
"E’ complicato cercare il dialogo con un interlocutore che non vuole essere tale, o comunque non vuole mettersi nella posizione di esserlo. Credo, però, che non ci sia altra via se non quella di cercare di capire quali siano le ragioni che spingono questa gente a certi gesti”. Parla così il Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Firenze e della Toscana centro-orientale, Joseph Levi: intervistato da OK!Mugello questa mattina, al termine della commemorazione presidiata dal Capo dello Stato Mattarella, si è espresso sugli attentati di Parigi e sul terrore che sembra stia attanagliando l’Occidente. Accademico plurilaureato (in filosofia a Gerusalemme, e in psicologia proprio alla Sorbona di Parigi), esperto del dialogo inter-religioso e inter-culturale – come per altro dimostrato dalla sua presenza alla celebrazione – ha mostrato uno spiccato acume nell’analisi fatta: un vortice di opinioni, sentenze e gesti solidali, si sta trasformando in un catalizzatore di odi repressi, che rischia "liberare preconcetti pericolosi che portano a considerare la violenza come unica soluzione”. Eugenio Giani (Presidente del consiglio regionale della Toscana) si è concentrato, invece, sui valori che la città fiorentina potrebbe e dovrebbe mettere in campo in una fase di questo 21esimo secolo apparentemente caotica, irrazionale e instabile: tanto da rischiare di deragliare tra imprevedibili fanatismi religiosi e guerre per procura. “Firenze - ha detto - oltre che una città tollerante, nella sua storia, si è sempre contraddistinta come centro attivo per creare relazioni interculturali. E ancora: "Per superare con basi solide la problematica del terrorismo non si può che spingere sul confronto. Firenze ha una vocazione intrinseca per il dialogo e la comunicazione: è una città dei ponti e della pace".