in carcere per violazioni della legge sulle droghe del 1990, una percentuale quasi doppia rispetto alla media europea del 18%. Non solo, 17.405 detenuti sono registrati come tossicodipendenti, il 28,9% del totale, un ulteriore record negativo dai tempi della legge Fini-Giovanrdi. L'articolo 73 del Testo unico sulle droghe ha causato 10.697 ingressi in carcere nel 2023, il 26,3% del totale, contribuendo in maniera significativa al sovraffollamento.
Di seguito le puntate del podcast già online:
- L'Italia e la 309/90
- Le condizioni di vita dei detenuti
- 20 e 23 agosto: L’esigibilità del diritto alla salute
- 27 e 30 agosto: I corpi in carcere
- 3 e 6 settembre: L'Italia, l’Europa, il mondo
- 10 e 13 settembre: Scenari internazionali.
Questa è la classifica completa del sovraffollamento nelle carceri nelle regioni italiane:
- Regione Puglia - 144% (4.037 uomini e 220 donne)
- Regione Lombardia - 143% (8.349 uomini e 464 donne)
- Regione Friuli-Venezia Giulia - 140% (651 uomini e 27 donne)
- Regione Veneto - 135% (2.513 uomini e 131 donne)
- Regione Lazio - 129% (6.409 uomini e 433 donne)
- Regione Molise - 129% (355 uomini)
- Regione Basilicata - 125% (460 uomini)
- Regione Emilia-Romagna - 124% (3.541 uomini e 172 donne)
- Regione Campania - 120% (7.200 uomini e 331 donne)
- Regione Liguria - 120% (1.268 uomini e 66 donne)
- Regione Umbria - 119% (1.531 uomini e 69 donne)
- Regione Calabria - 110% (2.918 uomini e 67 donne)
- Regione Marche - 110% (905 uomini e 21 donne)
- Regione Piemonte - 109% (4.186 uomini e 160 donne)
- Regione Sicilia - 104% (6.497 uomini e 252 donne)
- Regione Abruzzo - 101% (1.602 uomini e 88 donne)
- Regione Toscana - 99% (3.059 uomini e 85 donne)
- Regione Trentino-Alto Adige - 91% (426 uomini e 46 donne)
- Regione Sardegna - 83% (2.128 uomini e 50 donne)
- Regione Valle d’Aosta - 80% (146 uomini
Queste le parole dell'ex senatore radicale Marco Perduca, attualmente membro dell'Associazione Luca Coscioni e Presidente del Referendum sulla legalizzazione della cannabis, oltre a essere coordinatore di numerose iniziative legate all'antiproibizionismo:
A quasi trentacinque anni dalla sua emanazione, la legge 309/90, altresì nota come Testo Unico sugli Stupefacenti, costituisce il principale strumento di carcerazione in Italia. Il controllo di un fenomeno sociale di tali proporzioni, come il mercato delle sostanze illecite, è stato affidato a una gestione che, invece di inquadrarlo in un’ottica sanitaria, ha optato per una criminalizzazione sempre più aggressiva nei confronti dei consumatori, minando così la tutela costituzionale del diritto alla salute. Ad oggi, oltre un detenuto su tre è incarcerato ai sensi del Testo Unico sulle Droghe: una chiara rappresentazione di come si sia passati da politiche di welfare a logiche securitarie.