12 APR 2025
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Forteto, l’audizione di Rodolfo Fiesoli: confusione, omissioni e reticenze davanti alla Commissione. Il Video

Il fondatore della comunità, condannato per abusi, è stato ascoltato dai deputati tra ricordi frammentari e risposte elusive. Sospetti su legami con magistrati

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Rodolfo Fiesoli Rodolfo Fiesoli © Camera Deputati
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Giovedì 6 marzo Rodolfo Fiesoli, cofondatore della comunità Il Forteto e condannato in via definitiva per abusi sui minori, è stato ascoltato dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sui fatti legati alla struttura. Prelevato coattivamente dalla sua residenza protetta a Padova, Fiesoli si è presentato davanti ai parlamentari in qualità di testimone, con l’obbligo di dire la verità e il divieto di reticenze, come stabilito dal codice penale. Tuttavia, la sua deposizione si è rivelata un alternarsi di omissioni, dichiarazioni confuse e momenti di evidente disagio.

Memoria selettiva e risposte evasive
Interrogato sui suoi anni alla guida del Forteto, Fiesoli ha inizialmente confermato il suo ruolo di cofondatore e la gestione degli affidamenti di minori da parte del Tribunale dei Minori. Tuttavia, alla richiesta di fornire dettagli sugli ospiti della comunità e sui collaboratori, ha mostrato una memoria sorprendentemente lacunosa. Alla domanda se avesse mantenuto rapporti con ex membri della struttura, ha risposto in modo generico, affermando di essere ancora in contatto con "persone che gli vogliono bene" senza fornire nomi precisi.

Quando gli sono stati ricordati politici e magistrati che frequentavano il Forteto, Fiesoli ha prima confermato la loro presenza, parlando di "persone meravigliose", per poi evitare di fare nomi. Sollecitato con riferimenti specifici, ha riconosciuto alcuni magistrati, tra cui Piero Toni, definendolo un uomo di "grande valore", ma ha negato qualsiasi tipo di favoritismo. L’ex guru della comunità ha anche ammesso che gli affidamenti di minori inizialmente provvisori si trasformavano spesso in permanenti, senza però fornire una spiegazione convincente su questa anomalia.

Legami con il potere e gestione finanziaria oscura

Un passaggio particolarmente critico dell’audizione ha riguardato i rapporti tra il Forteto e il mondo della politica e della magistratura. Pressato dalle domande, Fiesoli ha confermato di aver avuto frequenti contatti con esponenti istituzionali, magistrati e assistenti sociali, che – a suo dire – visitavano regolarmente la comunità per "controlli e discussioni". Tuttavia, non ha saputo (o voluto) chiarire se queste relazioni abbiano influito sulla gestione degli affidamenti dei minori o sulle vicende giudiziarie che hanno interessato il Forteto per oltre quarant’anni.

Anche sulla gestione finanziaria della comunità, le risposte sono state ambigue. Alla domanda se i fondi della cooperativa fossero stati utilizzati per pagare avvocati, Fiesoli ha prima negato, per poi lasciar intendere che "tanti affidatari si trovavano in difficoltà e non sapevano gestire certe situazioni". Ha evitato di rispondere chiaramente su come venissero gestiti gli stipendi all’interno della comunità e sul perché i minori fossero impiegati nel lavoro agricolo e caseario senza un adeguato compenso.

L’accusa di compravendita di minori e le dichiarazioni scioccanti

Uno dei momenti più inquietanti dell’audizione è arrivato quando gli è stato chiesto conto di una sua precedente affermazione, secondo cui i bambini affidati alla comunità sarebbero stati "venduti" da genitori in difficoltà. Fiesoli ha confermato questa versione, dichiarando che "alcune madri cattive" avrebbero ceduto i loro figli in cambio di denaro, senza però fornire prove o dettagli a supporto di tale gravissima accusa. Alla domanda su chi versasse il denaro, ha dato risposte confuse, cercando di minimizzare il concetto di "vendita" e spostando il discorso su presunte situazioni di degrado familiare.

Le contraddizioni su magistrati e assistenti sociali

Interrogato sul ruolo del Tribunale dei Minori e degli assistenti sociali, Fiesoli ha inizialmente sostenuto che il sistema degli affidamenti funzionava correttamente e che i minori affidati al Forteto erano "felici". Tuttavia, ha poi ammesso che i bambini non vedevano le loro famiglie per anni e che gli assistenti sociali "venivano tutti i giorni" per supervisionare la situazione, senza però chiarire il tipo di controlli effettuati. Alla richiesta di spiegare il concetto di "chiarimento" – termine che nel gergo del Forteto indicava le pratiche coercitive inflitte ai minori – ha prima negato di ricordare, poi ha accennato a "discussioni per far stare meglio i ragazzi".

Il rifiuto di riconoscere le vittime e la chiusura del Forteto

Uno degli aspetti più inquietanti dell’audizione è stato il totale rifiuto di Fiesoli di riconoscere il danno causato alle vittime del Forteto. Interrogato sulle denunce e le condanne, ha liquidato tutto come "falsità" e ha negato che i minori abbiano mai subito abusi o maltrattamenti. Ha minimizzato la chiusura della comunità, affermando che il Forteto "funziona ancora benissimo", nonostante la messa in liquidazione della cooperativa e il commissariamento avvenuto nel 2019.

Al termine dell’audizione, il presidente della Commissione, on. Francesco Michelotti, ha dichiarato: "Di solito ringraziamo chi viene audito, ma oggi non lo faremo. Per rispetto delle vittime e delle famiglie distrutte, non possiamo ringraziare chi ha causato loro tanto dolore." Dopo questa dichiarazione, la Commissione ha sospeso la diretta pubblica per procedere con l’ultima parte dell’audizione in seduta segreta.

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