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Un volontario fiorentino e una dottoressa russa sconfiggono la guerra

Il Nucleo Operativo di Protezione Civile salva un malato russo, nonostante l'embargo. Lo scambio delle cellule staminali nell'aeroporto di Istambul.

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Massimo e Feruza Massimo e Feruza © ufficio stampa
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Sembravano due passeggeri qualunque agli occhi dei molti che nell'aeroporto di Istanbul - uno dei più grandi del mondo - gli hanno incrociati fra coincidenze e gate.
Loro si cercavano e non è stato facile trovarsi perché entrambi, a causa di regole e leggi internazionali talvolta incomprensibili avevano la necessità di non uscire dall'area neutra aeroportuale.
La Turchia è l'unico paese al mondo che poteva permettere quell'incontro.

Massimo passaporto italiano proviene da Fiumicino e ha fra le mani un bagaglio speciale contenente delle cellule staminali che servono per salvare la vita a un malato di leucemia di Mosca.
Le ha prese in consegna in un ospedale del nord e si è fatto mezz'Italia in treno per imbarcarsi a Roma perché è incappato pure nello sciopero aeroportuale. 
A Mosca non può andare, Putin vieta l'ingresso ad ogni europei anche se si tratta di un ingresso speciale che serve per salvare la vita a un russo!

Feruza passaporto russo proviene da Mosca ed è una giovane e minuta dottoressa che lavora nell'ospedale dove si trova il malato che deve ricevere le cellule che ha in mano Massimo.
Lei per le stesse regole imposte dal suo dittatore non poteva venire in Italia a prendersi quelle cellule salvavita per il suo paziente figlio di madre Russia.

Ecco perché sono lì entrambi ad Istambul a cercarsi in quell'aeroporto immenso.
Devono trovarsi ora che sono scesi dai rispettivi voli per raggirare quell'assurda regola in nome della vita, l'ultima possibilità di vita di quel paziente.

Non è una missione facile anzi.
E' una missione difficile e complessa messa in piedi proprio da Massimo che è il presidente e quindi il più esperto "corriere" del Nucleo Operativo di Protezione Civile Logistica dei Trapianti eccellenza italiana nel mondo con sede a Firenze che insieme a IBMDR l’organismo istituzionale nazionale che cerca su scala mondiale le compatibilità tra donatori e riceventi in caso di trapianti di midollo ha organizzato la missione.

Massimo e Feruza si trovano e s'incontrano. Una stretta di mano e poi senza dare troppo nell'occhio si incamminano verso un salottino riservato dove poter fare "il passaggio di mano" del materiale salvavita.
Lo fanno nelle luci soffuse dai toni rosa di una saletta un po' defilata. Lo fanno con scrupolo e attenzione senza dare troppo nell'occhio.
Un  "good look" e un cenno di saluto con la mano sono il segno che lo scambio è fatto.
Le cellule salvavita sono ora passate nelle mani di Feruza.

Tornano fra la folla dell'aeroporto mescolandosi ad essa. Un ultimo cenno di saluto e poi si danno le spalle e ognuno torna nel suo paese.
Le preziose cellule salvavita che Massimo aveva ritirato nel nord Italia adesso si stanno imbarcando per Mosca insieme a Feruza che appena atterrata correrà all'ospedale dove con la sua equipe effettuerà il trapianto, mentre Massimo salirà sul primo volo per l'Italia per fare rientro.

Massimo Pieraccini presidente e fondatore del Nucleo Operativo e Ufficiale al Merito della
Repubblica Italiana non nasconde la sua emozione quando racconta di questa missione delicata e complessa.
Racconta di come l’annuncio di benvenuto del pilota all’aeroporto turco con un “welcome to Istanbul world meeting point ” (benvenuti a Istambul punto d’incontro del mondo) sia stato un chiaro segnale di buon auspicio.
"Quando ho sentito questo annuncio ho pensato subito che sembrava coniato
appositamente per me e Feruza che venivamo da due paesi diversi per incontrarci, stare insieme pochi minuti e poi tornare ognuno da dove eravamo venuti. Lei con quel dono che rappresentava la sopravvivenza per il suo ammalato, io con l’emozione di aver dato un contributo a quella sopravvivenza.


"Sono stati pochi minuti, quelli dello scambio, vissuti su un divanetto appartato - prosegue il suo racconto Pieraccini - mi ha ricordato un po' l’attività delle spie al tempo della guerra fredda, ma noi eravamo riscaldati dal nobile scopo di salvare una vita,.

"Con una guerra ancora in corso e grandi difficoltà logistiche nell'organizzare gli scambi da e per la Russia, la solidarietà umana vince ancora attraverso il dono della vita —
afferma
Nicoletta Sacchi, direttore IBMDR. Un ragazzo italiano iscritto al Registro nazionale IBMDR
ha donato le sue cellule staminali emopoietiche a favore di un paziente russo in attesa di
trapianto di midollo osseo, ricambiando il dono ricevuto poco tempo fa da un donatore russo a favore di un nostro ricevente.

Grazie all'idea di eseguire " uno scambio" di questo prezioso dono della vita ad Istanbul e ai corrieri del Nopc che come sempre si sono messi a diposizione, malgrado scioperi e guerre, abbiamo ancora una volta dimostrato che la solidarietà non conosce nè limiti, nè confini..

Grazie Massimo, grazie Feruza!

Grazie al toscano Massimo Pieraccini e al Nucleo Operativo di Protezione Civile che con il complesso trasporto di midollo osseo dal nord Italia hanno salvato la vita a un giovane ammalato. ❤

Pubblicato da Eugenio Giani su Domenica 25 giugno 2023

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