17 MAR 2025
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Forteto. 3 mesi di ritardo per le motivazioni della sentenza

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Forteto. 3 mesi di ritardo per le motivazioni della sentenza Forteto. 3 mesi di ritardo per le motivazioni della sentenza © n.c.
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Il 15 luglio 2016 il collegio della seconda sezione penale della Corte d’Appello di Firenze (composto da Luciana Cicerchio, Alberto Panu e Angela Annese) aveva confermato l’impianto accusatorio contro il sistema del Forteto, riservandosi di depositare le motivazioni della sentenza in 90 giorni, dunque per la fine di ottobre. Dal Palazzo di Giustizia, però, è arrivato il contrordine: i giudici hanno richiesto più tempo del previsto, e si dovrà attendere altri 3 mesi per leggerle. Quel giorno, l’impianto accusatorio era stato ridimensionato a ribasso, ma avevo retto: 15 anni e 10 mesi al Profeta, Rodolfo Fiesoli; 6 a l’Ideologo, Luigi Goffredi. Con uno sconto di pena rispettivamente di 2 anni a testa. Dei 16 condannati in primo grado, 10 erano stati confermati. Due sole assoluzioni con formula piena: Gianni Romoli e Stefano Sarti. Per Angela Maria Bocchino ed Elisabetta Sassi era intervenuta la prescrizione - come i legali delle vittime e gli avvocati degli imputati sapevano fin dall’inizio del dibattimento. Mentre per Stefano Pezzati e Silvano Montorsi sia un’assoluzione parziale sia la prescrizione. La condanna in solido per la Cooperativa si riduceva da circa 1 milione e mezzo a 850 mila euro: in gran parte per la revoca di alcuni risarcimenti - non richiesti in primo grado ma comunque assegnati per un errore procedurale -  in favore degli enti istituzionali in causa (Unione Montana Comuni del Mugello, Regione Toscana, Città Metropolitana di Firenze, Comune di Borgo San Lorenzo, Comune di Vicchio). Il ritardo delle motivazioni della sentenza d’Appello potrebbe ora portare a rallentare il passaggio del caso Forteto a Roma – in Parlamento - così come deliberato all’unanimità dal Consiglio regionale a fine luglio. La risoluzione votata da opposizione e maggioranza, tra i vari punti, s’impegnava a spingere per l’istituzione di una commissione d’inchiesta parlamentare; nonché per l’invio della documentazione al Ministero dello sviluppo economico sostenendo l’opportunità del commissariamento per la Coop. Di fatto, però, le posizioni dei giudici, al di là delle condanne già espresse, peseranno sulle valutazioni finali. Ad oggi, resta il giudizio lapidario delle oltre mille pagine del verdetto in primo grado. «Il Forteto - si legge -  è stato il campo di battaglia del Fiesoli; dalla sua posizione apicale, forte  del  condizionamento  totale  e  della  sottomissione  degli  altri componenti, l’imputato ha scelto le  proprie vittime muovendosi come in un territorio di   caccia». E ancora: «Le perversioni del Fiesoli, note agli altri imputati, sono state di volta in volta avallate, tollerate, giustificate come la prova della dedizione piena del Fiesoli al prossimo, come la dimostrazione pratica e concreta di un aiuto al superamento della materialità, come un suo momento  personale di sofferenza nel compimento dell’atto, per aiutare il “beneficiato”. Chi ha reagito, chi ha protestato, è  stato emarginato, isolato, escluso, denigrato e, finalmente, allontanato». Pagine, queste, regolarmente depositate e disponibili dopo 3 mesi dal 17 giugno 2015, data della storica sentenza.

 

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