14 APR 2025
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Cavalli chiude lo stabilimento di Sesto Fiorentino, 170 lavoratori a rischio

Nessun confronto con le Istituzioni e con i sindacati

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Sede Roberto Cavalli a Sesto Fiorentino Sede Roberto Cavalli a Sesto Fiorentino © n.c
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Ha lasciato tutti di sasso la decisione presa ieri dai vertici della Roberto Cavalli di chiudere lo stabilimento di Sesto Fiorentino. La vertenza era aperta da diverso tempo.

"Nel corso di un incontro richiesto rispetto all’applicazione della cassa integrazione, l’azienda ci ha comunicato la decisione del consiglio di amministrazione di voler procedere al superamento della sede di Firenze, con il trasferimento di tutto il personale (170 dipendenti) a Milano, nell’arco dei prossimi mesi. Dopo i gravissimi mesi di totale assenza di chiarezza sulle prospettive industriali della Roberto Cavalli e sul futuro delle attuali sedi di lavoro delle persone, in una situazione di piena emergenza sanitaria del paese e con l’azienda ferma, la nuova proprietà ha comunicato la decisione di chiudere la sede di Sesto Fiorentino. Come organizzazioni sindacali, assieme alle Rsu aziendali, abbiamo espresso la nostra contrarietà ad una scelta che abbiamo tentato di scongiurare con ogni mezzo". E' quanto denunciato da Luca Barbetti di Filctem-Cgil e Firenze Mirko Zacchei di Femca-Cisl Firenze-Prato RSU Roberto Cavalli.

I sindacalisti evidenziano come il management dell'azienda di moda stia andando in direzione opposta rispetto all'intero comparto: "Nel momento in cui tutte le aziende della moda sembrano prepararsi alla ripartenza e la discussione è centrata sulla massima tutela della condizione di sicurezza e tranquillità dei lavoratori, la nuova Roberto Cavalli sembra disinteressarsi dell’impatto che questa decisione può avere sui suoi lavoratori. Una decisione, questa, non accompagnata dalla necessaria presenza di un piano industriale".

Rammarico e sbigottimento da parte del sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi. "E' un comportamento inaccettabile - fa sapere il primo cittadino - che lascia senza parole e che danneggia i lavoratori e tutto il nostro territorio. Da parte nostra sosteniamo la richiesta di convocazione del tavolo di crisi regionale avanzata dai sindacati con l’obiettivo di arrivare alla ricomposizione di una vicenda che inizia assumere caratteri grotteschi e che rischia di vedere disperso un patrimonio di lavoro e competenze di grande valore per Sesto e la Toscana”.


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