Si è appena svolto a Firenze (scelta a caso o forse perché simbolo globale dell’overtourism?) il forum sul tema, e quindi parliamo anche noi di turismo, ormai fuori controllo… quel turismo per cui è stato coniato il neologismo overtourism.
Partiamo dalle premesse: secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo, nel 2030 il flusso internazionale di turisti supererà addirittura i 2 miliardi.
Flussi che, come è sotto gli occhi di tutti, non sono sostenibili, anche perché non equamente distribuiti. Alcune aree del mondo sono infatti letteralmente invase da milioni di turisti, interessati per lo più a scattare qualche selfie per dire “ci sono stato”, con gravissime conseguenze sociali e ambientali.
Firenze è un’icona nella “categoria” città d’arte, ma anche spiagge famose, parchi naturali, montagne, aree protette, siti storici e culturali, nonché location rese celebri da film, fiction, etc., sono vittime prescelte di questo fenomeno. Firenze è una città dove persino le guide turistiche, che con il turismo ci vivono, si ribellano sia per l’abusivismo diffuso nella loro categoria professionale, sia perché ciò che illustrano sanno bene che è solo una caricatura della Firenze che fu. Una città che ha perso e continua a perdere progressivamente, giorno dopo giorno, la sua identità, quella che l’ha resa famosa nel mondo, sotto i colpi mortali di un turismo eccessivo e mordi e fuggi.
Il problema è che chi amministra Firenze, a cui la vicenda negli ultimi venti anni è sfuggita di mano, pare non rendersi conto di ciò, dato che, alcuni mesi fa, molti si sono scandalizzati davanti alle affermazioni della direttrice della Galleria dell’Accademia, Cecilia Hollberg, che ha paragonato la città a una prostituta, anziché scandalizzarsi di questa cruda verità che, a loro, è chiaro, è del tutto sfuggita di mano.
Con l’approssimarsi del G7 del turismo in città, la neo sindaca Sara Funaro, iniziando a prendere atto dell’esasperazione dei fiorentini, decide di fare qualcosa, offrendo davanti alla stampa mondiale il suo decalogo, che oltre al divieto delle key box (però solo nell’area Unesco, come se nelle altre zone di Firenze si possa violare la legge che impone il check-in in presenza), prevede limiti per le attività di locazione turistica breve, limiti ai cosiddetti veicoli atipici (golf car, risciò, etc.), divieto di utilizzo di amplificatori e altoparlanti da parte delle guide turistiche, implementazione dei controlli nei servizi turistici, campagne di comunicazione sul turismo sostenibile, collaborazione con le principali piattaforme per campagne di rispetto della città e altro ancora.
Basterà? No. La risposta è netta e chiara.
Lo dicevamo prima, ahimè, la vicenda è sfuggita di mano ed è sfuggita soprattutto ai due sindaci precedenti, di cui Sara Funaro rappresenta la continuità. Il perché è presto detto, e la stessa vicenda delle keybox lo dimostra. Essa rappresenta, oltre a una palese violazione delle leggi in materia di sicurezza, la rappresentazione plastica di come i numeri ufficiali delle presenze siano decisamente sottostimati, non “contando” tutti coloro che sfuggono alle statistiche.
Iniziamo quindi a dare i numeri che ci serviranno anche per successivi approfondimenti. Secondo gli ultimi dati Istat, le presenze a Firenze nel 2022 sono state 10.338.096 (di cui quasi 3 milioni non ufficiali, collegate agli affitti brevi distribuiti sulle piattaforme online), con una media giornaliera di 28mila turisti, mentre la popolazione residente nel centro storico sfiora quota 61mila abitanti.
Le presenze non ufficiali stimate oscillano, secondo i più ottimisti, sui 4 milioni, mentre per i più pessimisti addirittura sfiorano i 24 milioni. Il corrente 2024, secondo le proiezioni, dovrebbe concludersi con oltre 15 milioni di turisti, tornando così ai dati pre-Covid con una crescita che non si arresta, anzi...
Fra il 2022 e il 2023, sempre secondo Istat, l’aumento era stato del +20%. Tra il 2023 e il 2024 l’aumento atteso è del +12%, per un aumento complessivo quindi di circa il +34%. Anche nel decennio 2010-2020, prima della frenata Covid, l’aumento è sempre stato a doppia cifra.
In tutto questo, e torniamo alla non sostenibilità, il centro storico di Firenze ha una superficie calpestabile di soli 5 chilometri quadrati, contro ad esempio gli 8 di Venezia, che ha anche meno abitanti, o i 14 chilometri calpestabili di Roma.
L’impatto turistico è quindi enorme e colloca Firenze al primo posto in Italia con oltre 325 visitatori per ettaro, 38.389 arrivi per chilometro quadrato, 87.253 pernottamenti per chilometro quadrato e 25 presenze per abitante. Come se ogni fiorentino ospitasse, ogni giorno dell’anno, 25 persone!
Numeri non sostenibili specie se raffrontati ad altre città, ai loro residenti e ai kmq dei loro centri storici:
Roma: turisti 29.246.038 residenti 1.308.818 kmq 14
Venezia turisti 10.946.464 residenti 252.340 kmq 8
Firenze turisti 7.384.354 residenti 366.527 kmq 5
Ecco presto detto perché dal 2000 a oggi oltre 140 mila fiorentini hanno abbandonato la città e i residenti rimasti (dopo il boom fra gli anni 60 e 70 quando Firenze aveva raggiunto quasi 500.000 abitanti) sono poco più di 360 mila.
Fiorentini “costretti” ad andarsene per l’aggressione del turismo selvaggio che toglie servizi essenziali al cittadino, favorisce gli affari di pochi e causa una desertificazione di cui ne pagheremo tutti le conseguenze.
Di seguito confrontiamo uno storico dei dati dei residenti con quelli turistici.
flussi turistici a Firenze
1950 presenze 1.996.393
2000 presenze 6.874.000
2013 presenze 8.280.000
2015 presenze 9.200.000
2017 presenze 10.203.000
2019 presenze 15.500.000
2022 presenze 10.338.000
2023 presenze 14.000.000
2024 * presenze 15.000.000
* previsioni
residenti a Firenze
1951 residenti 374.625
1970 residenti 460.944
2000 residenti 374.501
2010 residenti 371.989
2020 residenti 368.419
2023 residenti 362.742
Il futuro cosa ci riserva?
Quali azioni di mitigazione di questa incredibile realtà pensa di attuare Firenze per salvarsi?
Ma Firenze ha voglia di salvarsi oppure il turismo sostenibile ed etico di cui si sciacquano in molti la bocca sono solo dei bla bla bla?
Noi un'idea chiara l'abbiamo e ve la esporremo nel prossimo mio editoriale.