
Ci sono momenti nella vita in cui il destino bussa con discrezione, ma chi ha occhi per vedere e cuore per scegliere non esita a rispondere. Così fa Tommaso Romei, "Tommi" per chi lo conosce davvero, che a 22 anni, con ancora l’eco dell’inno di Mameli nelle orecchie dopo i Mondiali di gennaio, prende una direzione nuova. Dalle Alpi altoatesine di Merano alle rive tranquille e cariche di storia del Lago di Costanza, dove l’attende una maglia giallonera e un pubblico affamato di emozioni.
Romei non è solo un "pivot". È un concentrato di energia e intuizione, un corpo in perenne lotta contro la gravità e gli spazi stretti del 6 metri, dove ogni centimetro è guadagnato con sudore e testa alta. Il suo arrivo al Bregenz Handball non è una semplice operazione di mercato, ma l’ennesimo segno di una pallamano che vuole crescere, e che lo fa affidandosi a chi ha il fuoco dentro.
“Sono stato due giorni a Bregenz ed ero molto soddisfatto della società e del modo in cui lavorano con i giocatori”, ha raccontato Tommi, con quella sincerità che è propria di chi ancora non ha imparato a parlare per frasi fatte. “Farò del mio meglio per ricambiare la fiducia.”
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Parole semplici, ma cariche di consapevolezza. Perché dietro quell'entusiasmo giovanile, c’è il peso di una scelta: uscire dalla comfort zone, misurarsi con un nuovo campionato, una nuova lingua, un diverso modo di intendere lo sport.
Bregenz, dal canto suo, non è solo una piazza importante dell’Austrian Handball Liga. È un club con una lunga storia, un palazzetto che vibra sotto i piedi quando la partita si fa serrata, e un pubblico che non perdona la mediocrità, ma che sa innamorarsi di chi lotta fino all’ultima sirena.
Nel rumore del tifo, tra tamburi e cori, sarà lì che Romei dovrà ritagliarsi il suo spazio. Come fece un tempo quel giovane italiano che partì per l’estero con la valigia piena di sogni e la voglia di diventare grande. La storia insegna che a volte serve andare lontano per scoprire chi si è davvero.
E se il percorso sarà duro – perché lo sarà – sarà anche formativo. La pallamano è, in fondo, una metafora perfetta della resilienza: si cade, ci si rialza, si prende posizione e si riparte. Sempre più forti, sempre più consapevoli.
Con l’arrivo di Romei, il Bregenz non guadagna solo centimetri e muscoli al centro della difesa. Guadagna un pezzo di futuro. E l’Italia, in cambio, può solo sperare che questo viaggio forgi un atleta ancora più completo da ritrovare in azzurro.