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Lo stile educativo dei genitori e l’ansia dei bambini

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Bambini e ansia Bambini e ansia © Chinh Le Duc
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Spesso utilizziamo i termini paura, preoccupazione e ansia in modo intercambiabile, quando in realtà indicano cose diverse anche se affini: la paura è il risultato di uno spavento relativamente a un pericolo che percepiamo come reale, mentre la preoccupazione è legata ad eventi circoscritti e specifici, che possono presentarsi nel presente o nel futuro e che temiamo per un qualche motivo. L’ansia invece è una risposta dell’organismo che può anche non riferirsi a situazioni reali: ha a che fare con l’allerta dell’organismo in vista di un qualcosa che si ritiene possa mettere a repentaglio la nostra incolumità fisica o psichica. Le cause dell’ansia sono multifattoriali e possono essere di natura biologica, psicologica, relazionale e sociale.

L’ansia nei bambini si manifesta con una sintomatologia fisica specifica: accelerazione del battito cardiaco; aumento della sudorazione e difficoltà nel respiro; sensazione di star per svenire; nausea; perdita dell’appetito, mal di pancia e mal di testa possono essere tutte spie di allarme per lo sviluppo di un disturbo ansioso, se si presentano con molta frequenza e in concomitanza di certi eventi o momenti della giornata. Il disturbo ansioso nei bambini può comunque presentare sintomi diversi a seconda dell’età in cui esordisce. Per esempio, nei bambini prescolari è molto comune osservare difficoltà nell’alimentazione o problematiche legate al sonno, al separarsi dalle figure di riferimento oppure difficoltà nel linguaggio come la balbuzie. Quando i bambini cominciano ad andare a scuola, invece, i disturbi d’ansia sono legati proprio al mondo scolastico: timore per la prestazione di studio, difficoltà di concentrazione, preoccupazione per il giudizio degli insegnanti e degli altri alunni, oppure timore di fallire nei compiti in classe e nelle interrogazioni possono provocare ansia e stress negli individui più fragili. In età adolescenziale possono invece fare la loro comparsa attacchi di panico, agorafobia, ansia sociale e da prestazione, sentimenti depressivi, tic ecc.

I comportamenti dei genitori possono influire sulle reazioni ansiose dei loro figli. Infatti,   lo stile educativo adottato dai genitori può influenzare notevolmente le risposte del bambino agli eventi e può essere una causa concomitante dello sviluppo di un disturbo ansioso nel figlio. Attraverso un adeguato sostegno è possibile modificare lo stile educativo dei genitori, che dipende da vari fattori, di cui spesso i genitori stessi sono inconsapevoli (per esempio, la loro storia familiare, la disciplina utilizzata nelle famiglie d’origine, la storia di vita, le esperienze passate che hanno vissuto e il valore che loro gli attribuiscono ecc.)

Gli stili educativi dei genitori maggiormente correlati allo sviluppo dell’ansia nei figli sembrano essere:

1) Lo stile Assolutista, che non concede spazio ai figli per prendere in modo autonomo le decisioni e quindi non gli di sperimentare la frustrazione e il fallimento che derivano dall’insuccesso, ma che sono necessari per imparare a gestire e regolare le proprie emozioni.

2) lo stile Permissivo, in cui, invece, al bambino viene concesso tutto.  Crescere in un ambiente senza regole e senza confini, può far sentire il bambino di essere in balia di se stesso e di non meritare di essere amato, quasi non facesse parte della famiglia. Il bambino non imparerà a rispetterà le regole, perché non gli sono state date, ma non saprà neanche controllarsi, nemmeno relativamente alle paure e alle emozioni in generale, poiché non sarà stato contenuto e protetto da regole e confini.

Lo stile autorevole sembra quello meno correlato allo sviluppo di un disturbo ansioso perché impone regole chiare e facilmente eseguibili da parte del bambino, che potrà anche sperimentare il giusto livello di frustrazione sfidandole, ma che comunque si sentirà protetto e contenuto dai genitori, che sanno farsi rispettare e amare nello stesso tempo. Le regole comportamentali devono essere poche, coerenti ed eseguibili, inoltre, affinché il bambino senta di avere dei punti di riferimento sicuri, è necessario che la coppia genitoriale adotti lo stesso stile educativo.

Bibliografia:
Fondamenti di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, a cura di Vincenzo Guidetti, Il Mulino.

Dott.ssa Barbara Calcinai, psicologa – psicoterapeuta
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