Alle prime ore di questa mattina, personale della Squadra Mobile di Firenze e di Livorno, coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Firenze, ha eseguito, su tutto il territorio nazionale e in Svizzera, ordinanze di custodia cautelare e mandati di arresto internazionale a carico di 14 componenti un’associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di cocaina nonché alla fabbricazione e all’utilizzo di falsi documenti d’identità, e sono state denunciate altre 8 persone per il reato di favoreggiamento personale.
Nei primi mesi del 2019 gli investigatori della Squadra Mobile di Firenze e di Livorno hanno svolto mirati servizi di osservazione e pedinamento nella città di Livorno per accertare la presenza fisica di alcuni esponenti di vertice di 'ndrine calabresi e i loro incontri con persone collegate, a vario titolo, con quel porto cittadino.
Infatti, alcuni precedenti sequestri di droga eseguiti dalle Forze di Polizia nel porto calabrese di Gioia Tauro avevano indotto alcune cosche a reindirizzare i loro traffici illeciti verso altre destinazioni, tra cui i porti di Livorno e Vado Ligure (SV).
È stata avviata una serrata attività di indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di Firenze, le cui preziose informazioni, ricavate dalle numerose attività tecniche e dagli approfondimenti investigativi, hanno consentito di ricostruire organigramma, ruoli e funzioni dei diversi compartecipi di una struttura criminale, con ramificazioni e contatti anche all’estero.
Secondo quanto emerso dalle indagini, la struttura in questione sarebbe specializzata nell’importazione - e nella successiva distribuzione sul territorio nazionale - di ingenti quantitativi di cocaina dal Sud America, grazie della stretta e duratura collaborazione venutasi a creare tra due importanti broker calabresi, ciascuno assistito da più complici, costituenti gruppi più o meno stabili, connessi tra loro in virtù del rapporto di società esistente tra i predetti.
L’organizzazione poteva contare su aderenti stanziati sia in Olanda che in Sud America e su sodali operativi sul territorio nazionale con funzioni di contatto con le realtà locali di arrivo della droga proveniente dal Sud America e di smistamento della stessa tra i vari committenti.
L’articolata attività di pianificazione ed esecuzione dei traffici, iniziata nel marzo 2019, con i primi contatti nella città di Livorno, e proseguita nell'agosto 2019, con un tentativo fallito di recupero di stupefacente da un container contenente crostacei, ha visto un primo effettivo riscontro nel novembre 2019 con l’arrivo di un carico di 430 kg di cocaina, sequestrata dalla Squadre Mobili di Firenze e Livorno al gruppo criminale.
Il gruppo criminale, composto tanto da soggetti espressione di due Cosche calabresi -figuranti sia tra i committenti dell’importazione della cocaina sia nelle fasi di pianificazione ed esecuzione del traffico - ma anche da dipendenti di una compagnia portuale livornese - coinvolti nelle attività preparatorie quanto nelle operazioni materiali all’interno dell’area portuale- nonché da alcuni livornesi – i quali supportavano logisticamente l’attività criminale - e da un uomo che fungeva da “broker”, con compiti di raccordo tra esponenti delle n'drine e gli altri complici in ambito nazionale e internazionale.
L’organizzazione criminale, inoltre, si sarebebbe anche avvalsa del supporto di un dipendente infedele dell’Amministrazione Civile del Ministero dell’Interno per ottenere il rilascio di passaporti genuini - recanti le effigi di alcuni latitanti, ma le anagrafiche di altre persone - utilizzati per favorire gli spostamenti, in ambito internazionale, dei ricercati.
Nel dettaglio, trascorsi due mesi dall’infruttuoso esperimento di agosto 2019, la sera del 3 novembre successivo si sono susseguiti una serie di inaspettati eventi, iniziati con l’arrivo a Livorno, in tempi differenti, degli appartenenti all’associazione criminale.
La mattina del 7 novembre 2019 alcuni appartenenti al grippo criminale si posizionavano davanti all’uscita del varco doganale dell’area portuale Darsena Est in attesa dell’arrivo del carico e dell’occasione propizia per il suo prelievo. Scoperto il numero del container, gli investigatori decidevano di procedere al suo controllo avvalendosi dell’ausilio del personale dell’Agenzia delle Dogane in servizio al porto di Livorno e di un equipaggio della Polizia di Frontiera marittima. Il container individuato risultava contenere 18 colli composti da pannelli di legno delle dimensioni di circa 2 metri.
L’ispezione permetteva inizialmente di scovare un quantitativo parziale del carico di droga complessivamente trasportato: veniva individuato un vano, ricavato all’interno di uno dei 18 colli, al cui interno si trovavano stipati 266 panetti di cocaina tutti contrassegnati dal marchio H, del valore stimato di circa 15 milioni di euro, e, all’interno di un ulteriore collo di legname, un altro vano di dimensioni minori rispetto al precedente, contenente altri 164 panetti, contrassegnati anch’essi dal marchio H, per un totale di 430 kg di cocaina.
In un’altra occasione, nel gennaio del 2020, sono stati sequestrati 22 kg di sostanza stupefacente del tipo cocaina, prelevati dal “broker” al porto di Vado Ligure (SV) e rinvenuti all’interno dell’abitazione e dell’autovettura in uso al trafficante arrestato.
In totale, l’operazione ha consentito di sequestrare 452 kg di cocaina.
Al termine delle attività di indagine la Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di Firenze ha richiesto ed ottenuto dal competente Giudice per le Indagini Preliminari 14 misure cautelari, delle quali 13 prevedono custodia cautelare in carcere e una l'obbligo di dimora nel Comune di Livorno, eseguite in data odierna. Contestualmente sono in corso anche ed ulteriori numerose perquisizioni, in diverse città italiane, di soggetti collegati al gruppo criminale.