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Dissesto idrogeologico, a Figline sopralluogo della Regione alla nuova Cassa d'espansione Pizziconi. Tra "un'opera straordinaria" ed il disappunto di Tozzi

"Nel tratto dell’Arno fra Pontassieve e Firenze, abbiamo 3 milioni e 100 metri cubi in più di acqua che, anzichè uscire, possono essere canalizzati nella vasca"

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Cassa di espansione Pizziconi a Figline e Incisa Valdarno, sopralluogo della Regione Toscana Cassa di espansione Pizziconi a Figline e Incisa Valdarno, sopralluogo della Regione Toscana © Regione Toscana
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I tre monoliti di cemento armato spinti sotto l’Autostrada A1 Milano – Napoli segnano di fatto la chiusura della fase cruciale del cantiere che realizza la cassa di espansione Pizziconi, i cui lavori sono cominciati a marzo del 2021 e che saranno definitivamente conclusi entro il primo trimestre del 2025. Il sistema di laminazione di Figline Valdarno, uno dei principali a difesa dal rischio alluvioni per la città di Firenze, fa dunque un passo avanti fondamentale e questa mattina il presidente Eugenio Giani e l’assessore alla Protezione civile e difesa del suolo Monia Monni hanno fatto un sopralluogo per constatarne gli sviluppi e le tappe finali. Con loro anche il sindaco di Figline e Incisa Valdarno Valerio Pianigiani.

La cassa di Pizziconi è un intervento previsto dal Piano stralcio relativo alla riduzione del rischio idraulico del bacino del fiume Arno (D.P.C.M. 5.11.1999) e dal Piano di Gestione del Rischio da Alluvione (D.P.C.M. 01/12/2022) per la riduzione del rischio idraulico lungo il fiume Arno. Il soggetto gestore è la Regione Toscana, attraverso il Genio Civile Valdarno. La realizzazione del lotto 2 (l’importo dell’intervento è di 13milioni e 300mila euro), oggetto del sopralluogo, permetterà l’entrata delle acque di piena dell’Arno nei due moduli e quindi la messa in funzione della cassa realizzata con il lotto 1.

“Questo – ha detto Giani - è l’esempio che ci spiega che nel tratto dell’Arno fra Pontassieve e Firenze, se dovesse succedere qualcosa, abbiamo 3 milioni e 100 mila metri cubi in più di acqua che invece di uscire fuori dal fiume, vengono canalizzati in una vasca di espansione.Tutto questo è stato reso possibile grazie al lavoro di grande ingegneria dell’opera che vediamo oggi, che consente all’acqua di trovare sfogo nella campagna di Pizziconi. È la prima delle aree di laminazione ma è importantissima. Se ci fosse un’emergenza l’Arno può già trovare sfogo. E’ un intervento da oltre 13milioni di euro che consente di dare una risposta concreta e stamani ufficialmente possiamo far vedere ai nostri cittadini come i lavori sono andati avanti”. Giani ha poi sottolineato come il lavoro fatto sotto l’autostrada dove sono stati spinti i tre monoliti favorisca l’allargamento della A1 “Ci sono già le assi per poter sostenere una terzia corsia – ha spiegato-. La Società autostrade che la svilupperà da Incisa, dove sono già in corso i cantieri, a lValdarno e poi verso Roma, qui troverà già un vantaggio”

Per invasare i 3,8 milioni di metri cubi che è la totale capacità della cassa Pizziconi, manca un ultimo tassello, il ‘terzo modulo’ già a gara (l’importo è di 3milioni 200mila euro fondi Fsc) che verrà realizzato a monte di quello già realizzato. Si tratta di un nuovo argine parallelo alla linea ferroviaria Alta Velocità, opera di connessione fra il modulo due e il modulo tre e dell’elettrificazione delle paratoie del reticolo minore e dell’opera di presa della cassa di espansione.

L’obiettivo del complesso progetto di ingegneria civile è stato, prima di tutto, quello di aver ridotto al minimo se non annullare i periodi di chiusura dell’autostrada direttamente coinvolta nella costruzione dei tre scatolari di sotto attraversamento per il collegamento del Fiume Arno con le aree della cassa di espansione. Con la tecnica dello spingitubo sono stati costruiti sul posto tre monoliti in cemento armato delle dimensioni di 15 metri per 6, che sono stati inseriti all’interno della piattaforma autostradale per mezzo di appositi martinetti idraulici. L’ingresso delle acque di piena dell’Arno verrà regolato da tre paratie metalliche che potranno essere gestite da remoto attraverso un sistema di telecontrollo.

"Quello di oggi- ha concluso il Sindaco di Figline e Incisa Valdarno Valerio Pianigiani- , è un momento importante in cui possiamo finalmente intravedere la conclusione di un’opera strategica per la sicurezza idraulica non solo del nostro comune, ma dell’intera area fiorentina. Tuttavia, dobbiamo anche considerare che i lavori in corso stanno limitando significativamente l’utilizzo di ampie porzioni del nostro territorio. Finché il sistema non entrerà completamente in funzione, rimangono aree dove non è possibile sviluppare attività o pianificare investimenti. Questo ha chiaramente generato aspettative tra i nostri cittadini che sperano di vedere al più presto il ritorno alla normalità, con la possibilità di tornare ad essere una zona attrattiva per gli investimenti, per nuove iniziative imprenditoriali e per le aziende agricole. Ora più che mai, è essenziale mantenere alta l'attenzione affinché i lavori possano concludersi rispettando le scadenze previste e restituendo la piena operatività al nostro territorio. Solo così potremo tornare a valorizzarne al meglio le potenzialità garantendo sicurezza e nuove opportunità di sviluppo."

Disappunto sull'opera da parte del consigliere regionale Elisa Tozzi

 “Ennesima passerella mediatica del Commissario di governo per il dissesto idrogeologico Eugenio Giani e dell’assessore Monni alla cassa d’espansione di Pizziconi. Questa è la terza volta dal 2021 che il Presidente di Regione viene a Figline Valdarno per verificare l’avanzamento dei lavori. Il problema è che quest’opera è attesa dal territorio da decenni e, a quanto dicono Monni e Giani, non sarà completata prima degli inizi del 2025. Da alcuni giorni l’assessore Monni parla della necessità di una sburocratizzazione per le opere di questo tipo. A quanto pare non conosce la legge perché dal 2015, per effetto di un decreto del Governo Renzi, ogni Presidente di Regione è anche Commissario di governo per il dissesto idrogeologico. I governatori hanno strumenti legislativi, come le ordinanze e la contabilità speciale, che permettono loro di poter agire in modo più rapido. Quindi la leggenda della lentezza burocratica è, semplicemente, un paravento alla mediocrità dell'azione politica della sinistra. I ritardi sono dovuti al mancato utilizzo dei poteri straordinari dei quali dispone Giani. Con estremo ritardo la Regione Toscana oggi si accorge dell’importanza di intervenire per mettere in sicurezza il territorio. Il Pd ha avvallato, per decenni, la cementificazione del territorio e ha  derubricato la prevenzione del dissesto ad un optional, finché il territorio non ha presentato un conto salatissimo. Giani, ad oggi, ha tutti gli strumenti per fare ciò che serve, basta utilizzare le norme che già ci sono. Ammesso di conoscerle" lo afferma il consigliere regionale di Fratelli d’Italia e Presidente della Commissione d’Inchiesta sull’alluvione Elisa Tozzi. 

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