
Dopo mesi di indagini, velate ammissioni e molte zone d’ombra (celate attorno ai “non ricordo” incassati alle audizioni), in commissione arriva chi difende l’operato del Forteto. Ieri, si è iniziato dall’Onorevole Vittoria Franco, eletta nel 2001 al Senato nel collegio del Mugello. Al tempo, riscontrata la piena fiducia delle istituzioni, percepiva il Forteto come una “grande casa famiglia”. Tutto sembrava funzionare perfettamente: e il Tribunale dei minori, per la Franco, era l’effettivo garante della felice situazione. E’ stata poi la volta della giornalista Elisabetta Bersantini: senza dubbio entusiasta, a detta dei presenti, della realtà Forteto. Realtà su cui scrisse anche un libro dove si narravano «delle belle storie di giovani che, grazie alla predetta struttura, hanno avuto, poi, successo». Non solo. Secondo Jacopo Alberti (esponente della Lega e tra i più attivi della commissione), la Bersantini ha ribadito come «al Forteto, si potessero incontrare facilmente politici di vari partiti, cantanti lirici, sindacalisti, studiosi, nonché giudici che erano soliti consumare colazioni o merende». Testimonianza sopra le righe quella del giudice minorile Antonio di Matteo, che ha confermato, e anzi sottolineato, la presenza di personaggi di spicco, di norma ospiti nella comunità mugellana. Il Forteto, inoltre, sarebbe stata l’unica struttura a non far versare alcun tipo di retta ai giovani accolti: che, comunque, non avrebbero avuto problemi di nessun tipo rispetto alle tristi condizioni familiari da cui provenivano. «Siate cauti sull’esprimere giudizi definitivi e negativi – ha concluso il magistrato - perché le sentenze di primo grado possono essere ribaltate». Anche un altro giornalista, Sandro Vannucci, si è espresso positivamente riguardo il Forteto. Dal suo punto di vista, la condanna a Fiesoli e Goffredi, due che «hanno fatto solo del bene», è inconcepibile. Inoltre, l’autore di “Ritratti di famiglia” – volume del 1997, scritto insieme alla Bersantini e incentrato sui benefici della famiglia funzionale - ha dichiarato di aver più volte visto magistrati e giudici; per poi pronunciarsi a favore del Profeta: l'unico propenso ad aiutare il Tribunale dei Minori, prendendo in affido dei giovani che nessun'altro avrebbe voluto. Luigi Marroni, invece, Direttore generale dell’Asl fiorentina ed Assessore alla Sanità, e ultimo ad essere ascoltato, ha tagliato corto. Nessun tipo di contatto con il Forteto: dunque, niente da rivelare ai consiglieri regionali. A margine delle audizioni si è discusso sulla gestione delle dichiarazioni di Giuttari (ex- capo della squadra antimostro) e Giuliano Mignini (Pm a Perugia), particolarmente significative riguardo pericolosi intrecci ancora da approfondire (qui articolo). Il Presidente Bambagioni (Pd) ha deciso di trasmettere gli atti alla Procura di Firenze. Ma la scelta non è piaciuta ad Alberti, che, come rivelato ad OK!Mugello a gennaio, avrebbe auspicato un confronto preliminare tra i membri della commissione e un successivo coinvolgimento della Procura di Genova «Sinceramente penso che sarebbe stato più corretto da parte di Bambagioni, parlarne prima fra di noi - ha puntualizzato il leghista - per un giusto scambio di opinioni sulla delicata questione (...) Ritengo decisamente infelice l’opzione di scegliere Firenze e non una sede diversa, come Genova; da quando abbiamo iniziato ad ascoltare decine di testimoni, è emerso sempre più chiaramente che vi sia stato un pericoloso intreccio fra Tribunale dei Minori, Asl e la stessa Procura fiorentina».
Franca
Sono persone che venivano a mangiare, possono dare solo giudizi parziali, la realt' era un'altra. La famiglia funzionale e' una stupidaggine, i minori devono crescere con un padre e una madre, comunque il fine non giustica il mezzo!