
Da sempre i Castagni hanno rappresentato per le zone di montagna la risorsa principale e insostituibile in grado di soddisfare molte esigenze, prima fra tutte quella alimentare, non solo per i montanari! Dal Centro Documentazione sul castagno, e dal suo referente Elvio Bellini, riceviamo e pubblichiamo la seguente nota. Un'approfondita analisi sullo stato di salute degli alberi (i castagni) del nostro territorio:
Oggi, sebbene la montagna sia quasi del tutto spopolata, il Castagno continua a destare interesse per le sue molteplici funzioni che esercita nell’ambiente. Infatti oltre a produrre pregevoli castagne e soprattutto “Marroni”, frutto altamente salubre e consumabile tutto l’anno a tutte le età, questa portentosa fagacea, multifunzionale per eccellenza, esplica azioni protettive dell’ambiente, crea suggestivi paesaggi con i suoi alberi monumentali e la variabilità del suo sottobosco, oltre fornire pregevole legname da opera ed ebanisteria. Per queste e altre ragioni il Castagno deve essere salvaguardato e protetto. L’avvento del Cinipide galligeno, importato dalla Cina in Italia nel 2002, che attacca il Castagno riducendone fortemente la vegetazione e di conseguenza la produzione, ha risvegliato le attenzioni un po’ di tutta l’opinione pubblica verso questa utilissima pianta di montagna. La Toscana, dopo il Piemonte, si è data molto da fare per cercare di ripristinare l’equilibrio biologico preesistente, effettuando molti lanci del predatore (antagonista) specifico del Cinipide: il Torymus sinensis, vespetta simile al Cinipide che si nutre delle sue larve (larva mangia larva…). Ebbene, la lotta biologica in atto in tutta Italia, operata anche attraverso lo specifico Progetto “Bioinfocast” del MiPAAF, sta portando i suoi “frutti”. Chiaramente i castanicoltori che hanno abbinato alla lotta biologica le attente cure colturali, essenzialmente potatura e concimazione, sono in grado di vederne per primi i risultati.
Già lo scorso anno nel nostro Alto Mugello si è assistito a una diversificazione delle produzioni e anche quest’anno, se l’andamento climatico prosegue favorevole alle esigenze del Castagno, dovremmo avere una fruttificazione accettabile, nonostante il perdurare di forte infestazione del Cinipide. A questo riguardo si deve sottolineare che la presenza di insediamento del Torymus, antagonista del Cinipide, è stata riscontrata in tutte le nostre aree castanicole e questo fa presagire che in tempi brevi si assisterà al raggiungimento dell’atteso equilibrio biologico tra Cinipide galligeno e il suo predatore, anche in Toscana. Purtroppo non tutti i Castanicoltori (e non solo loro) seguono e applicano le direttive scaturite dalla ricerca scientifica sulla lotta biologica al Cinipide che ha chiaramente una sola strada possibile, quella della diffusione nelle aree Castanicole italiane del suo antagonista specifico, il Torymus sinensis. Prova ne è la Regione Piemonte che già da un paio di anni ha ritrovato l’equilibrio biologico, debellando il Cinipide ed è ritornata alla normalità produttiva. La cosa che più mi rattrista, nella mia “forma mentis” di ricercatore, è la spudorata convinzione che da parte di “alcuni” esistano altre vie alternative al Torymus per controllare il Cinipide (es. funghi miracolosi, o altre diavolerie), e peggio ancora si faccia ricorso a presidi antiparassitari, spesso non autorizzati per il Castagno, i cui risultati sono assolutamente disastrosi per tutto l’ ”ecosistema castagneto”. Sono certo che i nostri bravi Castanicoltori non cadranno nel “trabocchetto”, ma continueranno ad applicare le conoscenze scaturite dalla ricerca scientifica accreditata del nostro Paese e avranno piena fiducia delle nostre Istituzioni Pubbliche e Associazioni Castanicole preposte a tale compito, alle quali si possono tranquillamente rivolgere.