
In occasione dell'attesissima visita del Papa a Firenze il 10 novembre, mentre la città e il tutto il territorio sono in fermento, mentre aumentano di giorno in giorno le misure di prevenzione e sicurezza e si stimano in 52 mila le presenze per la messa all'Artemio Franchi, anche il Mugello ha deciso di omaggiare il Pontefice. La Fondazione Don Lorenzo Milani ha scritto a Papa Francesco per ringraziarlo per aver dichiarato finalmente decaduto, dopo 56 anni, il Decreto su "Esperienze Pastorali": indicando quindi pubblicamente don Lorenzo Milani come esempio di uomo, prete e maestro da seguire. Un riconoscimento simbolico tanto per la memoria della figura di don Lorenzo - per anni percepita come scomoda -, quanto per il Mugello. A fronte di ciò la Fondazione ha donato a Bergoglio una croce lignea realizzata dall'artista Antonio Di Palma, accompagnata dalla frase di don Milani: "Abbattiamo i muri che ci impediscono di andare incontro ai poveri e additargli la Croce". L'opera sarà esposta nel Cimitero di Barbiana, dove è collocata la tomba di don Lorenzo, dall'8 al 12 novembre, cioè al termine del Convegno Ecclesiale. La Fondazione DLM nella lettera a Papa Francesco (riportata integralmente sotto) ha espresso la speranza che con il suo pensiero vorrà raggiungere Barbiana e porre simbolicamente un fiore sulla tomba del priore, che ancora oggi - come per altro OK!Mugello ben sa - riesce a raccogliere attorno a se giovani e meno giovani da ogni parte d'Italia e oltre nel solco dei suoi taglienti e necessari insegnamenti.
Caro Papa Francesco, a novembre Lei sarà a Firenze, nella Diocesi dove c'è Barbiana, la località su un monte dove dall'età di 31 anni fu mandato don Milani. Oggi Barbiana, nel silenzio di quella montagna, conserva la tomba di Don Lorenzo Milani e la sua scuola che la Fondazione, nata per volontà di un gruppo di suoi "ragazzi", ha recuperato lasciando il tutto povero e austero come ai tempi di don Lorenzo. Una povertà che non deve essere stravolta e che ancora oggi parla e commuove. Quella povera tomba e la scuola ogni anno muovono centinaia di scolaresche, parrocchie, associazioni, famiglie e singoli individui che salgono lassù per respirare l'esperienza che là si è svolta, e che i volontari della Fondazione accolgono con testimonianze. Quando nel 1954 arrivò don Milani, Barbiana, era niente, solo una località senza futuro e senza speranza. Probabilmente da quel niente è passato lo Spirito Santo che ha aiutato quel sacerdote a consolidare la sua grande fede e consacrare il suo sacerdozio facendo scuola a un piccolo gruppo di ragazzi di montagna destinati a restare senza di lui dei vinti, figli di vinti, padri di vinti e trasformato quel silenzio in parola alta e forte che ha saputo parlare lontano, molto lontano sia come tempo che come luogo. Noi che ci siamo formati a quella scuola e che abbiamo vissuto vicino a lui l'intero periodo di Barbiana, sappiamo che un suo grande tormento è stato il clima di incomprensione della sua "carissima moglie chiesa" che prima lo confinò a Barbiana e poi decretò il ritiro dal commercio e vietò la ristampa del suo libro "Esperienze Pastorali" perché inopportuna la lettura. Era soprattutto preoccupato perché temeva che quel clima agli occhi dei suoi "poveri" potesse farlo apparire ai margini e non al centro della chiesa di Cristo. Per questo ha cercato a lungo un qualsiasi atto di onore, da parte della gerarchia ecclesiastica, che fugasse ogni dubbio sul suo essere sacerdote della chiesa cattolica. Atto di onore che non è mai arrivato durante la sua vita terrena e nemmeno per lunghi anni dopo la sua morte. Lei, Papa Francesco, anche grazie alla positiva e oggettiva istruttoria messa a punto dal Cardinale Betori, gli ha reso giustizia, dichiarando dopo 56 anni decaduto il Decreto sul libro "Esperienze pastorali" e indicato don Lorenzo quale maestro-prete come esempio da seguire. Probabilmente don Lorenzo dal Paradiso ha sorriso di gioia non tanto per lui quanto per noi che gli abbiamo voluto bene. Di questo volevamo ringraziarLa donandole l'esposizione, in un luogo del Suo passaggio in occasione della sua venuta a Firenze, di una grande croce realizzata, con il legno del bosco di Barbiana, da un giovane artista Antonio Di Palma con la significativa frase di don Lorenzo tratta da Esperienze Pastorali: ABBATTIAMO I MURI CHE CI IMPEDISCONO DI ANDARE INCONTRO AI POVERI E ADDITARGLI LA CROCE. Ci è stato detto che la cosa è un po' complicata. Abbiamo preso atto delle difficoltà, ma non vogliamo rinunciare a ringraziarLa e abbiamo allora intanto deciso di esprimerLe la nostra gratitudine collocando dall’8 al 12 novembre la nostra croce di ringraziamento di fronte al minuscolo cimitero di Barbiana dove riposa don Lorenzo. Speriamo di cuore che con il pensiero Lei vorrà raggiungere Barbiana e tramite noi porre un fiore sulla tomba di don Lorenzo, servitore di Dio e di nessun altro. Invochiamo la Sua benedizione. Il Presidente della Fondazione Don Lorenzo Milani Michele Gesualdi