
È stata un’occasione per parlare si del libro, uscito qualche mese fa in una nuova veste grafica, ma anche della situazione attuale del lavoro in Italia. Insieme a Simona Baldanzi, Alessandro Picchioni della Filctem Cgil Firenze per parlare di un libro che ha avuto un meritato enorme successo, raccontando la storie delle operaie e degli operai della Rifle di Barberino che per decenni è stata per il Mugello quello che era la Fiat per Torino. Nei ricordi della scrittrice mugellana le vestaglie blu che il sabato sventolavano dalle terrazze ad asciugare. Simona è figlia di operai. Di quella generazione operaia che stringendo la cinghia e allargando col conflitto sociale l’orizzonte dei diritti è riuscita a far studiare i propri figli all’università. Simona si è laureata con una tesi sui minatori per lo più calabresi che foravano le montagne del Mugello per far passare il Tav, il treno ad alta velocità. Ha Incontrato, ascoltato, conosciuto a fondo le tute arancioni, venute da lontano, sulla cui pelle si scarica la contraddizione tra lavoro e ambiente dei cantieri delle grandi opere che hanno sostituito la fabbrica tradizionale, la vita in gruppo e la solitudine di chi, lavora lontanissimo da casa. In figlia di una vestaglia blu, l’avvicendarsi degli incontri con gli operai della Tav all’inizio molto diffidenti, e la situazione familiare con il padre e la madre dipendenti della Rifle. “Figlia di una vestaglia blu” ha ottenuto il Premio Miglior Esordio di Fahrenheit Radio Rai tre, il Premio Minerva Letteratura di Impegno Civile ed è stata finalista al Premio Viareggio Repaci, al Premio Fiesole Narrativa under 40, al Premio Chianti e in questi mesi sta avendo una nuova impennata grazie alla ristampa della casa editrice Alegre. Pubblico numeroso e partecipante a questa Presentazione-dibattito che, all’interno della libreria della Festa di Liberazione, ha raccolto gli ammiratori della scrittrice di questo racconto di vita operaia che personalmente consiglierei di leggere a chi non l’avesse ancora fatto, in modo da scoprire una grande penna anche nei romanzi pubblicati dopo tra i quali ricordiamo, “Il mugello è una trapunta di terra”, “Bancone verde menta” e l’ultimo bellissimo “Maldifiume”