19 MAR 2025
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Mostro di Firenze, la difesa denuncia: “Da anni chiediamo gli atti, ma la Procura li nega”

Tranfa e Cochi: “La digitalizzazione non può essere un ostacolo al diritto di accesso ai documenti”. Mentre una serie TV avrebbe già ottenuto migliaia di pagine

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Tenda vittime Tenda vittime © OKM
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Ancora polemiche sull’accesso agli atti relativi ai delitti del Mostro di Firenze. Da quattro anni, l’avvocato Alessio Tranfa, legale di un parente di una delle vittime rimaste senza giustizia, e il consulente di parte Paolo Cochi chiedono di poter visionare documenti d’indagine fondamentali per le loro ricerche, ma si sono visti respingere ogni richiesta, salvo l’accesso a una quantità “infinitesimale e insignificante” di materiale.  

La Procura di Firenze, attraverso le Pm. Giunti e Galeotti, ha concesso l’accesso ai fascicoli solo all’esito della digitalizzazione dei documenti, un processo che va avanti da anni senza una data di conclusione certa. “La digitalizzazione – spiega l’avvocato Tranfa – non può essere un ostacolo al diritto della difesa di acquisire gli atti. Ho chiesto almeno quelli già digitalizzati, ma sono ancora in attesa di una risposta”.  

Secondo Tranfa e Cochi, l’accesso alla documentazione è essenziale per approfondire una pista finora rimasta nell’ombra, su cui la difesa sta lavorando da tempo. Le loro ricerche, già inviate alla Procura sotto forma di memorie difensive lo scorso novembre e gennaio, si concentrano su una figura mai entrata ufficialmente nelle indagini, il cosiddetto “Uomo del Mugello”.  

Il paradosso della serie TV: atti negati alla difesa ma disponibili per la produzione

A rendere ancora più spinosa la vicenda è che attraverso fonti stampa si è appreso, in una intervista al regista di Netflix, dell’esistenza di una serie TV in produzione sugli omicidi del Mostro di Firenze, che sarebbe basata proprio su migliaia di pagine di documenti d’indagine.  

Sarebbe paradossale – commentano i due – se quegli atti fossero stati concessi a una società cinematografica, mentre la difesa, che ha il diritto di accedervi, continua a vedersi negare ogni richiesta”.  

La battaglia per ottenere gli atti continua, tra ritardi burocratici, dinieghi e una digitalizzazione senza fine. La difesa chiede risposte chiare e soprattutto la possibilità di accedere ai documenti necessari per fare luce su elementi ancora oscuri di uno dei casi più inquietanti della cronaca italiana.

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