
Ecco il contributo arrivato in redazione da Marika Corso, vittima e poi testimone di quanto accaduto negli anni nella comunità degli orrori de "Il Forteto". Lei (che con Rodolfo Fiesoli e compagni c'è stata dal 1983 al 2008, cioè da quando aveva 8 anni), nel 2010, insieme ad altri ragazzi, ha deciso di "fidarsi della magistratura" e raccontare la sua verità. Sempre in prima linea nel dibattito su cooperativa, comunità e sviluppi delle indagini, ha scelto di prendere, di nuovo, una posizione precisa.
Scrivo a OK!Mugello per cercare di fare chiarezza. Ultimamente leggo articoli e post sui vari social dove viene fatta disinformazione: a volte con il chiaro intento di spostare il problema altrove. Vi spiego meglio. Per esempio l’articolo scritto dal consigliere Paolo Sarti e Monica Sgherri, dove si parla dell’azienda come se stesse fallendo, o fosse in crisi, non corrisponde esattamente alla verità. Infatti, sono solo calate un po' le vendite, nulla di più. Ma parlarne, chiaramente, distoglie l’attenzione dal problema principale. Dovrebbe esserci maggiore impegno nello scoprire, tramite la nuova commissione d’inchiesta bis, chi c’è dietro questo schifoso sistema dove bambini più bisognosi di altri sono stati usati e abusati crudelmente! E la priorità non può che essere quella di far allontanare dal proprio posto di lavoro chi (come assistenti sociali, psicologi e giudici) non ha protetto questi bambini, dimostrando di non svolgere il lavoro per cui viene pagato. A me, di non fare bene il mio lavoro, può succedere con scatole di cartone: ma loro, invece, cambiano la vita delle persone. Poi c’è lo spietato vittimismo dei dipendenti esterni che pubblicano articoli su articoli nei quali ci accusano di denigrare e fare cattiva pubblicità al Forteto, scrivendo che loro sono vittime di questa situazione giudiziaria, che loro non c’entrano niente. Allora, in tal caso, ricordo che la sentenza l’ha scritta un giudice: e spiega molto bene perché condanna anche la cooperativa. I dipendenti esterni parlano di lavoratori innocenti, ma lì sono impiegate anche le vittime di quel sistema, così come i condannati, che tuttora, incredibilmente, comandano. Sulla carta ci sono altri nomi, certo, ma l’azienda è capeggiata e diretta dai condannati. Non dimentichiamolo mai. Per ultimo voglio dire questo: i dipendenti esterni hanno testimoniato al processo, quindi, non sono proprio al di fuori della situazione giudiziaria. Smettiamola di dire che al Forteto hanno abusato e maltrattato bambini ma fanno un buon formaggio. Anche perché nessuno, in verità, l’ha mai messo in dubbio. Ma non perdiamo di vista il problema principale. Il 29 Gennaio nella sede della Regione ci sarà la presentazione del libro Setta di Stato: un altro appuntamento importante per discutere e riflettere. Interverrò anch’io nell’incontro, portando la mia testimonianza diretta. Invito tutti a partecipare, perché la storia del Forteto non è finita. Marika Corso