
Una storia che dura ormai da quasi vent’anni, anche se questa volta sembra che giunga - amaramente - al termine. Dopo oltre 400 anni, forse più, la famiglia Baggiani dovrà lasciare l’antico podere detto “Ontaneta” ubicato dietro la pieve di San Cresci in Valcava e quasi davanti alla vetusta Villa La Quiete, già della nobil famiglia Gondi e successivamente delle Nobile Signore delle Montalve per poi passare all’Università di Firenze.
La storia è presto fatta. Quando tutta la proprietà passò all’Università iniziarono i cosidetti “sfratti” alle poche famiglie che abitavano nei vari casolari, famiglie ovviamente che nel corso degli anni avevano preso in “affitto” la cascina o il casale per passarvi i mesi estivi, mentre i vecchi coloni ormai se ne erano andati da tanto tempo, da quando cioè in 10 anni (1955-1965), la secolare civiltà contadina si dissolse come neve al sole.
Ma i Baggiani, Franco, il padre Giuliano, la mamma, lo zio, la moglie Gianna e la figlia Giulia, che quel podere erano il sostentamento della loro esistenza, si opposero allo “sfratto” iniziando una lotta giudiziaria, trovando nella nostra persona un aiuto (quanti articoli!!), portando lassù ad Ontaneta anche il supporto della Rai TV (che bel servizio realizzò il caro amico Giovanni Spinoso), nel tentativo di difendere i diritti di una famiglia - i Baggiani - che lavora quella terra da dieci, forse più, generazioni.
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Sono passati, come sopra scritto, quasi venti anni, le cose, giuridicamente parlando, sono per la famiglia Baggiani ovviamente peggiorate e per comprendere a che punto è la situazione andammo ad Ontaneta con l’amico giornalista Paolo Marini, il quale da par suo, dopo una intervista a Franco Baggiani, stilò un esauriente articolo sul settimanale il “galletto” n. 1121 del 31 agosto 2013.
Non vogliamo entrare nel merito giurisdizionale (per questo ci sono le leggi, gli avvocati, i giudici), così ben spiegato da Marini, il nostro intervento è solamente morale, sociale, umano.
D’accordo che queste peculiarità sono ormai messe da parte, non contano più nel vivere civile, ma uno Stato che si chiami Stato, dopo che una famiglia ha lavorato per 500 anni lo stesso podere, si delibera si consegna e si dona il tutto, con annessi e connessi, al lavoratore senza “se” e senza “ma”. Invece, come abbiamo capito, Franco e famiglia se ne dovranno andare, verso chissà quali lidi, lasciando una casa con la terra, dove i suoi avi hanno lasciato sui campi un segno indelebile di lavoro, di amore, di generosità, di fatica, di sudore.
In un documento del 1744 sulla delibera della Tassa sul Macinato, leggiamo che Giovanni Baggiani del podere Ontaneta del popolo di San Cresci in Valcava ha pagato 8 scudi e 16 soldi di tassa (le tasse sono come l’acqua, esistono da sempre!!), mentre il giornalista Lanfranco Villani citò in un suo articolo una disputa fra un Baggiani di Ontaneta e un altro contadino nell’anno 1656 (cento anni prima della tassa sul Macinato), per futili motivi, mentre sempre lo scrivente di questo servizio si trovò davanti durante una ricerca geneologica un Atto di Battesimo di un certo Giovanmaria Baggiani del pievere di San Cresci datato 1603. Pensate un po cari lettori quanta “nobile” civiltà contadina hanno sulle spalle questa brava gente.
Sotto il porticato che unisce la casa e la stalla, scoprimmo sotto una trave una antica formella raffigurante "La Madonnina del Conforto”, l’effige che oppose nel giugno del 1799 i rivoltosi mugellani ( i leggendari “Viva Maria”), contri gli invasori francesi (a Borgo l’effige è in piazza Garibaldi, a Barberino nel Corso Corsini e a San Piero in piazza Colonna).
Non eravamo lì in quei tragici ed eroici momenti (sic !!), ma conoscendo la storia di questa rivolta popolare e cristiana, i Baggiani erano in prima fila con i loro forconi a dargliele di santa ragione alla soldataglia transalpina, lasciando poi sotto la trave l’immagine della loro vittoria.
I francesi quindi non riuscirono a cacciare i Baggiani da Ontaneta, così anche un testardo fattore che gli voleva, primi del ‘900, mandar via (la Madre superiora delle Montalve disse al vecchio Baggiani che andò a trovarla a Firenze - a piedi - implorandola di non mandargli via: “fino a quando io sarà Madre Superiora, i Baggiani resteranno per sempre ad Ontaneta”), ma questa volta con carte e documenti, leggi e leggine, non bastano i forconi e le parole suadenti di un Madre Superiora, che purtroppo non c’è più, per non far sloggiare i Baggiani da Ontaneta. Ma tant’è, questa è la storia!
Il podere di Ontaneta a San Cresci in Valcava, antica residenza della famiglia Baggiani
Paolo Marini mentre intervista Franco Baggiani
Il documento datato 1744 in cui i contadini del popolo di San Cresci in Valcava pagavano la Tassa sul Macinato; oltre ai Baggiani si leggono altri cognomi storici come i Generini,. Bonanni, Pinzauti, Paoli, Zuffanelli, Zagli, Labardi, etc,etc.
La formella della “Madonnina del Conforto” sotto il porticato fra la casa e la stalla del podere Ontaneta.
La vecchia stalla ormai con poche bestie.
gilberto
ANCH'IO MI COMPLIMENTI, ANZI DOPPI COMPLIMENTI.
luigi
Non sono aduso a piaggerie, ma mi devo complimentare con il signor Giovannini per questo articolo.
carlo
leggere queste storie stringe davvero il cuore. Bene hanno fatto Marini e Giovannini a portare a conoscenza il dramma di questa famiglia.