14 APR 2025
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La storia di Bassel. Scultore siriano rifugiato a Borgo, e il dono che vuole fare al Mugello

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La storia di Bassel. Scultore siriano rifugiato a Borgo, e il dono che vuole fare al Mugello La storia di Bassel. Scultore siriano rifugiato a Borgo, e il dono che vuole fare al Mugello © n.c.
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Parliamone, di domenica - Il mondo dei rifugiati è fatto anche di persone che possono offrire molto alla comunità che li ospita. E' il caso di Bassel Saadi, artista siriano ospite allo Sprar del Villaggio La Brocchi di Borgo San Lorenzo. Bassel, in Siria, realizzava sculture in ferro colorato; secondo innovativi criteri e canoni stilistici di arte moderna. E oggi a Borgo San Lorenzo, dopo essere stato a lungo ospitato a Firenze da una comunità internazionale di artisti, si dichiara pronto a mettere la propria esperienza e la propria arte a disposizione (gratuitamente) della comunità. Lo incontriamo al Villaggio La Brocchi. E chiediamo come ha lasciato la Siria: "All'inizio della rivoluzione - spiega - pensavamo che il regime cadesse in tre mesi. Così però non è stato, e alcuni amici sono stati incarcerati e altri uccisi". Racconta di essere fuggito e che, dopo che aveva lasciato il paese, è stato cercato a casa dalle autorità. Bassel è arrivato in Italia con due figli piccoli; che ora frequentano la scuola primaria a Borgo San Lorenzo e che si stanno ben integrando. E spiega di voler porgere un saluto alle persone di Borgo affermando: "Sto cercando una terra per me e per i miei figli, spero che le persone di Borgo mi accolgano e mi diano il benvenuto". Anche noi lo speriamo, e per questo rilanciamo la bella lettera che ha scritto pensando al Mugello:

Bassel Saadi Pensieri di uno scultore siriano di Borgo San Lorenzo Sono arrivato in Italia a Firenze il 5 luglio 2017 Sono scappato via con due bambini dalla guerra in Siria e dal sanguinoso regime di Bashar al-Assad, e ho vissuto a Firenze in una residenza d’arte per un anno. In questo anno ho cominciato a conoscere la comunità italiana e le attività artistiche a Firenze. In una città che dipende dall’economia del turismo, c’è però una piccola presenza di arte moderna. Mi dissero di andare in una galleria dell’arte a Torino o a Milano… Ma non avevo le basi per iniziare la mia vita come padre singolo senza la conoscenza della lingua italiana e quindi ho aderito al progetto per i rifugiati al Villaggio la Brocchi. Molti dei rifugiati del Villaggio la Brocchi vengono dall’Africa e sono persone molto simpatiche che vogliono riparare le loro vite, come me. Questa situazione mi ha fatto vivere tra tre mondi: la mia vita passata in Siria, la comunità di rifugiati africani e la vicina società di Borgo San Lorenzo. E’ una sfida difficile a livello psicologico e di emozioni, e so che non vedrò più la mia famiglia e i miei amici in Siria. Vado quasi ogni giorno a Borgo San Lorenzo, a sedermi nei bar e a vedere persone… confronto i movimenti della comunità di qui e di Firenze con quelli della Siria… Le persone sono molto simpatiche. Siccome sono uno scultore mi piace guardare le opere d’arte nelle strade… è molto bello vedere le statue fatte per il popolo e non per il dittatore. In generale, l’arte della scultura in Siria è influenzata da quella italiana nei termini della forma umana e dell’utilizzo dei materiali di bronzo; ma la maggior parte delle sculture del mio paese sono di piccole dimensioni collocate in case. Nelle piazze invece si possono trovare solo statue del padre-dittatore Hafez Assad. La mia tecnica dell’arte della scultura e' invece lontana dall’utilizzo del bronzo e della forma umana, come in Italia; per esprimere i miei pensieri uso il ferro forme geometriche. Il titolo di questo articolo (pensieri) non sarà forse in grado di fornire risultati per i miei pensieri sulla società e sull’arte, perché ho bisogno di tempo. Vivo ancora in molti mondi… sono in una situazione ricca o una situazione difficile? Me lo chiedo come un rifugiato che ha perso il suo passato. La domanda più importante è: “posso presentare un’arte che non sembri estranea alla società italiana?” Posso aderire alla comunità io e i miei figli? La risposta alla prima domanda è che forse posso continuare come artista perché l’arte è parte di un linguaggio internazionale che possiamo trovate a Berlino o a New York. La risposta alla seconda domanda è che sarà il tempo a dire se la nuova società sarà la casa dei miei figli nel futuro.
Testimonianza raccolta da Nicola Di Renzone

 

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