Conosco Emanuele Pellucci da un numero di anni che mi permette di considerarlo un amico, ma soprattutto è ed è sempre stato per me un collega da stimare ed ammirare.
Un professionista serio e appassionato che ha dedicato una vita al giornalismo e che in occasione del suo compleanno numero 80 (averli e non mostrarli!) si regala e regala alla sua amata Fiesole una mostra struggente e suggestiva che regala uno spaccato di vita fiesolana a cavallo fra gli anni 60 e 70.
Emanuele è folgorato fin da giovane sulla via del giornalismo e appena 18enne diventa cronista.
La sua prima tessera di corrispondente fu per il Giornale del Mattino che fu di Bernabei prima di passare in Rai con sede in via Santa Caterina d'Alessandria e con cui collaborerà fino al 1966. Un "foglio" che è oggi un pezzo di storia fiorentina che non esiste più.
La sua prima tessera, visibile in mostra, porta la data 1963 e la dicitura vice-corrispondente anche se, come racconta lui stesso nel corso della presentazione della mostra "non ho mai saputo di chi fossi il vice".
Poi la collaborazione con La Nazione e La Nazione Sera di cui diviene corrispondente da Fiesole e rimarrà nel ruolo fino al 1982.
Nel frattempo e in parallelo è stato uno dei pionieri dell'oggi frequentatissimo mondo del giornalismo enogastronomico e collabora con prestigiose testate di settore oltre ad essere giudice nei più importanti concorsi enologi internazionali dove porta alta la bandiera italiana.
E' stato lui peraltro a lanciare nel mondo la fama del Brunello di Montalcino con un libro datato in tempi non sospetti (1979) e tradotto poi in più lingue e in più edizioni
Un giornalista a cui tutti dobbiamo guardare con ammirazione come è quasi naturale fare nel corso di questa mostra in cui ci consegna uno spaccato di storia italiana e fiesolana che fu.
Sfilano sulle pareti della Sala del Basolato una sessantina di pannelli che riproducono foto e articoli pubblicati in quegli anni che raccontano storie e personaggi trasformando la cronaca in storia.
Si spazia dai grandi temi internazionali affrontati col piglio del cronista sensibile che a pochi giorni dello sbarco dell'uomo sulla Luna intervista Gino delle cave l'eremita che vive nel suo mondo dentro le cave dismesse di Maiano e che crede che l'impresa sia tutta una finzione; alle frivolezze da gossip rappresentato dallo scoop del matrimonio di Enzo Tortora scoperto grazie al fiuto del giornalista che ha notato transitare nella piazza di Fiesole una collega che era quantomeno strano che fosse a Fiesole quel giorno e a quell'ora.
C'è l'incontro casuale con sir Alec Guinness e lo scatto che fotografa l'epopea hippy dei due giovani turisti sorpresi all'ombra del campanile in piena estate con lui capellone e casacca e lei in bikini per strada.
Tanta cronaca: dalla nascita del reparto pediatrico del fu ospedale Sant'Antonino all'inaugurazione al cospetto del Presidente della Repubblica Leone dell'Università Europea alla Badia fino alle promesse non mantenute della nascita di un polo natatorio del Coni e della creazione (eterna) di una circonvallazione di un neo eletto sindaco entusiasta che voleva liberare Fiesole dal traffico fino ai grandi eventi dello sport.
Poi c'è tanta Fiesole dei fiesolani.
Persone e personaggi mai dimenticati come il sindaco Casini che attraversa la strada accompagnato dal nipote, la tradizione dei banchi della paglia, Fiesole sotto la neve e ai tempi dell'austerity, lo strano caso della visione di dischi volanti e poi i personaggi come il mitico pasticcere Alcedo, il barrocciaio e carbonaio "Bacoccina", la Brigitte Bardot fiesolana che niente aveva da ammirare alle giovani modelle che sfilano nell'area archeologica e poi i giovani e le ragazze fra cui, in una foto di gruppo, spunta un giovanissimo Alessio Tendi, calciatore di buone speranze della Fiorentina.
Una mostra struggente che commuove i tanti fiesolani oggi dai capelli bianchi che rivedono personaggi, riconoscono amici e ricordano i tempi che furono.
La mostra sarà visibile fino al 14 aprile nella Sala del Basolato.