Del resto, storicamente da quelle lande crudeli, hanno fatto fronte alle forze degli imperi centrali, nella prima guerra mondiale, con una infinita perdita di uomini, mandati al macello, prima di cedere con l’offensiva Kerenskij all’ armistizio di Brest Litovsk. Ugualmente fu per la seconda guerra mondiale, la carneficina di milioni di sudditi sovietici, che permise di respingere i nazisti e poi organizzare l’avanzata, garantita dall’industria bellica americana.
Nulla di nuovo quindi in Ucraina: all’ombra della tragedia israeliana palestinese innescata da Hamas per mano di Putin. L’invasore continua a perdere migliaia di uomini sul fronte, rinforzato ad Avdiivka vicino Donetsk, da quarantamila soldati formati dai peggiori criminali usciti dalle carceri moscovite dopo che la Wagner è stata messa precedentemente fuori uso.
Da Adviidvka a Bakmut, alla Crimea, il sangue scorre tra le due parti. Così, mentre in tutta Europa si accende il fanatismo islamico alla risposta di Israele, l’invasore e occupante in Ucraina perde trecentomila uomini in un anno e otto mesi, per non parlare dei mezzi militari e delle basi nelle retrovie, sistematicamente distrutte dagli ucraini. Resta una incognita l’avanzata ucraina che ha una solida testa di ponte sulla riva meridionale del Dnieper. Le truppe dell’invasore sono in numero impressionante ed è questo il motivo per cui è difficile avanzare sul territorio che e anche minato.
L’eco dei massacri in Ucraina, oggi sono sopiti dalla situazione creatasi in Israele e nella striscia di Gaza, ma la sua cruenta verità non dovrebbe far passare in secondo piano ciò che sta accadendo. Il sostegno all’Ucraina è per l’Europa un punto fondamentale e non esiste altro sistema che ricacciare con la forza il nemico nei suoi confini del 2013, perché l’occupante vive nell’ottusa mentalità medioevale della forza e del sangue.
Putin, dopo aver perso nel tentativo di occupare Kyiiv, continua con altri mezzi a cercare di separare l’Europa seguendo il principio del “Dividi et impera”. L’Europa si trova in una situazione delicata, non so quanto consapevole di esserlo, con due enclave come la Transnistria e Kaliningrad, e una massa eterogenea di musulmani potenzialmente istigati e frustrati dal fanatismo religioso. Il vecchio continente troverà l’unione politica solo attraverso una vera tragedia civile, se non risponderà unita e con determinazione all’invasione dell’Ucraina, che oggi difende i suoi, i nostri confini e civiltà.
Enrico Martelloni