23 MAR 2025
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Il Forteto, Fiesoli e il Mostro di Firenze: intervista a Jacopo Alberti

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Il Forteto, Fiesoli e il Mostro di Firenze: intervista a Jacopo Alberti Il Forteto, Fiesoli e il Mostro di Firenze: intervista a Jacopo Alberti © n.c.
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La convulsa vicenda del Forteto è da anni al centro della cronaca giudiziaria nazionale. Atteggiamenti reticenti rendono tuttora difficile una ricostruzione organica dell’universo facente capo a Rodolfo Fiesoli. Un universo in cui in tanti sono entrati e in pochi "ricordano".Per approfondire l’argomento, OK!Mugello ha intervistato Jacopo Alberti, consigliere regionale della Lega Nord e membro della Commissione d’inchiesta bis, istituita dopo il processo di primo grado del giugno 2015, in cui 16 dei 23 imputati per il caso Forteto sono stati condannati. Giuseppe Prezzolini, uomo di cultura che non ha bisogno di presentazioni, nel 1921 dava alla stampe “Codice della vita italiana”, libro critico e sarcastico contro i vizi e le attitudini del popolo italiano, ma ancora attualissimo. “Gli Italiani si dividono in due categorie – scrive all’inizio Prezzolini – i furbi e i fessi”, ecco, quanti sono in questa storia i Furbi, entrati in contatto con Fiesoli e compagnia, che hanno goduto di vantaggi materiali o quanto meno assecondato o taciuto certi fatti (comunque per fini personali), e che adesso vogliono passare per Fessi? Cioè non ricordano, non hanno mai saputo, non c’erano, non conoscevano, o peggio si contraddicono, e non vogliono - o non possono - arrivare fino alla verità? "Ci sono indubbiamente gravi zone d’ombra in questa storia, domande senza risposta. Ed è precisamente come hai detto: qui c’è chi ha fatto il furbo, e vuole passare per fesso. Mi chiedo perché la procura della Repubblica non ha mai aperto un' indagine ufficiale sul caso de “Il Forteto” negli anni successivi ai primi processi e alle prime accuse. Come è stato possibile che dopo il 1985, a seguito della condanna per atti di libidine violenta e corruzione di minorenni, a Fiesoli e Goffredi venissero, da subito, affidati altri ragazzi. Perché negli anni in cui il dottor Michele Giuttari era impegnato come capo della squadra mobile di Firenze, e quindi della SAM (squadra speciale anti-mostro), non gli fu passata nessuna documentazione riguardo al Forteto? Evidentemente si cercava il mostro, e non i mostri. Sono sconcertanti le dichiarazioni, quando ci sono state, dei vari testimoni che abbiamo ascoltato nelle ultime settimane; a parte i soliti 'vuoti di memoria',  molti hanno fatto intendere che non era il caso d’indagare, ed era decisamente più conveniente, anche per fini personali, lasciare lo status quo. Il mio auspicio è che la Procura di Genova prenda in seria considerazione l’ipotesi d’avviare un’ indagine in merito alle cupe triangolazioni fra Procura, Asl e Tribunale dei Minori". Riguardo le ultime audizioni della Commissione, può ricostruirmi l’incontro avuto l’11 dicembre con Cesare Micheli e Massimo De Berardinis, entrambi con un ruolo dirigenziale nell’Asl di Firenze nel settore della salute mentale, in cui ci sono state le ennesime posizioni divergenti? La famosa telefonata anonima… "Allora Micheli è arrivato nel Mugello nel ’78 dopo aver vinto un concorso, quando già c’erano i primi processi a carico di Fiesoli e Goffredi (dopo un anno dalla creazione della comunità agricola), e ha continuato ad esercitare fino al 2002 in qualità di coordinatore del dipartimento di salute mentale. De Berardinis, invece, come dirigente responsabile della Unità funzionale salute mentale dell’Asl 10 di Firenze, arriva nel ’97, e viene invitato ripetutamente e molto calorosamente ad intrattenere rapporti d’amicizia con la comunità. Sollecitato con insistenza da Goffredi, un pomeriggio si reca al Forteto e trova diversi colleghi magistrati. Si fece un’idea negativa di quell’esperienza, di quei personaggi, e soprattutto della relazione che si teneva con loro. Come è noto, nel 2000 la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha condannato l’Italia a pagare una multa di 200 milioni di lire come risarcimento dei danni morali per l'affidamento alla comunità di due bambini. Successivamente al fatto, De Berardinis riceve una telefonata anonima che lo invita a prendere atto di quanto successo. Chiama allora Micheli, suo superiore, per chiedere spiegazioni: ne nasce un'accesa discussione. Micheli minimizza, difende il Forteto, e dice che la condanna è figlia di una campagna politica strumentalizzata e avversa. Poco dopo, il direttore generale della struttura, Menichetti, chiama De Berardinis e gli intima, o gli chiede, di lasciar perdere il Forteto. In tutto questo, stranamente, Micheli in commissione ha disconosciuto la chiamata, il diverbio con Berardinis e si è chiamato fuori sulla responsabilità dell’affido dei minori. In pratica 'non ricorda'. Ma la faccenda, non è difficile dirlo, non torna. C’è un muro di difesa costruito intorno al Forteto". Il Magistrato Piero Tony invece? Anche lui è stato sentito lo stesso giorno. Chi ruolo ha questo personaggio nell’intricata storia del Forteto? "Il magistrato Piero Tony una volta è andato al Forteto a cucinare il risotto al nero di seppia, sua specialità culinaria. Piero Tony è stato presidente del Tribunale dei minori dal 1998 al 2005, dopo averne già fatto parte dall’84 al ’91, e proprio in questo periodo ci furono circa 50 affidamenti al Forteto. Trovo gravissimo che un magistrato, un procuratore della Repubblica abbia avuto un rapporto così stretto con Fiesoli. Tutti sapevano e non era possibile non sapere. Ovviamente Tony scarica su Gian Paolo Meucci la responsabilità. Ora, si fa presto e non è giusto parlare di un morto (Meucci scompare nel 1986), considerato il padre del diritto minorile italiano, ma la verità è che all’interno del Tribunale dei minori c’era un assoluta deferenza per quest’uomo. Se Meucci diceva che una cosa andava bene, andava bene. Aveva rapporti stretti con Goffredi e Fiesoli e nessuno osava andargli contro per via del suo carisma e della sua persona: c’è chi, tra i magistrati, se ne è andato dal tribunale per non scontrarsi con Meucci. E fu lui nell’85 a screditare il lavoro di Carlo Casini, additandolo come ultracattolico che non vedeva di buon occhio la “famiglia funzionale” proposta dal Forteto. Solo che quella politica è continuata anche dopo la sua morte: cioè il fatto di non ostacolare Fiesoli e Goffredi, in anni in cui la comunità appariva 'un modello', dove i ragazzi stavano “magnificamente bene”. Durante la presentazione del libro Fili e nodi, dello stesso Fiesoli, fatta a Prato nel 2011, Tony difendeva a spada tratta il Forteto, dipingendo la condanna inflitta nell’85 un esempio di 'malagiustizia'". Poco prima di Natale, l’intera aula consigliare della Regione ha approvato un ordine del giorno, presentato da Stefano Mugnai e Giovanni Donzelli, con cui ci si impegna a "sospendere qualsiasi rapporto economico e politico della Regione con i vertici di Legacoop e Confcooperative, fino a quando non concorderanno con la commissione la data della loro audizione in merito la loro posizione sui gravi fatti accertati al Forteto”. Si è aperta una polemica poi, dopo la reazione “sconcertata” degli stessi enti, sul fatto che non ci sia mai stata una richiesta ufficiale inoltrata dalla commissione. Anche Giani, Presidente del consiglio regionale, ha affermato che la situazione è da monitorare. Cosa è successo? "Vorrei chiarire: chiunque sia apparso davanti la commissione è stato contattato per telefono o tramite mail. Non capisco cosa vogliono per presentarsi, una raccomandata? I rapporti tra cooperative e Forteto ci sono stati eccome, anche perché c’è una parte agricola e produttiva nella struttura di Fiesoli. Pensa che nel 2013 il Governo Letta ha mandato due ispettori ministeriali per esprimersi sulla situazione del Forteto. Questi hanno steso una dichiarazione in cui si scrive esplicitamente che sarebbe stato giusto il commissariamento. Nel frattempo, però, cade il Governo e va su Renzi, e Giuliano Poletti diventa Ministro del lavoro. Faccio notare solo che, stranamente, Poletti dal 2002 fino al 2014 è stato Presidente di Legacoop Nazionale, e dal 2013 Presidente dell’alleanza delle Cooperative Italiane: nel momento in cui entra nel Governo tutta la precedente documentazione viene dichiarata nulla, e dell’ipotesi di commissariamento, ritenuto adeguato in quella circostanza, non se ne fa niente. Si ferma tutto. In più, i vertici di Legacoop e Confcooperative hanno difeso Fiesoli anche dopo il pronunciamento degli ispettori ministeriali. E’ senz’altro grave che non si presentino. Ora vediamo cosa succederà". Come procedono i lavori della Commissione? Le prossime udienze quali saranno? "I prossimi ad essere ascoltati, lunedì 11 gennaio, saranno l’assistente sociale Maria Antonietta Cimarosa, Vinicio Biagi, dirigente della regione Toscana - già al centro di varie polemiche per aver firmato un documento nel 2001 in cui sostanzialmente difendeva i principi proposti dal Forteto -, Roberto Leonetti, attualmente responsabile del dipartimento di salute mentale della Asl 10, e l’avvocato Mauro Miranda. Strano, poi, è il caso di Bruno Vespa: nonostante abbia dichiarato di aver avuto pressioni sulla messa in onda di una puntata riguardante il Forteto, non risponde alle mail e si rifiuta di venire. Noi lo abbiamo invitato ma lui non risponde. Purtroppo, in quanto commissione regionale e non parlamentare, non abbiamo un reale potere: perché non presentarsi davanti ad una commissione parlamentare sarebbe come non farlo davanti ad un giudice; mentre noi non possiamo esercitare un potere coercitivo né obbligare nessuno, e davanti ai ripetuti 'non lo so', 'non ricordo', 'non so niente', siamo come bloccati. In più pare che ci sia l’idea di non voler rinnovare la commissione ad aprile: sarebbe come mettere una pietra sopra alla faccenda. Questa commissione d’inchiesta bis è nata con il compito di venire a capo delle complicate trame di coperture politiche ed istituzionali, e forse è questo il lavoro più difficile. Insieme, senz’altro, a quello di cercare di tutelare i lavoratori esterni, quelli che magari non c’entrano nulla. Saranno tutelati solo se ci sarà un commissariamento della struttura, con un dirigente esterno a Legacoop. La parte agricola del Forteto ha un ruolo significativo nel territorio, ma bisogna chiedersi anche quanto sarebbe stato possibile fattura milioni e milioni (circa 20 all’anno) se non ci fosse stato il clima di protezioni politiche che c’è stato. C’è tanto, invece, ancora da scavare per arrivare alla verità. E non è facile".

Mi può parlare del giro di finanziamenti attorno al Forteto? "Dal 1997 ad oggi per il Forteto la regione Toscana ha erogato 1, 254 milioni di euro. Poi sono arrivati ulteriormente finanziamenti dalla comunità europea, anche attraverso fondi per l’agricoltura, che non sono quantificabili. Voglio riportare un fatto. Nel 1979 il tribunale incarica la dottoressa Carla Niccheri Gineprari, psichiatra, di effettuare una perizia su Goffredi e Fiesoli per valutare se la comunità avesse ragione di esistere, se era possibile affidare dei bambini a quelle due persone. Bene, emerse che non solo non c’era un adeguato livello di scolarizzazione ma che non esistevano le condizioni perché dei bambini venissero affidati. Sono state lette quelle dichiarazioni prima di decidere se stanziare o no i finanziamenti? Com’è possibile, poi, si sia dato del denaro anche dopo la sentenza Europea?". Secondo lei, l’Italia è un Paese normale? "Assolutamente no. Con queste dinamiche l’Italia è un Paese pazzo. Il fatto che la vicenda del Forteto rischi di andare alla deriva lo dimostra. Finché non ci sarà il sincero pentimento di qualcuno, un mea culpa, non si faranno grandi passi in avanti. Il Forteto è stata una setta. C’è un muro di connivenze e complicità difficile da abbattere e molti di quelli che avrebbero dovuto vedere, non hanno visto. Ma è giusto che chi possa parlare, adesso lo faccia".   A fronte dell’intervista potrebbero essere rilevanti alcune analogie emerse tra la storia di Fiesoli e Goffredi con il caso del mostro di Firenze, riguardante la serie di omicidi che sconvolsero Firenze il 1968 e il 1985. Proprio Michele Giuttari, cui si faceva riferimento prima (sentito anche dalla commissione e rivelatosi il testimone più utile e sincero fino ad ora), ha presentato nel 2007, in qualità di capo della squadra mobile fiorentina, un fascicolo di 260 pagine riguardante la ricerca dei possibili mandanti del Mostro. In quelle pagine il Forteto sarebbe giudicato come "meritevole di indagini approfondite". Michele Giuttari, per approfondire, non ha mai ricevuto nessuna delega ufficiale. E prove indiscutibili non esistono. Coincidenze e sospetti, però, portano alla conclusione che queste due storie abbiamo in qualche modo collimato in un dato periodo e con determinate modalità. Come afferma Jacopo Alberti in chiusura, resta ancora molto da analizzare. La certezza, sul Forteto, rimane una: nel corpo politico-giudiziario della Toscana c’è una ferita aperta e sanguinante da ricucire.   IL VIDEO DELL'INTERVENTO DI FIESOLI AL TEDxFIRENZE NEL NOVEMBRE 2011

 

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Commenti 4
  • mugellano

    Domande : - nel 2001 il Dott. De Berardinis ricevette una segnalazione anonima a riguardo di minori affidati a persone del Forteto, come mai non ne parlo' al pari grado Dott. Marunti, che in zona Mugello, si occupava e aveva la responsabilit dei minori con incarico apicale dal 2000 al 2010 ? E come mai viene dimenticata la conclusione della vicenda, avvenuta nel 2008, in cui i responsabili belgi si dichiarano soddisfatti di come la parte italiana (tribunale, servizi per i minori) ha soddisfatto la sentenza del 2000 (incluso il ritenuto positivo affidamento alla coppia del Forteto, dei due minori soggetto della sentenza e delle successive perizie) ? - se il Dott. Giuttari. nel 2007. scrisse un rapporto di 260 pagine, cosa gli impediva di svolgere le indagini che avesse ritenuto opportune avendone competenza e responsabilit? Essendo il Capo della Mobile aveva ampia operativit ed il materiale di indagine, evidentemente, non gli mancav

    rispondi a mugellano
    gio 7 gennaio 2016 10:00
  • mugellano

    a ( avendo prodotto un cos esteso rapporto) !

    rispondi a mugellano
    gio 7 gennaio 2016 10:00
  • alfredo

    signor gangino, sono d'accordo con le non bisogna farne un caso politico, ma se il Forteto era di destra, si immagina quello che sarebbe successo? Sarebbe stato spianato da tempo. Mi creda.

    rispondi a alfredo
    gio 7 gennaio 2016 10:02
  • gangino

    e questo ignorantone che non sa nemmeno parlare e avr fatto al massimo la terza elementare.... stato patentato a gestire una struttura con situazioni cosi delicate e complicate... solo perch sapeva dire "grazie a tutti vi voglio bene..."..? lecchino con i potenti e bestia con i poveri cristi... speriamo almeno serva da lezione per non riptere questi errori. Chi ora ne fa un caso politico sbaglia come sbagliavano a suo tempo i politici a dargli carta bianca... pertanto si indaghi a fondo ma senza motivazioni o coperture politiche altrimenti non si finisce pi e ci si rimette tutti...

    rispondi a gangino
    gio 7 gennaio 2016 09:04