23 MAR 2025
OK!Valdisieve

Salviamo la loggia dei Bianchi di via delle Gore

L'appello di Matteo Chelli consigliere del Quartiere 5. Anche una lettera al Ministero dei beni culturali e alla Soprintendenza per la Città metropolitana di Firenze per salvare dall'oblio uno storico oratorio.

  • 352
lo stato di degrado dell'Oratorio dei Bianchi lo stato di degrado dell'Oratorio dei Bianchi © Matteo Chelli
Font +: 22px16px
Stampa Commenta

Firenze città di storia, arte e cultura non è solo quella tutelata Unesco ristretta nel meraviglioso chilometro quadrato dei capolavori elebrati in tutto il mondo. Non è solo Galleria degli Uffizi, Galleria dell'Accademia, Santa Maria del Fiore, Palazzo Vecchio, Ponte Vecchio, Santa Maria Novella, Santa Croce, San Lorenzo, etc...
Una lista talmente lunga di capolavori laici e religiosi che spesso mette in secondo piano, sotto la definizione di "arte minore" una serie di manufatti che si trovano soprattutto in quiella che è oggi periferia e che una volta era contado che ahimè, soli e abbandonati oltre ad essere destinati all'oblio sono spesso destinati anche alla distruzione senza alcun tipo di manutenzione a profeggerli. Fra questi la seicentesca Loggia dei Bianchi di via delle Gore.

“Lo scorso mese, su sollecitazione anche di alcuni cittadini, ho presentato una interrogazione in Consiglio di Quartiere a proposito della nota “Loggia dei Bianchi”, antica struttura risalente al 1600 circa dall’importante valore storico e artistico, sebbene da decenni versi in condizioni di abbandono e degrado.
Secondo quanto riferito, l’immobile non costituisce proprietà del Comune. Ho chiesto se l’Amministrazione abbia comunque intenzione di attivarsi per sollecitarne eventualmente il recupero ma non mi è stata data risposta. Ho deciso che scriverò direttamente al Ministero dei beni culturali per cercare di comprendere più a fondo la vicenda e capire quel che si può fare per rendere accessibile alla comunità questo bene”
racconta Matteo Chelli consigliere al Quartiere 5 per Fratelli d'Italia.

Di seguito il testo della lettera indirizzata al Ministero dei beni culturali e alla Soprintendenza per la Città metropolitana di Firenze.
“Spettabile Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, a Firenze, in via delle Gore, è situata un'antica struttura risalente alla fine del Cinquecento circa denominat "Loggia dei Bianchi". Si tratta di un piccolo oratorio dotato di un portico con colonne sormontato da una cupola ricoperta di pietre lavorate a squame. Le pareti interne sono decorate da affreschi, alcuni dei quali attribuibili al pittore Bernardino Poccetti.
Dal 1960, la struttura, pur avendo un importante valore storico ed artistico, risulta essere stata abbandonata. Da decenni non è più accessibile e versa attualmente in uno stato di degrado manutentivo. Secondo quanto appreso attraverso formale atto di sindacato ispettivo presentato dal sottoscritto, il bene non costituisce proprietà dell'Amministrazione comunale. Con la presente, sono pertanto a richiedere alle SS. VV. tutte le informazioni in possesso relativamente alla vicenda, alla proprietà e alla natura giuridica della cosiddetta "Loggia dei Bianchi", volendo comprendere quali siano le cause del perché sia stata nel tempo abbandonata e se via sia la possibilità, previa realizzazione dei necessari lavori di restauro, di renderla nuovamente accessibile alla comunità”.

Storia del manufatto:
da risorgimentofirenze.it
“Il nome Loggia dei Bianchi deriverebbe dai Flagellanti “Bianchi”, una compagnia di penitenti, così chiamati per le loro candide vesti con cappuccio, che nel 1399 dirigendosi a Roma per un pellegrinaggio giunsero a Firenze.
La Signoria temendo la diffusione della peste, proibì ai penitenti l’ingresso in città. Questi si accamparono nei pressi di Rifredi lungo il  torrente Terzolle e, accolti dai proprietari degli Allori, avrebbero eletto a monumento devozionale un piccolo tabernacolo dedicato alla loro patrona Maria in via delle Gore prospiciente sul torrente Terzolle.
Alla fine del Cinquecento il complesso venne acquistato da un mercante bergamasco residente a Firenze, Bernardo di Giovanni Corona da Ponte, il quale fondò anche l’Oratorio, incorporandovi l’antico tabernacolo, facendo realizzare un affresco da Ulisse Giocchi, su disegno del Poccetti, con la  processione della Compagnia penitenziale, alla presenza dei committenti e dei loro rispettivi patroni.  Attualmente l’Oratorio è una struttura sbiadita e decrepita, imprigionata in una gabbia arrugginita”.

Lascia un commento
stai rispondendo a