
Anche la redazione di OK!Mugello era presente, lunedì 19 marzo, tra gli invitati a Firenze per l'inaugurazione, presso la galleria degli Uffizi di Firenze, della mostra 'La Galleria degli Arazzi, Epifanie di tessuti preziosi". E guardando le scene ritratte sui preziosi drappi, scene di caccia o di festa, non era possibile non pensare alla nostra Terra, così tanto e profondamente legata alle Storia dei Medici.
La Galleria degli Uffizi ha così inaugurato la stagione espositiva del Polo Museale Fiorentino Firenze 2012. Un anno ad arte con una mostra dedicata agli arazzi, i “manufatti che forse meglio di ogni altra tipologia rappresentano la magnificenza delle corti europee del Rinascimento maturo” (Soprintendente, Cristina Acidini), conservati agli Uffizi.
Tra le collezioni della Galleria, quella degli arazzi che per decenni sono stati esposti nei corridoi ‒ oltre che nel Corridoio Vasariano, in alcune sale, nei vestiboli e in Tribuna, dove tutt’ora rimangono tre soprapporte ‒ è pressoché ignota ai più, essendo stata rimossa nel 1987.
“La mostra - dice infatti il Direttore degli Uffizi, Antonio Natali - consentirà così ai visitatori di apprezzare un settore prezioso delle collezioni, la cui fama - antica e nobile - è andata declinando a causa dell’assenza degli arazzi, per ragioni conservative, dai luoghi aperti ai visitatori oramai da decenni”.
Gli arazzi sono infatti opere d’arte che il tempo consuma impietoso, assai più d’altri manufatti. La luce, la polvere, la trazione e la gravità conseguente all’appendimento, sono le cause principali della degenerazione del loro stato conservativo. Al pari delle opere su carta, gli arazzi, come i tessuti in genere, non possono essere esibiti per lassi di tempo troppo lunghi, pena un degrado che porta a un progressivo sbiadimento dei colori. Chi abbia avuto la ventura d’essere ammesso a un laboratorio di restauro d’arazzi e abbia pertanto avuto l’agio d’osservare da vicino il rovescio di quei panni, sarà rimasto sbalordito al cospetto della cromia accesa che li caratterizza, essendo – il rovescio – naturalmente scampato all’ingiuria della luce, coi colori che ancora quasi si offrono alla stregua d’un tempo; e avrà del pari provato sconcerto constatandone il divario col recto; divario tanto più brusco, quanto più lunga sia stata l’esposizione di quell’arazzo alla luce. Quel vigore smagliante dei colori percepibili anche in mostra dove è esposto sul rovescio uno degli arazzi delle Feste dei Valois.
La mostra è stata promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana, la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, la Galleria degli Uffizì, Firenze Musei e l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze.