
Sorridono sempre da dietro il bancone del forno ed hanno sempre una parola giusta per tutti.
Consolatorie e rassicuranti per le signore del quartiere che si lamentano dell'acciacco del giorno e allegre, spensierate e divertenti come fatine per i bimbi della vicina scuola.
Questo fino a che il nemico silenzioso e insidio entrasse nelle nostre vite.
Cappellini e veste bianca di candore e farina Monica e Giulia dispensano sorrisi e carboidrati appena sfornati. Erano nella routine di tutti i giorni amate anche dai nonni e dalle signore del quartiere. Per tutti, a qualsiasi ora sempre il filoncino fresco e la parola giusta d'accompagnamento.
Ora quasi tutto è diverso. Il Coronavirus ha spento il loro sorriso dietro le mascherine e chiuso i cancelli della scuola di fronte, I bambini coi loro schiamazzi sono in casa a sognare un futuro migliore e in bottega, contingentati arrivano solo i nonni che nonostante gli appelli non capiscono di dover stare a casa!
Non sono neanche le nove del mattino quando fuori dalla bottega si allineano in fila disordinata un gruppetto di anziani. La distanza sociale è una chimera, le mascherine inesistenti e se glielo fai notare la risposta in un bofonchio ringhioso è "ma io ho passato la guerra!"
Le due ragazze bionda una e mora l'altra nonostante tutto, non lesinano sorrisi anche se nessun divisorio se non la loro mascherina le protegge da quei signori che non conoscono neanche un grazie per loro che stanno in prima linea.
Per fortuna a scaldare il cuore ci pensano i clienti nuovi, quelli sconosciuti fino al giorno prima del virus.
Si fermano per una schiacciata e una pizza da mangiare a pranzo e in cambio regalano una mascherina o un paio di guanti. Sono operai, carrozzieri e altri lavoratori come lei costretti a stare sul fronte.
E poi ci sono i soccorritori a cui dicono: "non se ne parla nemmeno di pagare!" e il giorno dopo, infilato sotto il bandone c'è un sincero biglietto vergato a mano di ringraziamento.
Guardano fuori pensando a com'era più bello e spensierato quell'angolo di Firenze quando i bambini della vicina scuola sciamavano felici doposcuola in cerca del biscotto colorato e del loro bacetto sulla guancia che si stampava rosso sulle guancette fresche.
Ma poi sorridono, perché tutto passerà e i bambini torneranno.
Ecco la letterina infilata nel loro bandone da un soccorritore: "Mi fermo a comprare due pezzi di pizza prima di entrare in servizio... faccio per pagare... la signorina mi fa: "non se ne parla!" Io, "ma perché", lei "per tutto quello che voi state facendo", mi sono scese due lacrime mentre la ringraziavo, perché in questo periodo tutti quanti stiamo riscoprendo un'umanità diversa e potente.
Questi due pezzi di pizza idealmente diventano migliaia... e il forno Ghibellina di via Capodimondo gli ha regalati a tutti i medici, infermieri, oss, dipendenti e volontari di associazioni di volontariato che oggi più che mai fanno la loro parte nella lotta a questo nemico invisibile".