14 APR 2025
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Emergenza alluvioni: la fragilità del territorio appenninico e il pericolo della cementificazione con i parchi eolici

Piogge torrenziali hanno causato frane e esondazioni. Occorre tutelare il territorio e rivedere le scelte delle grandi opere

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Eolico Eolico © Matt Artz
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Una lunga riflessione da parte del Comitato per la Tutela del Crinale Mugellano riguardo a quanto accaduto recentemente in Emilia Romagna. Le scelte approvate per la costruzione dell'impianto eolico industriale previsto sui nostri crinali aumenterebbe il rischio alluvioni nei nostri territori.

L’alluvione degli ultimi giorni in Emilia Romagna, a seguito delle ingenti piogge concentrate in poche ore che hanno causato l’esondazione dei fiumi quali il Montone, il Lamone, il Santerno e il Senio, dovrebbe far riflettere tutti e in particolar modo, le amministrazioni regionali dell’Emilia Romagna e della Toscana, sulla fragilità del territorio dell’Appennino tosco-emiliano-romagnolo. Insieme all’alluvione si sono verificate tutta una serie di frane che hanno causato disagi enormi e anche terribili tragedie. Sono morte delle persone e a centinaia sono sfollate dalle proprie case perché inagibili. Tra il 2 e il 3 maggio è caduta la stessa quantità di pioggia che normalmente cade in 3 mesi: tra 150 e 200 mm di pioggia, a seconda delle zone.

Uno dei fattori principali che influenza negativamente la corsa dell’acqua dalla montagna verso la pianura accelerandola, è la diminuzione della capacità d’infiltrazione della stessa nel terreno che a sua volta è favorita invece dalla presenza della copertura vegetale, che trattiene l’acqua di pioggia con la sua parte aerea e con le radici ne facilita la penetrazione nel terreno. In particolare in queste aree appenniniche soggette a frane e smottamenti la copertura vegetale rappresenta una difesa importantissima e imprescindibile per la salvaguardia del territorio.

L’aumento del consumo di suolo che lo rende impermeabile all’acqua e la riduzione delle superfici boscate per lasciare posto a siti turistico-commerciali e/o industriali, come gli impianti eolici, cementificati e impermeabilizzati, rappresenta un grande pericolo per la stabilità dei territori sia quelli montani che quelli delle pianure confinanti.

Come ci insegnano i geologi e gli idraulici l’onda di piena di un bacino idrografico antropizzato è grande tre volte quella di un bacino naturale, e quella di un bacino impermeabilizzato addirittura sette volte. Queste informazioni dovrebbero far riflettere sull’opportunità di realizzare grandi opere di cementificazione nelle aree di montagna e di collina, di effettuare abbattimenti indiscriminati di aree boscate senza pensare a quelle che sono le conseguenze negative per tutto il territorio circostante e anche più lontano, ma che così lontano non è.

Tra le osservazioni che sono state inviate nei primi giorni di gennaio del 2022 dall’associazione Italia Nostra alla Regione Toscana in relazione all’iter di approvazione dell’impianto industriale eolico sul monte Giogo di Villore, vogliamo ricordare quelle che riportavano le valutazioni dal punto di vista idrogeologico dei rischi ambientali per il territorio che derivano dall’impermeabilizzazione di ettari di suolo sia nella fase di realizzazione (impatto dei cantieri) che di normale funzionamento delle pale eoliche, che funzioneranno da ostacolo per il movimento delle nubi che transitano sul crinale aumentando la concentrazione della pioggia nelle cosiddette “bombe d’acqua”. L’interessante studio riporta come il solo basamento di un torre eolica in 15 min. di pioggia può portare ad un aumento di 6000 l ( 6 metri cubi) di acqua raccolta e non infiltrata che si riverserà a valle lungo il pendio. Ancora un estratto dallo stesso studio: 

“A seguito della costruzione dell’impianto eolico è stimato un incremento di 456 metri cubi delle portate totali che si riverseranno nei fossi dai crinali di Giogo di Villore in solo 15 minuti che, tradotto in peso, equivale a 456 tonnellate di acqua che verranno scaricate in soli 15 minuti e che si muoveranno con una velocità crescente, da una altezza sul livello medio mare di oltre 1.000 metri e quindi carica di una considerevole energia distruttiva esponendo così a rischio alluvioni tutte le zone a valle.”

I rischi di dissesto idrogeologico che correrà il territorio a causa dell’impianto eolico industriale elencati nello studio sono molti e importanti:
• Alterazione del sistema di smaltimento delle acque;
• Aumento dell’erosione;
• Aumento dell’esposizione a rischio inondazioni, frane e smottamenti dei territori a valle;
• Aumento di rischio di dissesto idrogeologico;
• Aumento delle portate idriche da smaltire, per ogni singolo impluvio del crinale del Giogo di Villore.

Per non parlare dei possibili inquinamenti delle acque di pioggia stesse ad opera degli idrocarburi e degli olii minerali e di tutti le sostanze inquinanti che vengono usate nei cantieri per gli scavi ecc.. e che si disperderanno facilmente e velocemente ad opera delle acque meteoriche fino a valle. Per questi motivi e per molti altri che nei nostri interventi abbiamo ricordato diciamo NO all’eolico industriale sul giogo di Villore e Corella.

Comitato per la Tutela del Crinale Mugellano

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Commenti 1
  • Gabriele I.

    Le superfici in gioco non mi sembrano in grado di cambiare significativamente la dannosità di piogge estreme. Comunque va bene, allora canalizziamo e creiamo dei piccoli invasi più a valle, utili per i periodi siccitosi e per gli incendi boschivi. Sono d'accordo che le pale eoliche sul crinale siano brutte a vedersi e abbiano un certo impatto ambientale, ma, se vogliamo ricorrere a fonti energetiche alternative a quelle fossili, dato che il solare di notte non funziona e il vento non soffia uniformemente su tutto il territorio, ne servirebbero tantissime e, se un'area è ventosa, non si possono fare molte eccezioni. Nessuna soluzione è indolore, si tratta di scegliere la meno peggio.

    rispondi a Gabriele I.
    dom 14 maggio 2023 01:54