
OK!Mugello si conferma luogo di discussione e di espressione delle posizioni più diverse. Questa volte ospitiamo una riflessione di Rodolfo Ridolfi (Forza Italia- Azzurri del '94) nell'anniversario dell'assassinio del Professor Marco Biagi:
Il professor Marco Biagi fu ucciso sotto casa sua a Bologna dai terroristi delle Brigate Rosse Partito Comunista Combattente la sera di martedì 19 marzo 2002. Marco Biagi ha avuto la capacità di realizzare in atti normativi il frutto delle sue ricerche scientifiche lasciando nell'ordinamento una traccia tutta personale, ed imponendosi con la forza delle idee. Giova ricordare che una delle materie di cui più si è occupato Marco Biagi è stata quella delle cooperative, fin dal 1983 con numerosi saggi successivi, che dimostrano da una parte la ricerca continua di nuove soluzioni e dall'altra la passione. Nella sua attività di studioso del mondo del lavoro collaborò con il Comune di Milano, con l'Unione Europea, con i sindacati e con la Confindustria, fu consulente dei ministri Bassolino, Treu e del bolognese Angelo Piazza, scrisse un libro sulle politiche del lavoro con Tiziano Treu, faceva parte del Cnel, il consiglio nazionale dell'economia e lavoro, e dell'Arel l'istituto di ricerche economiche di Nino Andreatta. Fu il sottosegretario di Berlusconi Maurizio Sacconi che lo volle al Ministero del Lavoro per il quale ha lavorato al Libro Bianco. Ricordiamo tutti come nonostante l’importanza scientifica immediata, Cofferati con uno stile da “cattivo maestro definì la sua ricerca “libro nero e limaccioso” come se si trattasse di cosa infetta. In questi anni il “libro bianco sul mercato del lavoro”, definito da Biagi un testo che “può davvero costituire un punto di svolta per il diritto del lavoro prossimo venturo”, ha dispiegato effetti concreti. Biagi ha pagato con la vita per le sue idee, per la sua modernità e per il suo riformismo ("...Ti lascio immaginare come possa vivere tranquilla la mia famiglia, scriveva in una lettera: - Ora collaboro anche con Confindustria e Cisl, nonché con lo stesso ministro Maroni, realizzando sul piano tecnico una strategia di flessibilità sul lavoro. Sono molto preoccupato perché i miei avversari (Cofferati in primo luogo) criminalizzano la mia figura. La Regione Emilia-Romagna molto opportunamente partecipa direttamente alla Fondazione universitaria intitolata al Professor Marco Biagi. La sinistra vorrebbe essere riformista ma non riesce a rendersi autonoma di fronte a un sistema di relazioni sindacali che funziona sempre peggio, in tutti i settori chiave, da quello metalmeccanico a quello giornalistico, dal lavoro statale ai servizi pubblici. È la stessa sinistra che, per paura di mettere in discussione la propria politica del lavoro dell'ultimo quarantennio, condannava Biagi quando denunciava quello italiano come il «mercato del lavoro peggiore del mondo» Questa sinistra nonostante il job acts fatta di sepolcri imbiancati che parlano a vanvera di precarietà e non la raccontano giusta sul vero precariato quello di molte cooperative rosse del comparto sociale che sfruttano i lavoratori negando loro le stesse tutele dei lavoratori dello stesso comparto, è ambigua poco trasparente troppo ingessata per rappresentare una occasione di sviluppo e modernizzazione del Paese. Nell'anniversario della sua tragica scomparsa come ricorda Renato Brunetta. "E' bene che oggi tutti riflettiamo ancora su quei lontani episodi per ricavarne la necessaria lezione. L'intolleranza, la supponenza, il rifiuto del confronto democratico sono i mali antichi che si rinnovano continuamente, pur in forme e morfologie diverse, in un sistema politico che non ha ancora trovato la giusta ricetta che garantisca la necessaria e indispensabile convivenza". Se vogliamo onorare realmente la figura di Biagi è necessario confrontarci con questo male oscuro, che tanto danno continua a recare al nostro Paese.