In questi giorni abbiamo letto sui social un intervento di un lettore, abitante in piazza San Giovanni Bosco, sui lavori di riqualificazione della stessa piazza, auspicando la ripulitura della piccola edicola raffigurante San Giovanni Bosco con il giovane Domenico Savio, collocata nello stabile adiacente a via degli Argini. Si domandava anche chi era l’autore, quindi eccoci quà a ricordare, traendo le notizie dal libro “Borgo San Lorenzo - dalle cento case alle cento strade” edito nel 1986, autore lo scrivente di queste note e far conoscere la biografia dell’autore, il Prof. Orazio Belli, nativo (1906) di Borgo San Lorenzo.
Dunque ecco il testo: “Nella copiosa schiera di artisti toscani che hanno lasciato una impronta della loro arte fra il premo e secondo ‘900, il Mugello in generale e Borgo San Lorenzo in particolare può vantarsi di aver dato i natali al Prof. Orazio Belli, uno degli interpreti più ricercati nel campo della pittura e della ceramica. Diplomatosi all’Istituto d’Arte di Faenza, l’intensa attività di questo artista, di animo generoso e semplice, ma con una forte personalità, è stata un susseguirsi di tappe significative e grandi successi. Nella pittura e nel disegno il nome dell’artista borghigiano si ritrova nelle maggiori esposizioni nazionali e internazionali (Firenze, Milano, Roma, Bologna, Dusseldorf, invitato alla Quadriennale e alla Biennale), mentre nella ceramica i riconoscimenti più prestigiosi sono venuti proprio nelle piccole “patrie” (Faenza, Deruta, Cervia, Cesena, Gualdo Tadino,) dove l’arte della ceramica non si improvvisa e nulla può essere lasciata al caso.
Dedicandosi in modo particolare a soggetti sacri (il San Giovanni Bosco a Borgo), ecco che diverse opere si ritrovano ovviamente nelle chiese, tante, da perderne il conto, di grande importanza, non solo in territorio nazionale ma anche all’estero (Inghilterra, Francia, Svizzera) e più specificatamente negli Stati Uniti d’America. Orazio Belli resterà uno dei più finissimi interpreti di quella meravigliosa Arte che ha fatto conoscere il nostro Paese, in tutto il mondo. Lasciò Borgo San Lorenzo con la famiglia (abitavano nell’allora Viale Umberto I°, attuale viale della Repubblica, in un una delle tante villette liberty), dopo il bombardamento del 1943, trasferendosi a Firenze e quindi all’Impruneta, ma non si è mai dimenticato del “suo” Borgo.
Morì il 17 aprile del 1985 e l’ultimo suo desiderio fu quello di essere sepolto nella sua terra natale. Riposa nel Cimitero della Misericordia“.
Galleria fotografica
Questa è la breve biografia di un grande borghigiano, purtroppo dimenticato, ma basta un’acuta osservazione di un lettore, per riscoprire un grande artista com’è stato il Prof. Orazio Belli. Infine, il ricordo va al caro e indimenticabile Graziano Melara, per 40 anni sacrestano del Santuario del SS. Crocifisso, il quale ogni tanto ci diceva che il tabernacolo al Ponte Rosso di San Giovanni Bosco andrebbe ripulito e reso più visibile. Forse ci siamo e chissà come sarà felice, il buon Graziano.
Nel testo pubblichiamo l’immagine fotografica a corredo poiché vogliamo ricordare questo gruppo di borghigiani, dove si nota anche il Prof. Orazio Belli, che hanno lasciato davvero la loro impronta nel vecchio caro Borgo. Siamo nel 1936 al Bosco delle Fonti sotto la Villa Martini Bernardi in occasione dell’inaugurazione del campo dell’Opera Nazionale del Dopolavoro Fascista.
Da sinistra in piedi, Tonino Gigli (impiegato all’anagrafe; il suo nome è impresso nel viale dei Giusti a Gerusalemme per aver aiutato una famiglia ebrea), Marcello Vallini (avvocato), Ferruccio Ulivi (Docente in lettere e Rettore dell’Università La Sapienza di Roma), Pierino Materassi (commerciante), Domenico Mercatali (farmacista), Mario Pini (commercialista), Giuseppe Alpigini (Docente e ricercatore), Luigi Mercatali (medico condotto a Ronta), Raul Piattoli (commerciante), Faliero Martinelli (commerciante).
In basso accosciati, Giuseppe “Beppe” Maggi (primo sindaco di Borgo San Lorenzo nel dopoguerra), il prof. Orazio Belli (scultore, pittore, scenografo, docente), Alessandro Nencetti, (impiegato, morì sotto il bombardamento aereo del 30 dicembre 1943 insieme al babbo Alfonso e al fratello Neri), Carlo Bologna (impiegato), Augusto Nencetti (bancario), Aldo Staccioli (esercente).
Questa foto è tratta dall’archivio storico-fotografico del ventennio fascista dello scrivente di queste note.