
Ottobre, si sa, è il mese del vino per antonomasia. Riporto alcune righe scritte da un autore mugellano ai primi del Novecento e anche se con accenni poetici, ci dicono di un ottobre lontano nel tempo: “I due manzi si mossero trascinando il carro in cui erano state accomodate le ceste d'uva. Moriva l'ottobre e con lui le ultime canzoni della vendemmia; dai campi, che si stendevano lungo i pendii delle belle colline, giungevano al nostro orecchio come un eco malinconico e un saluto di pace in quella bella serata ottobrale” E ancora in quel periodo era una tradizione consolidata fare le scampagnate nelle belle giornate di questo mese; erano vere e proprie feste campagnole dove si suonava, si cantava e si beveva in allegria. In ottobre terminavano le operazioni della vendemmia. I tini, come le botti, erano fatti di legno e le doghe venivano tenute assieme da cerchioni di ferro; adesso, nelle cantine moderne le botti come i tini sono perlopiù di cemento con l'interno di vetro, questo per eliminare tutti problemi che andava soggetto il legno. Anche le bigonce sono di plastica e le botti con doghe di rovere sono usate solamente per vini destinati a particolare invecchiamento. Da qui il motto: Il vino è nelle doghe. Per Santa Susina si ritorna a scuolina. Ottobre era il mese in cui ricominciavano le scuole in Toscana, il nome della santa è immaginario e si dice protegga l'inizio dell'anno scolastico. Se in ottobre scroscia e tuona, l'invernata sarà buona. Una previsione categorica ma tutta da verificare. Vino e cantina dalla sera alla mattina. Ottobre è un periodo di grande impegno per chi lavora in cantina, le operazioni da fare sono tante e la sorveglianza del mosto che bolle nel tino richiede una continua e vigile presenza. La prima piena viene per il Rosario. La Madonna del Rosario e la prima domenica d'ottobre. Per Santa Teresa prepara la tesa. È il periodo migliore per cacciare gli uccelli al passo, ma qui si fa riferimento alle reti dei paretai: oggi questo tipo di caccia non è più consentito. Vento d'ottobre grida come l'orco e fa cascar la ghianda che fa ingrassare il porco. Era abitudine comune in questo periodo mandare il maiale a mangiare i frutti che cadevano dagli alberi e in particolare sotto la quercia che, per le forti correnti d'aria, lasciava cadere le ghiande delle quali l'animale era particolarmente goloso. Sia ottobre molle o asciutto, per San Luca semina tutto. La semina teme le piogge autunnali, perciò è bene portarla a termine nella seconda metà del mese e San Luca è il 18 ottobre. Per San Luca la merenda è perduta, per Sant'Agata la merenda è ritrovata. I giorni sono più corti e l'uso delle merende nei campi scompare per poi riprendere a marzo quando le giornate sono più lunghe e il clima permette di prolungare la sera il lavoro nei campi. Ha inizio un periodo di riposo per tutta la vegetazione che riprenderà vigore nella prossima nuova stagione. Per Santa Reparata l'oliva è maturata. Il proverbio ci dice che già all'inizio del mese le olive hanno una parte di olio, ma per avere la loro maturazione completa bisogna aspettare dicembre. Col tempo e con la paglia maturano le sorbe. Questi frutti sono immangiabili appena colti e bisogna attendere la loro maturazione, rimanere per qualche tempo in un giaciglio di paglia serve perfettamente allo scopo. Per San Simone leva il bue dal timone e metti la stanga nel vangone. Questo santo si celebra il 28 ottobre e l'aratura dei campi doveva essere terminata; bisognava vangare le prode e una volta venivano lavorati anche i filari delle viti. Adesso la vite viene coltivata a vigneti. Per San Simone il galletto si fa cappone. Era il momento in cui si castravano i galletti per avere capponi alle feste di Natale e nel pollaio rimanevano due galli uno giovane e uno vecchio sufficienti alla bisogna. In genere questa operazione veniva eseguita da una donna pratica del vicinato. Ricorro ancora alla sagacia di mio nonno Francesco per chiudere i motti di ottobre: Donna giovane, vino e tortelli, anche i giorni brutti diventan belli! Alfredo Altieri