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Sarà l'eccesso del turismo a far collassare il nostro pianeta?

Mentre tutti siamo concentrati sui cambiamenti climatici il pericolo arriva da un'altra parte, ma ce ne siamo accorti?

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Panorama di Firenze Panorama di Firenze © Ok!News24
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Il futuro cosa ci riserva?
Quali azioni di mitigazione che pensiamo di attuare a Firenze e il mondo per salvarsi?
Con questa domanda avevo chiuso il mio precedente approfondimento sul tema. Adesso provo ad andare oltre anche perché spesso, troppo spesso, si parla di turismo etico e sostenibile e quindi proviamo a vedere se ci siamo o se siamo lontani…
Perché e come siamo arrivati a questi numeri insostenibili?
Beh semplicemente perché abbiamo visto il filo d'erba e non la luna ammaliati dall'illusione che il turismo sia una mucca da mungere e accecati dai facili guadagni e così non abbiamo guardato oltre.

In Italia il numero di turisti nel 2023 ha superato i numero del 2019 ovvero del pre covid annullando di fatto, in pochissimi anni, tutti i buoni propositi che la pandemia aveva portato con se. Ovvero usare la crisi come occasione per limitare un overtourism che era già insostenibile.
L’Istat e il Ministero del Turismo ci indicano in 134 milioni gli arrivi e in 451 milioni le presenze nel corso dell’anno 2023.
I residenti in Italia nello stesso anno erano quasi 59 milioni quindi la pressione turistica (gli arrivi) è stata il doppio rispetto al numero dei cittadini italiani.
Numero ricordiamo sottostimato poiché esclude tutte le presenze extra alberghiere che “sfuggono” ai ceck in e come proiezioni qualcuno azzarda addirittura ad oltre 800 milioni le presenze considerando “i turisti fantasma”.

A livello globale invece nel 1950 si muovevano per turismo 25 milioni di persone nel mondo, dal 2000 in poi nel giro di soli 15 anni la crescita è raddoppiata raggiungendo nel 2017 1,3 miliardi di turisti saliti a 1,5 miliardi nel 2019 l’anno di picco pre pandemia.
Dopo il crollo del 2020 con “soli” 409 milioni di turisti c’è stata la ripresa con 971 milioni di viaggiatori nel 2022, nel 2023 si è sfondato nuovamente il numero del miliardo tornando a 1,3 miliardi di turisti e si stima che nel 2030 si muoveranno per turismo 1,8 miliardi di persone.
 

anno numero turisti
1950 25 milioni
2017 1,3 miliardi
2019 1,5 miliardi
2020 409 milioni
2022 971 milioni
2023 1,3 miliardi
2030* 1,8 miliardi (previsione)


E’ possibile gestire tutto ciò?

No, la risposta è netta e chiara. L’eccesso di turismo è dannoso per tre motivazioni principali: la distruzione degli ecosistemi naturali, l’aumento dei rifiuti e la fuga e il malessere dei residenti.
Se la terza motivazione è nota ai fiorentini vessati dall’overtourism che si stanno ribellando come i residenti di Barcellona, delle Baleari e di alcune isole greche pochi si soffermano alle altre due motivazioni.
Troppe persone in aree ristrette danneggiano ecosistemi fragilissimi con conseguenze devastanti come la deforestazione, il consumo e lo sfruttamento incontrollato di suolo che provoca alluvioni e dissesti idrogeologici, l’inquinamento e nessuna politica di informazione sul rispetto di certi ambienti naturali.
Lo stravolgimento di ambienti delicatissimi fa sì che forse fra un centinaio di anni tante destinazioni a noi note non esisteranno più perché troppo “calpestate”.

Esempi? Ce ne sono molti

Alcune barriere coralline vittime non del cambiamento climatico ma dei troppi turisti sono destinate a rimanere solo sbiadite cartoline. Spariranno spiagge uniche come quelle dell’isola thailandese di Koh Phi Phi resa celebre da un film che ha subito in pochi anni un enorme degrado ambientale che causerà danni per sempre.
La meraviglia inca di Machu Pichu assalita ogni giorno da migliaia di visitatori si sta letteralmente sgretolando e ha costretto le autorità locali a chiudere già tre settori per salvaguardare il sito.
Per rimanere a casa nostra facciamo l'esempio delle celebri cascate termali del Mulino di Saturnia “teoricamente” interdette al calpestio con un ordinanza ma che, da quando esiste il turismo di massa, ha visto le sue spettacolari scalinate e le vasche calcaree create dalla natura “smussate” di parecchi centimetri.
Poi ci sono le montagne dalle Alpi alle Andre fino all’Everest violentate da troppi esploratori improvvisati che le riempiono di rifiuti.
E a proposito di rifiuti sono proprio loro è il secondo grande problema, ovvero l’accumulo di rifiuti in città come in natura che peraltro non viene differenziato e crea un grande problema ambientale di smaltimento e inquinamento.
Un esempio in tal senso è l’isola filippina di Boracay recentemente chiusa al turismo proprio per questo motivo.
Non se la passa meglio l’affollatissima isola indonesiana di Bali che sta tentando di porre dei rimedi e quanto all’Everest di cui abbiamo accennato si è trasformato in un enorme pattumiera fatta di corde, ganci, picchetti, involucri di plastica, razioni di cibo e bombole d’ossigeno per circa, si stima, ben 12 tonnellate di rifiuti difficili da smaltire!

Cosa ci è sfuggito di mano?

Due le faccende su tutto.
La nascita e diffusione dagli anni Novanta del Novecento dei voli low cost che hanno permesso a tantissimi di permettersi quel volo prima troppo costoso e destinato solo ai privilegiati economicamente.
Un fenomeno in pochi anni divenuto incontrollato che oggi rappresenta oltre il 50% del mercato aereo.
I dati Enac dicono che nel 1994 i viaggiatori low cost erano circa 3 milioni, nel 1999 erano già 17,5 milioni, mentre un'analisi dell'Unione Europe rappresenta che nel 2004 i viaggiatori erano 12,7 milioni e due anni dopo ben (2006) 28,4 milioni con un incremento del 50% in due anni.
Ma non basta. prima della pandemia, ovvero nel 2019, sono stati ben ben 105,9 milioni i passeggeri low cost E nel 2023 dopo la contrazione del covid sono tornati ad essere ben 110, 2 milioni. 
La sola compagnia irlandese che ha lanciato questo tipo di voli nel solo 2009, ha fatto viaggiare oltre 65 milioni di persone e nel 2010 72 milioni con un incremento del 10% in un anno.
A tutto questo forse porranno fine le nuove leggi europee in tema di ambiente dato che l'areo consumando kerosene è un mezzo molto inquinante. Una panacea...
L’altra causa del veloce diffondersi dell’overtourism è la cultura di massa di alcune mete turistiche rese celebri da programmi televisivi e film, un fenomeno che si è amplificato con l’esplosione dei social media che ha visto il moltiplicarsi di pseudo esperti da reel e social.
 

anno passeggeri
1994 3 milioni
1999 17,5 milioni
2004 12,7 milioni
2006 28,4 milioni
2019 105,9 milioni
2023 110,2 milioni


Soluzioni all’orizzonte?

Il tentativo è quello di chiudere la stalla quando i buoi sono scappati e così alla luce della scoperta dell’acqua calda del fenomeno overtourism che era sotto gli occhi di tutti quelli che lo volevano leggere, l’organizzazione mondiale del turismo (UNWTO) ha dedicato un intero rapporto al fenomeno partorendo un un documento con 11 strategie e 68 misure che ci dicono cose che già sappiamo, ma che non applichiamo perché accecati da un pseudo business che è solo nelle mani di pochi e genera lavoro povero.
1 - incentivare la dispersione dei turisti all’interno della città e anche oltre nel territorio suggerendo la visita di mete meno note e di aree meno turistiche.
2 - Promuovere il turismo in periodi diversi (ad esempio fuori stagione) e in fasce orarie diverse dalle più gettonate.
3 - Creare nuovi itinerari e attrazioni turistiche diverse dalle più frequentate.
4 - Rivedere e migliorare i regolamenti, ad esempio chiudere al traffico alcune aree più fragili o troppo frequentate.
5 - Attrarre tipologie di viaggiatori più responsabili.
6 - Garantire i benefici del turismo alle comunità locali, ad esempio aumentando il numero di abitanti impiegati nel turismo, e coinvolgendo i residenti nella creazione di esperienze turistiche.
7 - Sviluppare e promuovere esperienze della città o del territorio che beneficino sia i turisti che i residenti.
8 - Aumentare le infrastrutture e i servizi della località.
9 - Coinvolgere la comunità locale nelle decisioni e scelte turistiche.
10 - Educare i viaggiatori e comunicare loro come essere più responsabili e rispettosi del luogo.
11 - Monitorare e misurare i cambiamenti.

Anche a Firenze ricordiamo la Sindaca ha presentato in occasione del G7 del turismo il suo decalogo, ma anche quello lascia perplessi a leggere quelle che sono le proiezioni dei "numeri" del futuro turistico di Firenze.

 

 

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