
Tra istanze di miglioramento, dialogo politico, manifestanti e sottili botta e risposta, tra l’11 e il 13 dicembre è andata in scena la sesta edizione della Leopolda, la kermesse renziana per eccellenza all’interno della celebre stazione fiorentina. Dal 2010 fino ad oggi non pochi sono stati i cambiamenti: quei giovani “rottamatori” del sistema politico del Paese, ora il Paese lo guidano; la bicicletta con cui l’agile Matteo Renzi arrivava per aprire la manifestazione, si è trasformata nell’auto blu del Premier. Giovanni Bettarini, ex sindaco di Borgo San Lorenzo e attuale assessore nella Città Metropolitana di Firenze vicino al sindaco Dario Nardella – che è stato uno dei protagonisti del week-end -, ha cercato di spiegare ad OK!Mugello, avendola vissuta in prima persona, cosa abbia significato questa Leopolda, che nonostante gli attacchi piovuti dalle colonne di alcuni eminenti quotidiani “è ancora necessaria, perché punto di riferimento per un percorso politico ormai avviato, per un discorso politico inclusivo che ha fatto vedere i frutti del Governo”. Sarebbero da allontanare allora le voci che vorrebbero la Leopolda come un’impropria “Quarta camera del potere”, perché, come ha appassionatamente dichiarato Matteo Renzi, il PD in questi anni ha fatto un corso accelerato per quanto riguarda l’analisi dei problemi italiani e le conseguenti soluzioni: “Non ha guardato ai sistemi politici (Renzi), ma agli obbiettivi da perseguire concretamente – afferma Bettarini – superando quello che era il più grande difetto della politica degli ultimi 20 anni, cioè l’autoreferenzialità e la poca vicinanza ai cittadini”. Da sottolineare, certo, le parole concitate di Nardella sulla situazione di Firenze: una città in cui il Jobs Act – definita “la più audace riforma da vent’anni a questa parte”- è riuscito a far calare il tasso di disoccupazione dal 10% al 7,5%, e che, contrariamente a quanto si possa credere “non vive solo di turismo, ma anzi ha un’esportazione doppia rispetto alle importazioni, 4 miliardi annui contro gli 8 di export […] E in cui – ha continuato l’assessore mugellano – c’è un continuo confronto con le principali aziende multinazionali, e tanto si sta facendo per far si che alla scuola si integri l’attività lavorativa. Tutte scelte che si ripercuotano anche sul territorio circostante, sul Mugello per esempio”. Ma passaggi discussi, forse oscuri, in questa Leopolda ce ne sono stati: la classifica dei titoli di giornale più errati e inappropriati (secondo il PD) è stato un gesto di cattivo gusto? Le inesistenti parole spese dal Ministro Maria Elena Boschi riguardo l’affaire banche e gli attacchi diretti di Roberto Saviano, sono di per sé una risposta o un tentativo di girare la testa dall’altra parte? Gli oltre 500 cittadini fermati dalla polizia in versione antisommossa a Porta al Prato che significato hanno? Bettarini ha avuto risposte chiare a riguardo. La graduatoria dei vari quotidiani si sarebbe trattato di “un tentativo di alleggerire la tensione” ma anche “un modo per far passare il messaggio che non si deve esagerare in campagne denigratorie ai danni del Governo, perché la realtà dei fatti è che riguardo le politiche sociali, la scuola e l’economia si è fatto tanto, come tanto ancora si sta facendo”. Per quanto concerne, invece, le polemiche attorno alla Boschi – figura di spicco della politica italiana, che sembra avere un vasto apprezzamento anche in Europa – “la scelta di non intervenire nel dibattito - spiega Bettarini - è stata giusta: perché quello di Saviano è un attacco personale, che poi è stato strumentalizzato”. Come esce, infine, il Pd da questa sesta Leopolda? E soprattutto il primo partito italiano, è anche un partito diviso al suo interno? "Quello del Pd è l’unico progetto politico in campo attualmente: e questo conta molto […] Siamo un partito grande e come tale all’interno ci sono diversi correnti, a volte contrastanti, sì, ma comunque in continuo confronto tra loro: ma è significativo che ci sia anche una leadership forte, e non facciamo finta che questo non abbia una sua importanza”. Tra applausi scroscianti e decise prese di posizione, il Segretario del PD, e Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha chiuso così la sua sesta Leopolda: "Abbiamo percentuali superiori a quelle delle Europee. Se si votasse oggi vinceremmo al primo turno”. Verità o illusione?
Nedo
Lo spero tanto..!