Fra i tanti edifici nel centro storico di Borgo San Lorenzo, a parte il palazzo del Podestà, non ce ne sono molti di antichi, poiché nel corso degli anni per non dire secoli, con l’abbattimento delle mura castellane e le Porte d’Ingresso, fra ‘700 e ‘800, anche molti edifici antichi subirono la stessa sorte. A parte qualcuno, come il palazzo dei Malaspina in piazza Cavour (all’epoca piazza dell’Orologio), dove si nota ancora lo stemma in pietra serena. Poi il palazzo (ex Municipio) in piazza del Popolo davanti alle scalinate e il Palazzo Romanelli in piazza Garibaldi (all’epoca piazza del Tribunale).
Ad onor del vero questo palazzo rinascimentale era di proprietà della nobil famiglia Pitti-Gaddi, ma una volta estinto il ramo borghigiano l’ultima di questa schiatta (ossia stirpe, generazione) si unì in matrimonio con un Romanelli. E quì iniziò fin dal ‘600 la dinastia di questa famiglia, che era proprietaria della Villa le Pergole, della Villa di Figliano e dell’antichissimo tempietto in cima alla collina di San Donnino (i Pitti e i Gaddi erano lì sepolti) ridotta questt'ultima circa venti anni orsono a civile abitazione.
Il palazzo Romanelli ha avuto pochi cambiamenti architettonici, è rimasto praticamente uguale e proprio in questi ultimi tempi la facciata centrale e le facciate laterali che danno nel Corso e in via Cocchi (a parte le solite polemiche per accorgimenti non in linea con la vetustà del palazzo), sono state recuperate e restaurate con un discreta tinteggiatura com’è il giallo fiorentino.
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Si racconta che la famiglia Romanelli (che aveva al suo servizio circa 10 persone fra stallieri, garzoni e servi e passava l’inverno in paese e l’estate nelle loro ville di campagna) fosse abbastanza avara. Quando nel 1839 morì il N.H. Giacomo Romanelli (aveva 88 anni quindi era nato nel 1751 ca.), volle essere trasportato in San Donnino come “miserabile”, per non far pagare alla famiglia, il dovuto al cocchiere e al prete (!!). Abbiamo il documento; è esilarante. Ma verso la metà dell’800 (per l’esattezza nel 1865), il figlio del “tirchio”, Giuseppe Romanelli, aprì una grande e bella stanza per ospitare la prima sede della Società Operaja di Mutuo Soccorso. Purtroppo durante il terremoto del 1919, la grande mansarda sopraelevata al tetto (erano le stanze degli inservienti), crollò in parte e non fu più ricostruita.
Con la scomparsa dell’ultimo Romanelli, Giacomo figlio di Romanello, il palazzo fu acquistato dalla famiglia Guidotti (al piano terra fu allestita una grande mesticheria) ed attualmente, in parte, è proprietaria un’altra famiglia. Un bel palazzotto senza dubbio, che fa parte ormai della secolare iconografia di Borgo San Lorenzo.
Foto 1: Il palazzo Romanelli con la grande mansarda
Foto 2: Panoramica dall’alto del palazzo Romanelli con la monumentale mansarda
Foto 3: Ecco il Palazzo Romanelli senza più la mansarda crollata dopo il terremoto del 1919
Foto 4: Il palazzo Romanelli, negli anni ‘30 del ‘900, durante una manifestazione patriottica
Foto 5: Immagine aerea del centro storico con il palazzo Romanelli
Foto 6: Il palazzo restaurato con la facciata centrale e la facciata laterale
(Foto G. Ungania – Foto C.Maestrini - Foto G. Tassini – Foto A. Buccoliero - Foto A. Giovannini)