
GKN: dopo la sentenza che ha bloccato i licenziamenti, il futuro dello stabilimento è in mano al Governo. Il Consiglio comunale prenda posizione in favore di lavoratrici e lavoratori.
Dopo che il tribunale di Firenze ha bloccato la procedura di licenziamento delle lavoratrici e dei lavoratori GKN per condotta antisindacale, la lotta che il 18 settembre ha portato in piazza 40.000 persone a fianco degli operai licenziati guadagna respiro. Ora la responsabilità della vicenda ricade sul governo, che può impedire l'ennesima delocalizzazione selvaggia producendo una legge adeguata. Purtroppo quello che sappiamo del decreto in elaborazione da parte del Governo e sostenuto da PD e M5S non sembra essere totalmente all'altezza delle aspettative, mancando di fatto un efficace apparato sanzionatorio per l'azienda che decide di delocalizzare e mitigando il danno per i lavoratori interessati con modesti rimborsi. Eppure il danno per il territorio fiorentino sarebbe enorme con 500 posti di lavoro persi e un'azienda sana (perché GKN non è in crisi) che se ne va. Senza contare il danno per l'economia del nostro Paese, se questa chiusura non è che l'avvio della dismissione del settore dell'automotive italiano, come lascia presumere il comportamento di Stellantis, ovvero Fiat. A tutto questo le lavoratrici e i lavoratori GKN non hanno risposto solo con una lotta di bandiera, ma riconquistando una grande partecipazione di piazza, elaborando le loro proposte e pretendendo che queste siano ascoltate, ovvero che la legge antidelocalizzazioni non sia fatta sulle loro teste, ma con le loro teste. Per questo come Borgo in Comune abbiamo chiesto al prossimo Consiglio Comunale di esprimersi a favore dei lavoratori GKN e di chiedere al Ministro del lavoro Orlando che nell'elaborazione del disegno di legge siano recepite le loro proposte, così da impedire davvero il dilagare del fenomeno delle delocalizzazioni nel nostro Paese.
Fonte: Borgo in Comune