22 MAR 2025
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Forteto, i ragazzi al lavoro nella cooperativa. Le foto di Lady Radio

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Forteto, i ragazzi al lavoro nella cooperativa. Le foto di Lady Radio Forteto, i ragazzi al lavoro nella cooperativa. Le foto di Lady Radio © n.c.
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Più di un mese fa scoppiò una violenta polemica a seguito di un comunicato nel quale i dipendenti esterni del Forteto affermavano di non aver mai visto i ragazzi della comunità lavorare per la cooperativa (nei campi, nelle stalle o nel caseificio). Immediatamente, le stesse vittime delle idee e delle perversioni di Fiesoli e compagni, si ribellarono, alzando la voce. Non solo si ribadirono storie già ascoltate nel processo e messe gli atti, ma ne emersero addirittura di nuove: con tanto di dettagli. Proprio stamattina, Lady Radio (qui per articolo originale) ha portato alla luce – con varie foto - una di quelle storie, puntualmente dimenticate, o peggio smentite: eppure reali. A consegnare il materiale sarebbe stato F. (il nome non è specificato): un ragazzo che nel 1990, quando si attiva il nuovo caseificio, aveva appena 12 anni. Lo si vede in una foto, vicino all’amico Marco di 14. Marco, una volta uscito dal Forteto, morirà di stenti e problemi legati al consumo di droga nel 2007 a Livorno; F., invece, oggi vive al di fuori della comunità e ha testimoniato al processo di Firenze raccontando quanto vissuto sulla propria pelle. «Facevamo il cemento, si mettevano i mattoni», spiega in riferimento ad una foto; e poi, prima della scuola, all’alba, andavano ad occuparsi del bestiame. Se durante la giornata non c'era da studiare, meglio: si lavorava anche il pomeriggio. «Molte di queste foto me le hanno fatte i dipendenti esterni della cooperativa con una macchina fotografica che avevo ricevuto in regalo. Io ho lavorato da 12 anni in poi e alcuni dipendenti esterni erano lì, con me». Diversi scatti (sotto) mostrano F., assieme ad alcuni adulti all'epoca componenti della comunità, impegnato nei campi a sistemare una recinzione, accanto a un trattore e al maneggio. Inoltre, in una delle foto, c'è anche un altro ragazzo: quello affidato dal giudice Gian Paolo Meucci a Fiesoli immediatamente dopo il suo ritorno al Forteto a seguito dell'arresto e la permanenza in carcere. Era il 1978. Delle istantanee si concentrano su F. nel caseificio, dove iniziò a lavorare stabilmente mentre frequentava la terza media. «All'inizio non mi facevano stare dentro, lavavo le cassette fuori dal caseificio. Verso i 14-15 anni, sono entrato», e precisa: «Tutto gratis». La sua non era una presenza sporadica: cioè non era lì per tappare buchi, o per caso, ma per turni di lavoro come chiunque altro. D’altronde, nel caseificio – più o meno nello stesso periodo - una coetanea di F., allora quindicenne, si amputò un dito. All’ospedale disse di essersi fatta male con un tritatutto, confermando quindi l’incidente lavorativo. Al processo, però, la versione non era più quella («Avevamo finito di fare lo yogurt, erano intorno alle sette di sera, eravamo a lavare l'imbuto dove si metteva lo yogurt ed io ci infilai un dito e rimasi incastrata») e l’accaduto non fu mai registrato. Qualche anno dopo, fu un ragazzo a perdere una falange: rimasta schiacciata nella sponda del camion dove si caricavano le cassette per il formaggio. In un ultima foto – con un F. ormai maggiorenne – si vede poi un bambino piccolo, in una zona dove si svolgeva parte della tingitura del prodotto e in cui, proprio davanti, ci sarebbe stato l’ufficio di una dipendente esterna. E chi dal Forteto se ne è andato, ricordano su Lady radio, quell’ufficio con la porta a vetri non riesce a dimenticarselo. Come sembra aver fatto chi quei bambini, troppo spesso, li aveva di fianco. Per chiudere la polemica con gli esterni, ce n’è abbastanza. Per dare un senso a quello che è stato, invece, e soprattutto per capire come mai non si vuole combatterlo fino in fondo, manca ancora molto.   Foto: Lady Radio (La radio Viola)

 

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Commenti 1
  • Dai monti

    Spero che siano state oggetto di denuncia specifica ed ulteriore. Ricordo che la sentenza del 2015 (tra i testimoni c'era la persona soggetto delle foto) riporta di non aver trovato prove/riscontri di "lavoro minorile" o di abusi in tale direzione e che le motivazioni di condanna derivano da altre ragioni e circostanze.

    rispondi a Dai monti
    ven 18 marzo 2016 01:34