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Il fango Tav su Firenze, brutto presagio dei primi metri di scavo nel grande buco nero

Un opera faraonica mai partita da 25 anni che costerà quasi 3 miliardi di euro per guadagnare 6 minuti di percorrenza, sperando che Firenze "regga".

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Cantieri stazione alta velocità Cantieri stazione alta velocità © Idra
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9 chilometri fra la stazione di Campo di Marte fino al viale XI agosto più una nuova stazione, anch’essa sotterranea in zona ex Macelli che sarà collegata con apposito servizio navetta alla Stazione Santa Maria Novella.
La stazione si chiamerà Belfiore e iI treni dell’alta velocità si fermeranno lì, 25 metri sotto il livello strada, in una struttura da 45mila metri quadrati composta da 4 piani che spunterà anche in superficie, con una “vela” coperta in vetro alta di 18 metri e sorretta da uno scheletro in acciaio.
Questo il passante della Tav di Firenze il cui obiettivo è separare il flusso dei treni ad alta velocità da quello dei regionali e interregionali che, secondo il piano di FS, questo consentirà di accorciare i tempi dei collegamenti veloci dai 14 minuti attuali a circa 6 minuti.

Per i lavori al tunnel Tav e in contemporanea per il progetto della nuova stazione dell’alta velocità sono impiegate a pieno regime circa 400 persone al giorno e la fine prevista dei lavori è fissata per il 2028.
Il cantiere della fresa dalla nota stampa di Ferrovie Italiane si annuncia operativo 24 ore su 24, 7 giorni su 7. 

L' investimento totale di circa 2,7 miliardi di euro. 300 milioni di euro a chilometro di spesa per guadagnare 7 minuti di percorrenza.
Per informare i cittadini sul progetto del passante dell’alta velocità di Firenze è attivo il sito dei “Cantieri parlanti“, dedicato alle opere strategiche sulla rete ferroviaria. 
In poche parole qui si riassumono le (ultime) vicende, imbarazzanti nella tempistica, del nodo fiorentino:
Data fine progettazione:
2005 (Progetto esecutivo aggiornato nel 2022)
Data fine iter autorizzativo:
2005
Data pubblicazione gara:
2006  (A seguito del fallimento della società Nodavia una nuova gara è stata  pubblicata e aggiudicata nel corso del 2022)
Data inizio lavori propedeutici:
2007 con le attività dello scavalco
Data Inizio lavori Passante e Stazione Belfiore:
2010 (I lavori sono stati interrotti nel 2018 a seguito del fallimento della società Nodavia e riavviati, con una prima fase, nel 2021 con il subentro di Infrarail Firenze Srl, società di scopo appositamente costituita ed interamente controllata da RFI.)
Data fine lavori:
2028 (la speranza)

Era il 15 dicembre del 1998 quando nella palazzina presidenziale di Santa Maria Novella si svolse il primo (e ultimo!) incontro pubblico per informare la popolazione sul progetto Alta Velocità.
Era presente il sindaco Mario Primicerio e con lui gli assessori all’Urbanistica Enrico Bougleux, ai Lavori pubblici Giovanni Bellini e all’Ambiente Sergio Paderi.
L’unico altro incontro pubblico informativo organizzato dal Comune era stato il  giorno prima, 14 dicembre 1998, al circolo SMS di Rifredi, con gli assessori al Traffico Amos Cecchi, all’Urbanistica Enrico Bougleux e all’Ambiente Sergio Paderi.

Sono passati 25 anni, 3 sindaci (Leonardo Domenici, Matteo Renzi e Dario Nardella) e altrettante campagne elettorali che proprio nel grande "buco nero" avevano uno dei grandi temi (insieme al nuovo aeroporto e al nuovo stadio, atri nodi ancora irrisolti) senza nessun'altro incontro pubblico ufficiale coi cittadini e senza soprattutto vedere la luce in fonda al tunnel....

Solo la settimana scorsa una timida apertura d'informazione alla cittadinanza quando il comune di Firenze ha organizzato, quasi alla chetichella insieme a Rete Ferroviaria Italiana, un primo incontro (poco pubblico) sugli impatti che i lavori iniziati del Passante Alta velocità ferroviaria promettono, e in parte già comportano, sulla vita quotidiana della popolazione.
Peccato però che tanti cittadini e associazioni hanno appreso per caso dell'incontro conclusosi peraltro frettolosamente a causa dei ristretti limiti di tempo posti all’utilizzo della Sala Riunioni dell’Infopoint del Comune.
Eppure sono mesi che, dopo l'annuncio della ripartenza dei lavori in pompa magna dell'estate tanti cittadini chiedono incontri per capire cosa succede sotto i loro piedi.

Eppure a giugno il Comune di Firenze insieme a Rfi, Regione Toscana e Città Metropolitana ha sottoscritto un “Protocollo per le attività di comunicazione e partecipazione relative al passante Alta Velocità”. Un atto che ha previsto l’istituzione da parte di Palazzo Vecchio di un nuovo Comitato di garanzia che, per il supporto alle proprie alle attività, dovrà dotarsi  – leggiamo – “di professionalità definite nell’ambito della comunicazione integrata, attraverso la selezione di società particolarmente qualificate per: gestire le attività di comunicazione definite nel Piano di comunicazione e garantirne la realizzazione; definire e realizzare un piano mezzi congruo rispetto alle attività da comunicare, tra i quali a titolo esemplificativo e non esaustivo materiali grafici e multimediali; pianificare, organizzare e gestire percorsi di partecipazione, ascolto, informazione e mediazione territoriale con i pubblici di riferimento”.

Oddio, l'esordio di questa nuova trasparenza comunicativa non è certo stata esaltante, ma tanto ha potuto il fango, questa volta reale e non evocativo, che ha travolto Firenze nel pomeriggio del 12 dicembre scorso.

All'improvviso in zona Ponte al Pino (infrastruttura delicatissima di cui è già prevista la demolizione e il rifacimento da parte di Rfi nel 2024 a causa dei limiti strutturali del manufatto ottocentesco) è fuoriuscito dopo i primi metri effettivi di scavo della "talpa" un gayser di fango che ha travolto la zona e paralizzato, tagliando in due la città, il traffico veicolare.

Ad oggi, tralasciando (volutamente) come se nulla fosse il passato fatto di un'inchiesta alla Direzione Distrettuale Antimafia con sequestro dei cantieri, della talpa ‘Mona Lisa’ e e dei conci da costruzione per le gallerie, di processi e di condanne e due grandi imprese costruttrici fallite una dopo l’altra (Coopsette e Condotte), con processi, condanne e assoluzioni rimane il clamoroso dato, che fa ancora più paura dopo il fango che ha invaso Campo di Marte, dei lavori avviati a cui manca un documento importante, anzi fondamentale!

Un documento carente che fa tremare i polsi e di cui sono stati informati il Prefetto, Ministero, Sindaco e Presidente della Regione che conferma che la città di Firenze potrebbe subire danni se si continua a scavare in assenza financo di un piano di emergenza.
Porta la firma della Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco Marisa Cesario il documento che certifica che: “Agli atti di questo Comando non risulta ancora essere stata depositata alcuna documentazione, tanto ai sensi del DPR 151/2011, quanto ai sensi del D.M. 28/10/2005” risultando disapplicato il decreto “sicurezza nelle gallerie ferroviarie”.
La progettazione esecutiva sulla base della quale si vanta dopo l’avvio delle operazioni di scavo da Campo di Marte a Castello è priva del piano di emergenza, ed è stata portata a termine a prescindere dal supporto e dal contributo del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze.

La città di Firenze tragicamente alluvionata dall'Arno nel 1966, e poi dalle tracimazioni nel 1992 dei torrenti Mugnone e Terzolle (nella cui area di esondazione è ubicata proprio la grande buca della stazione sotterranea Foster), è esposta a possibili effetti disastrosi?

Fa pensare (male) e preoccupare i cittadini l'apparire di una grossa trivella in via Cittadella, vicino al viale Belfiore, che dovrebbe preparare il cantiere dal quale si dovrebbero fare le iniezioni di boiacca cementizia sotto le fondamenta dell’edificio che deve essere consolidato.
Nell’aggiornamento del progetto pare infatti che qualcuno si sia reso conto che le cose non filerebbero lisce come hanno sempre detto e conseguentemente già si prevedono il consolidamenti di alcuni (molti) edifici; nella zona di via delle Ghiacciaie e via Cittadella.
Intanto la prima galleria costruita per l’Alta Velocità a Castello (quella del cosiddetto ‘Scavalco’) è già un colabrodo che perde pericolosamente acqua da tutte le parti.

Firenze è percorsa nel sottosuolo, e non solo nella zona dove dovrebbe sorge il sottoattraversamento, da molti corsi d'acqua di cui l'Arno, il Mugnone e il Terzolle sono i soli di superfice. Sono circa una trentina di corsi d'acqua per un totale di circa 50 km. di reticolo "tombati"; una pratica oggi vietata e potenzialmente pericolosissima.
Il più noto è l'Affrico sotterrato da viale Righi fino alla foce sul lungarno Colombo; poi c'è il Fosso di Ricorboli che raccoglie le acque sulle colline di Santa Margherita a Montici e  scorre lungo viale Giannotti per poi sfociare in Arno a monte del ponte Da Verrazzano; il fosso di San Gervasio che arriva da San Domenico, scende fino a viale Volta e si riversa nel Mugnone; il Fosso dell’Arcovada che dalla collina di Montughi scivola fino al Terzolle; e ancora il Fosso della Lastra sotto una parte del complesso didattico di viale Morgagni; il Santa Maria e il Santa Marta; il fosso del Gelsomino; quello di di Gamberaia e ancora i fossi di Carraia, di San Rocco, del Pellegrino, dell’Erta Canina. Un lungo elenco di canali e torrenti invisibili di cui abbiamo citato solo i principali che ogni giorno scorrono sotto i piedi dei fiorentini ignari.

Basterebbe rileggere la storia del Novecento peraltro per scoprire (ad esempio) che anche il noto architetto razionalista Raffaelo Fagnoni quando realizzò in soli nove mesi la scuola di Guerra Aerea delle Cascine abbandonò ben presto l'idea (avveniristica) di realizzare una stazione ferroviaria sotterranea per collegare la caserma con l'aeroporto militare di Peretola a causa del terreno fatto di sabbia e limo dei sotterranei fiorentini....

Per concludere, nonostante gli annunci di Ferrovie, Regione e Comune di Firenze pare inoltre che ancora ci siano problemi con lo smaltimento delle terre, come ha accennato l’assessore Stefano Giorgetti rispondendo ad una interrogazione in consiglio comunale.
I primi metri sarebbero contaminati da additivi che non consentirebbero il trasporto a Cavriglia e pare non sia ancora disponibile una discarica pronta ad accogliere le terre. Pare addirittura si voglia cambiare additivo per velocizzare lo scavo...

Insomma, i problemi non mancano e il fango che si è rovesciato su Firenze rischia di essere un pericoloso segnale.

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