Indimenticato e indimenticabile Presidente della Repubblica dal 1978 al 1985 e amatissimo per la sua capacità comunicativa e il linguaggio schietto e diretto, Sandro Pertini ebbe sin dalla gioventù un legame stretto con Firenze, dove nel 1924 conseguì la laurea in Scienze Politiche alla "Cesare Alfieri", avendo già conseguito nel 1923 quella in Giurisprudenza a Modena.
A Firenze la moglie Carla lavorò come operatrice nei servizi sociali, raggiungendolo poi a Roma nei fine settimana.
Nel luglio 1944, inoltre, Pertini trovò rifugio in via Ghibellina, al civico 109, presso la famiglia Bartoletti e l'11 agosto prese parte agli scontri per la liberazione della città.
Una vita intensa, piena di battaglie e travagli, quella di Pertini, per il quale giustizia sociale e libertà erano inscindibilmente connesse.
Socialista della prima ora, antifascista, detenuto politico, confinato, esule, esponente della Resistenza, tra i massimi dirigenti del Comitato di liberazione nazionale Alta Italia (CLNAI) e deputato, Pertini interpretò in modo del tutto nuovo il ruolo di Presidente della Repubblica, rendendolo dinamico e intervenendo nella vita politica in modo diretto, riuscendo spesso, grazie al prestigio di cui godeva, a farsi ascoltare in modo trasversale nelle sue incursioni.
Dette così il via all'esercizio di quel potere di esternazione che, da lui in poi, avrebbe sempre rappresentato una decisiva azione di stimolo alla vita politica del Paese.
In un momento storico-sociale complesso e delicato, Pertini divenne per molti il rappresentante di un'Italia diversa, non toccata dagli scandali, punto di riferimento dalla grande umanità e capace di un contatto costante con i cittadini, sia quando invitava le scolaresche a visitare il Quirinale e dialogare con lui, sia attraverso la tv, quando si affacciava nelle case degli italiani.
Un esempio fu la volta in cui, con il suo appello "Fate presto", in seguito al terremoto in Irpinia del 1980, denunciò pubblicamente l'impotenza e l'inefficienza dello Stato nei soccorsi in un famoso discorso televisivo a reti unificate.
Pertini era al fianco degli italiani in ogni circostanza, tragica o lieta, come quando partecipò alla vittoria dell'Italia ai Mondiali di calcio del 1982 a Madrid.
Per il suo spessore umano, sociale, civile e politico e per il legame con Firenze, il 16 maggio 1985 Pertini, in visita in città per l’inaugurazione delle grandi mostre etrusche, viene insignito della cittadinanza onoraria dal sindaco Lando Conti, nel Salone dei Cinquecento.