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Grande, anzi grandissima Gaia Nanni ne "La Notte dei Bambini"

Straordinario successo a Rapolano per il racconto del trasferimento dei piccoli malati del Meyer

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Gaia Nanni Gaia Nanni © Massimiliano Miniati
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È un bambino che canta la sigla di Goldrake ad annunciare l'arrivo in scena di Gaia Nanni, sul palco del Teatro del Popolo di Rapolano Terme per una delle anteprime del suo ultimo, bellissimo spettacolo "La notte dei bambini" scritto dalla stessa Nanni e Giuliana Musso. È il racconto di un fatto realmente accaduto il 14 dicembre del 2007 quando la città di Firenze si paralizzò per consentire il trasferimento dei bambini ricoverati all'Ospedalino Meyer  nella nuova struttura di Careggi, ed è il racconto anche di come i fiorentini vissero quella notte nella quale un popolo intero si mise a disposizione per aiutare i lavori di trasferimento (perfino i tassisti lavorarono gratis).

Gaia racconta quella notte vista dalla parte di chi doveva in prima persona operare e con gli occhi suoi e dei personaggi che abitavano con lei in via Masaccio. C'era l'ortolano detto Cartier (per i prezzi alti), Maurino l'elettrauto che però riparava tutto dai rubinetti alle cinghie delle borse, la signora con la badante Ludmilla, la signora veneta, il professore siciliano, il matto del quartiere, Terrore soprannominato cosi perché amava leggere le notizie di cronaca nera per poi raccontarle agli altri.

Questi sono solo alcuni dei personaggi interpretati da Gaia Nanni che senza parrucche o qualsiasi travestimento diventa di volta in volta una persona diversa. Regala al pubblico di Rapolano che aveva stipato il teatro una prova d'attrice strepitosa quando seduta su una sedia, senza dire una parola, si trasforma in tutti i personaggi di questa storia bellissima, tenera ed emozionante, quasi magica.

"Qualcuno disse che quella notte ci fu il mondo prima di sciuparlo"  e racconta della solidarietà e dell'inventiva tipica fiorentina di gente che si era vestita da Babbo Natale o da fatina per salutare i bambini al loro passaggio. Il racconto è tenero ai limiti della commozione e anche Gaia, nonostante non fosse la prima volta che raccontava la storia, si trova un paio di volte con gli occhi lucidi e la voce strozzata.

"Nessuno stanotte è venuto al mondo perché mancava uno" sostiene Maurino che dedica ai bambini che passano l'affetto che è mancato a lui, e il racconto passa in mano agli infermieri, quelli di quando gli ospedali non erano "Aziende", quando l'umanità a volte contava più delle medicine e quando (come racconta il vecchio infermiere che adesso vuole solo andare in pensione) il giorno prima di operare un Bambino, lo portavano insieme ad altri ragazzini a giocare nella stanza dove l'avrebbero preparato l'indomani, giocando con le mascherine e saltando sulle barelle, in modo che anche la preparazione del giorno dopo fosse come un gioco.

Che Gaia Nanni fosse un'attrice straordinaria ce n'eravamo già accorti da tempo, avendola applaudita in "Gli ultimi saranno ultimi" (al Giotto di Vicchio) in "Donne Guerriere" (A Barberino) ne "La meccanica dell'amore" e nel precedente "Non sono Rosa (che tra l'altro andrà in scena stasera al Teatro degli Animosi di Marradi), ma in questo...non so come spiegarlo, c'è qualcosa di magico e di molto personale (ha avuto i suoi gemelli appena nati ricoverati per mesi al Meyer) che la rende speciale.

Quella notte faceva freddo, molto freddo e qualcuno ipotizzava che avrebbe nevicato, nonostante questo tutti rimasero sui marciapiedi del percorso a salutare i piccoli malati che passavano, e ieri sera ci siamo stati anche noi, insieme a Gaia, a Maurino, a Terrore, a Ludmilla al professore, alla mamma della Nanni, alla signora veneta e come tutti i personaggi della storia anche noi all'uscita del teatro, dopo aver applaudito senza freni, ci siamo ritrovati in strada, al freddo , ma esattamente come i protagonisti della storia, con la sensazione di aver assistito a qualcosa di straordinario, qualcosa accaduta "prima che il mondo si sciupasse"!

Grande Grandissima Gaia!

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