
Oggi - 3 febbraio - alle ore 14,30 circa, è stata data esecuzione, convalida a cura di Ufficiali di P.G. appartnenti alla Sezione Anticrimine dei CC del Ros di Firenze, del Comando Provinciale dei Carabinieri di Firenze, del Centro Operativo della Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Toscana e della Digos di Firenze, al provvedimento di fermo al ragazzo di 22 anni Dani Hakam Taleb Moh'd indagato per terrorismo e per trasporto di armi in luogo pubblico. Il fatto a cui fanno riferimento le indagini è il lancio di due bottiglie molotov contro il Consolato USA di Firenze in Via Amerigo Vespucci in data 1 febbraio. Il fermo sarebbe scattato dopo ore di interrogatorio dopo essere stato prelevato dalla sua casa questa mattina a seguito di un blitz delle autorità.
Stando a quanto riportato da La Nazione, il ragazzo sarebbe residente proprio in Mugello. In particolare vivrebbe con i genitori nel Comune di Dicomano. Proprio qui questa mattina sarebbe scattato il blitz. Si tratta di un giovane italiano di seconda generazione, figlio di genitori palestinesi residenti in Italia da tempo.
Nella sua casa, questa mattina, gli investigatori diretti dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura del capoluogo toscano avrebbero trovato diversi riscontri, tra cui gli indumenti che il giovane avrebbe indossato la notte in cui sono state lanciate le due bottiglie molotov. Gli investigatori dei carabinieri con la collaborazione della polizia postale sarebbero risaliti al presunto attentatore seguendo le tracce telematiche lasciate per diffondere la rivendicazione del gesto che in un video è stato attributo ad Hamas.
"Il provvedimento di fermo eseguito è stato emesso sussistendo, a giudizio di questa Procura della Repubblica, gravi indizi di reità a carico della persona indagata in relazione ai fatti- reato sopra esposti, alla luce delle complesse e tempestive indagini svolte dalla polizia giudiziaria della Sezione Anticrimine dei CC del Ros di Firenze, del Comando Provinciale dei Carabinieri di Firenze, del Centro Operativo della Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Toscana e della Digos di Firenze, le cui forze hanno operato in stretta sinergia e sotto la costante direzione e coordinamento di questa Procura della Repubblica. Gli elementi investigativi alla base del decreto di fermo sono plurimi e convergenti - derivanti da indagini di tipo tradizionale ed informatiche - e consentono di ritenere, con elevato grado di probabilità, la riferibilità soggettiva delle condotte illecite, incluso il video di rivendicazione, al soggetto nei cui confronti è stato disposto il fermo. Parimenti, si è ritenuto sussistente il concreto pericolo di fuga per la ritenuta possibilità di procurarsi collegamenti con l’estero e luoghi di immeditato riparo. ", spiega la Procura della Repubblica motivando l'esecuzione del fermo.
I capi di accusa Il ragazzo è indagato del reato di cui agli artt. 280 bis 1 e 4 co. c.p. e 61 n. 5 c.p., poiché - per finalità di terrorismo, palesata dall’impiego di ordigni esplosivi e da plurime rivendicazioni a organi di informazione, nelle quali veniva manifestato il proposito di numerosi attentati per dissuadere lo Stato Italiano dal fornire appoggio allo stato di Israele ha lanciato dispositivi esplosivi, consistenti in bottiglie molotov, dall’incrocio tra via Palestro e Corso Italia, all’indirizzo del consolato americano in via Amerigo Vespucci, danneggiando la struttura del consolato e le pertinenze dello stesso. Con l’aggravante di aver commesso il fatto di notte in circostanze non idonee a impedire la pubblica e privata difesa, esponendo a pericolo la pubblica incolumità, e per il fatto di aver commesso il fatto sulla pubblica via, ad alta intensità abitativa, con compresenza nella zona di autovetture che se fossero state colpite dalle bottiglie molotov avrebbero potuto determinare un effetto di potenziamento esponenziale delle fiamme.
Il ragazzo è anche indagato del reato di cui 4 L. 895/67 e 61 n. 2 e 5 c.p., perché al fine di eseguire l’attentato ha portato in luogo pubblico due dispositivi esplosivi compresi tra i "congegni micidiali" e pertanto equiparate, agli effetti della legge penale, alle armi da guerra per lanciarli contro il perimetro della sede del consolato americano. Anche in questo caso con l’aggravante di aver commesso il fatto in circostanze di tempo (notte) idonee a impedire la pubblica e privata difesa.